In una sala 4D con 48 posti a sedere, un divertente cartoon di 15 minuti viene trasmesso in tre lingue. Cinema 3D ed effetti speciali per raccontare la cantina siciliana Florio del Gruppo Duca di Salaparuta, appartenente oggi alla Illva di Saronno, più precisamente alla famiglia Reina.

È in questo originale spazio che avviene l’accoglienza degli oltre 53 mila visitatori annui all’azienda. “Qui riceviamo gli ospiti prima del tour in cantina e permettiamo loro di comprendere chi siamo oggi – precisa Maria Elena Bello, responsabile Hospitality –. Molti vengono a visitare le cantine Florio senza sapere che facciamo parte di un gruppo più ampio, come la Duca di Salaparuta, e quindi nel cartoon raccontiamo il passaggio da Florio a Duca di Salaparuta. Poi spieghiamo che il Gruppo Duca di Salaparuta appartiene oggi alla Illva di Saronno, più precisamente alla famiglia Reina, che vuol farsi conoscere perché finora si pensava che dietro alla Illva Holding ci fossero gli americani. Il video svela il mistero e narra di Augusto Reina, proprietario dell’Illva di Saronno insieme ai suoi tre fratelli, che innamoratosi della Sicilia decide di investire nell’isola.

Nel cartoon, due personaggi: un’etichetta e un tappetto si muovono raccontando dell’acquisto delle tenute storiche e di quelle sull’Etna; degli investimenti tecnologici in cantina e in vigna. Della macchina del freddo, una sorta di mega frigorifero con le ruote che si sposta in vigneto per non far surriscaldare l’uva nel momento del trasporto. Qui i grappoli vengono conservati a una temperatura intorno ai 5 gradi e riescono così a raggiungere la cantina integri, come se fossero stati appena raccolti.

Accanto alla sala 4D, fortemente voluta da Augusto Reina, c’è la cantina Florio. “Questa location rappresenta la storia, uno stile di vita, la belle époque palermitana. Florio è conosciuto all’estero non come brand ma come ‘il Marsala’”, afferma Maria Elena Bello.

Costruita a Marsala in pietra di tufo da Vincenzo Florio nel 1833, la cantina sorprende per la sua bellezza. Fu bombardata durante la seconda guerra mondiale, e nel 1943 fu danneggiata gravemente, ma i lavori di ricostruzione, lenti e faticosi, l’hanno riportata all’antico e maestoso splendore. 650 metri di lunghezza per ogni navata, e 104 arcate sotto le quali si allineano 1.400 caratelli e circa 600 tra botti e tini. Parte della cantina storica è ancora in uso e vengono utilizzati i fusti centenari.

I pavimenti in tufo, pietra locale facilmente lavorabile per le sue caratteristiche di media durezza, permettono all’acqua sottostante di infiltrarsi per capillarità, di evaporare rinfrescando l’ambiente ecologicamente, e di mantenere un grado di umidità di circa l’80%. Si ottiene così una temperatura costante che va dai 15° in inverno ai 26° d’estate, e che risulta ottimale per l’invecchiamento e la conservazione dei vini.

L’acqua s’infiltra attraverso il terreno che è in calcarenite (materiale molto poroso), arriva poi in superficie ed evapora, abbassa così la temperatura e crea umidità agevolando una termoregolazione naturale.

Contribuisce al fascino della cantina la sala Donna Franca. Il visitatore è accolto da una musica di sottofondo, e trova un lungo tavolo sul quale si svolge la degustazione esperienziale. Su uno schermo cinematografico viene, poi, presentato un video che descrive la degustazione e l’abbinamento di 4 vini (un Marsala Florio, un bianco Corvo, un rosso Duca di Salaparuta e un Marsala o uno Zibibbo Florio) a 4 cibi diversi. Un gioco sapiente di luci e ombre accompagna il ritmo della proiezione. Un’esperienza innovativa proposta a un massimo di 40 visitatori per volta.

Le degustazioni avvengono anche nella moderna Terrazza Florio, uno spazio elegante e romantico affacciato sul mare di fronte alle isole Egadi dove godere della luce, del vento e dei magici tramonti vi sono poi due terrazze contigue caratterizzate da un arredo essenziale e raffinato che si inserisce perfettamente nella splendida cornice naturale. Un’esperienza unica in uno degli angoli più affascinanti dell’isola.

La cantina si distingue, anche, per alcuni vini unici e ricercati. Nel caveau di tufo è custodita, infatti, Aegusa Limited Edition, un’aristocratica bottiglia di Marsala lanciata dall’azienda Florio in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia.

Alla cura del design, pulito ed elegante, si aggiunge un tocco di classe, la storica azienda vinicola ha deciso di valorizzare ulteriormente il suo prodotto “ornandone il décolleté” con gemme dei colori della bandiera italiana: uno smeraldo, un diamante e un rubino. Ma non è solamente il packaging a essere prezioso, anche il contenuto di questa “signora bottiglia”, un Marsala invecchiato 70 anni, conferma le caratteristiche del suo aspetto esteriore.

“Il Marsala è stato ed è la nostra realtà, ne produciamo circa 2 milioni e mezzo di bottiglie all’anno. Negli ultimi tempi ai Marsala classici sono stati affiancati altri grandi siciliani: vini liquorosi e passiti di forte tradizione, figli di uve provenienti da territori quali Pantelleria e Salina, capaci di esprimere inimitabili picchi qualitativi grazie all’unicum straordinario che nasce dal connubio tra microclima, terreno e vitigno”, spiega Maria Elena Bello.

Per celebrare i 110 anni e le 100 corse disputate durante le imprese audaci e visionarie della mitica competizione automobilistica Targa Florio, l’azienda crea un’esclusiva Limited Edition di uno dei suoi Marsala Florio più amati: Targa Riserva 1840.

Il Marsala, ricavato esclusivamente da uve Grillo della costa del marsalese, è affinato per almeno otto anni in botti di rovere per conferirgli il caratteristico colore ambrato brillante con riflessi topazio.

Interamente realizzata a mano da un artigiano, una guaina in pelle color cuoio veste l’elegante bottiglia, richiamando alla mente i guanti utilizzati dai piloti col suo oblò frontale e con il bottone che la chiude intorno alla bottiglia. Realizzate con il punto da selleria, le cuciture si ispirano ai volanti in cuoio cuciti a mano delle auto d’epoca. La pelle di pregio, le cuciture accurate, le finiture precise e il metallo lucente del bottone, sono tutti dettagli che racchiudono una storia fatta di passione per la sfida, amore per la qualità e desiderio di creare qualcosa di unico.

La produzione Duca di Salaparuta si attesta sui 12 milioni di bottiglie all’anno: circa 10 milioni di bottiglie di vini da pasto (Corvo e Duca di Salaparuta), 2 milioni di bottiglie di vini liquorosi o dolci e liquori (Florio). Le etichette sono in totale 50: 10 etichette Corvo, 15 Duca di Salaparuta, 25 Florio. Tutti i vini sono esportati in 55 Paesi del mondo, soprattutto negli Stati Uniti, in Brasile, in Inghilterra, in Estremo Oriente, in Cina e in Australia.

In una terra vocata al vino, la cantina Florio racchiude la storia, l’innovazione e la qualità del settore vitivinicolo siciliano.

Clementina Speranza e Simone Lucci

È il 1824 quando, in Sicilia, Giuseppe Alliata, Principe del Sacro Romano Impero e Duca di Salaparuta, anziché cedere a terzi le uve dei suoi possedimenti in contrada “Corvo” (Casteldaccia), decide di vinificare in proprio e imbottiglia le prime 5.000 bottiglie di “Corvo Bianco”. Inizia così la storia di Corvo e Salaparuta che s’intreccia con quella delle cantine Florio: Illva Saronno Holding S.p.A. (proprietaria di grandi marchi del settore spirits), dopo aver acquisito nel 1998 il controllo dell’intero pacchetto azionario della S.A.V.I. Florio, nel 2001 acquista anche la Casa Vinicola Duca di Salaparuta. Dalla fusione di quest’ultima con S.A.V.I. Florio, nasce Duca di Salaparuta S.p.A., società della Holding che produce i brand Florio, Corvo e Duca di Salaparuta.

 La società Duca di Salaparuta ha origine quindi dalla fusione di 2 aziende storiche del panorama enologico siciliano: la Casa Vinicola Duca di Salaparuta e la S.A.V.I Florio & C.

La società Duca di Salaparuta S.P.A. dal 2003 gestisce 3 marchi: Duca di Salaparuta, Corvo e Florio.