ARPwave  è un sistema sviluppato in America da Denis Thompson e Jay Schroeder.  Si tratta di un apparecchio di elettrostimolazione neuromuscolare ad alta frequenza che favorisce e accelera il superamento di problematiche muscolari e articolari acute e croniche, migliora in modo evidente la performance atletica e previene infortuni e dolori dovuti alla pratica sportiva o alla normale vita quotidiana.
Già usato da atleti di football americano, NBA, golf, atletica e baseball e da squadre professionistiche di calcio di serie A anche italiane, ARP viene proposto pure a un pubblico più vasto, a Milano, presso il Centro Medico Ambrosiano in cui opera la fisioterapista tedesca Stephanie Dietrich.

ARP agisce sui muscoli, in che modo? E quando si può utilizzare?
Con ARP si interviene su problemi articolari, affrontandoli a livello muscolare.
Può essere utilizzato per la preparazione atletica, per esempio presciistica per rafforzare il quadricipite, in modo da rendere il ginocchio più stabile ed evitare distorsioni, contusioni e possibili fratture. Si impiega sia nella riabilitazione postoperatoria sia per prevenire alcuni interventi chirurgici. In caso di distorsione articolare, serve a rinforzare la muscolatura per stabilizzare l’articolazione. Se si soffre di artrosimeniscopatia o postumi da intervento artroscopico al ginocchio, si rinforza il quadricipite per stabilizzare il ginocchio.
In caso di epicondilite (un’infiammazione del tendine al gomito) si  utilizza per stabilizzare e rafforzare i flessori della mano.
ARP può essere impiegato anche in caso di cattiva circolazione, o quando è necessario un incremento del flusso sanguigno, per esempio dopo uno strappo muscolare, o nel caso di pazienti che abbiano subito un trauma cui il medico consiglia di non muoversi.
In caso di strappo muscolare, che può avvenire quando il muscolo è stanco o impreparato a sostenere uno sforzo, sono utili un incremento del flusso sanguigno e un rinforzo muscolare.
Se si ha una contrattura muscolare è indicato prima un periodo di riposo con eventuale terapia passiva per aumentare il flusso sanguigno. Successivamente si riprende con il movimento, l’allungamento e il rinforzo muscolare.
Si utilizza ARP come terapia passiva in caso di tempi ridotti per il recupero dopo un intervento chirurgico, in caso di un edema significativo o di immobilizzazione.

Come funziona?
Quando ARP provoca la contrazione del muscolo, il paziente lo deve allungare (lavoro eccentrico). Quando la macchina fa piegare il muscolo, il paziente lo deve estendere. Quando la macchina lo fa estendere, il paziente lo deve piegare (direzione opposta). Se la mano va in flessione bisogna andare in estensione…

Si dice che consente di evitare alcuni interventi chirurgici, cosa s’intende?
Molti pazienti ricorrono a un intervento chirurgico per risolvere il dolore. Se riusciamo a eliminare il dolore con un ciclo di terapia, possiamo quindi prevenire o rimandare l´intervento chirurgico. Questo non vale ovviamente per tutte le patologie e soprattutto non intende mettere in discussione la pratica chirurgica. In tanti casi gli interventi sono necessari.
Faccio un esempio. Sto trattando una paziente che aveva molto dolore a causa di una patologia al menisco e avrebbe dovuto mettere la protesi al ginocchio perchè non ha più la cartilagine. Abbiamo fatto 5 sedute, si è rafforzato il quadricipite e il dolore all’articolazione è diminuito notevolmente, la paziente quindi ha deciso di evitare l’intervento.

È possibile utilizzare ARP sin dalla fase acuta?
Si può utilizzare da subito, basta modificare l’intensità della macchina e capire a che livello si trova il paziente. Prendiamo come esempio la distorsione della caviglia, notiamo che di solito dopo il trauma appare subito un gonfiore che impedisce il movimento. Con ARP possiamo fare il trattamento in acqua, inizialmente senza movimenti, poi quando scompare l’edema si potrà procedere con i movimenti.

Con quali altre tecniche fisioterapiche o strumenti si può integrare?
Con tecniche della kinesiterapia. Si possono aggiungere altre terapie strumentali, senza alcun rischio. Si possono trattare inizialmente le articolazioni con il laser per eliminare l’infiammazione e intervenire poi con ARP per rafforzare la muscolatura.

Per chi è controindicato?
Per i portatori di defibrillatori, pacemaker, o persone affette da tumori, per le donne in gravidanza e durante l’allattamento.

È indicato anche in patologie neurologiche?
Per utilizzare ARP è necessario essere in condizioni di equilibrio neurologico (neurological balance).

Quante sedute si consigliano?
Con ARP siamo in grado di accelerare il processo di recupero, quindi sono necessarie meno sedute rispetto a una terapia convenzionale. I pazienti vedranno risultati già nel primo trattamento. Nella prima seduta, che dura un poco più delle altre, si fa una valutazione iniziale. Le sedute successive  sono di circa 20-30 minuti. La durata di un ciclo è stabilita in base ai sintomi e all´adattabilità individuale.
30 minuti di trattamento con ARP sostituiscono un’ora e mezza di palestra. Come allenamento si può fare 3-4 volte la settimana, come trattamento dopo traumi e infortuni, dipende dal paziente e dalla patologia.

Quali differenze ci sono rispetto agli altri elettrostimolatori?
La potenza, il numero delle contrazioni, che arrivano a un massimo di 500 al secondo. La possibilità di cambiare la polarità e di fare il trattamento in acqua a mani e piedi, dove le articolazioni sono molto piccole.
Di solito un muscolo sollecitato da un elettrostimolatore tradizionale ha una contrazione, seguita da una fase di rilassamento. Il muscolo lavora e si rilassa, lavora e si riposa. ARP, invece, viene utilizzato in movimento (tranne in caso di immobilizzazione). Per fare un esempio, quando si ha un crampo alla gamba, la prima cosa che si fa è provare a liberarsi del crampo estendendo la gamba per diminuire il dolore e far lavorare bene il muscolo. Utilizzando ARP noi provochiamo una contrazione muscolare e poi estendiamo il muscolo, facendolo lavorare in modo eccentrico (il muscolo si lascia vincere dal carico, allungandosi). Il carico in questo caso equivale a una contrazione.

Serve un corso per poterlo usare?
I corsi si tengono presso ARP Company. In Italia ci sono trainer specializzati che effettuano corsi riservati a medici, fisioterapisti e massofisioterapisti.

Tre le fasi…
Prima, si fa il warming up (riscaldamento) con una polarità normale tra positivo e negativo.
Seconda fase, si cambia la polarità così il muscolo risulta più trattato.
La terza fase è quella del rilassamento.
Si può fare sulla cyclette o camminando con la macchina accesa inserendo il programma del rilassamento, per far riposare il muscolo, per aumentare la circolazione, per evitare il dolori che seguono a un’attività sportiva. I giocatori, dopo una partita, fanno il cooling down e di notte possono seguire questo programma e dormire con la macchina accesa.

Stephanie Dietrich, nata a Lipsia, è una giovane fisioterapista abilitata a praticare il trattamento ARP. Laureata a Dresda e a Senftenberg alla facoltà di Fisioterapia, con una tesi sull’indagine della qualità della vita dei pazienti con artrosi, la Dietrich si è specializzata nella terapia per le malattie della schiena, con competenze in particolare nella riabilitazione per le patologie della colonna vertebrale e programmi di ginnastica posturale. Si è inoltre specializzata in linfodrenaggio a Lipsia. 
Dopo aver svolto la propria attività in Germania (terapia di malattie ortopedico-chirurgiche e disturbi circolatori e polmonari e applicazioni nelle principali terapie riabilitative e post-operatorie), Stephanie Dietrich, si specializzata in ARP con il preparatore della Nazionale di Calcio olandese e collabora ora con il Centro Medico Ambrosiano. 

                                                                             Clementina Speranza