E’ stato dimostrato che le malattie cardiovascolari sono più frequenti nelle persone con diabete, rispetto a quelle senza diabete di pari età e sesso. Soprattutto le complicanze più gravi (infarto, ictus, scompenso cardiaco e morte improvvisa) colpiscono più frequentemente chi ha il diabete.

Il 60% – 80% delle persone affette da diabete muoiono a causa di malattie cardiovascolari.

Ecco perché la sicurezza cardiovascolare dei farmaci antidiabetici è oggi uno dei principali temi di attualità e attenzione da parte della comunità scientifica, dei pazienti e delle autorità regolatorie.

Alogliptin e le terapie in combinazione a dosaggio fisso appartengono al gruppo di farmaci DPP-4 inibitori e sono indirizzati al trattamento del diabete 2; i DPP-4 inibitori rallentano l’inattivazione degli ormoni incretinici GLP-1 e GIP. Una maggiore attività delle incretine permette al pancreas di secernere insulina attraverso un meccanismo glucosio dipendente, ottenendo così un miglior controllo glicemico.

Alogliptin è il primo e unico farmaco della classe dei DPP-4 inibitori ad aver dimostrato evidenze di sicurezza cardiovascolare in pazienti con diabete di tipo 2 con sindrome coronarica acuta recente, consente un controllo glicemico costante e le tre diverse formulazioni e i diversi dosaggi disponibili permettono di personalizzare il trattamento. Alogliptin è una terapia orale per il trattamento degli adulti con diabete 2 di età pari o superiore a 18 anni per migliorare il controllo glicemico in combinazione ad altri medicinali ipoglicemizzanti,inclusa insulina, quando questi, unitamente a dieta ed esercizio fisico, non forniscono un adeguato controllo glicemico.

Sul tema della sicurezza cardiovascolare di Alogliptin si è espresso Stefano Genovese, Diabetologo presso l’IRCCS Multimedica di Sesto San Giovanni. “Alogliptin ha dimostrato evidenze di sicurezza cardiovascolare in pazienti con diabete di tipo 2 con recente sindrome coronarica acuta, come dimostrato dallo studio EXAMINE condotto su 5.380 pazienti, che ha valutato la sicurezza cardiovascolare in pazienti ad alto rischio di sviluppare eventi cardiovascolari, causa principale di morbilità e mortalità nella popolazione con diabete di tipo 2. Alogliptin, sul mercato giapponese dal 2010, ha alle spalle molti dati clinici e post-marketing che rafforzano il profilo terapeutico di questo farmaco innovativo”.

l diabete 2 è una malattia progressiva complessa da gestire: la diagnosi di diabete ha un forte impatto emotivo sui pazienti e i loro familiari per molteplici motivi – il rischio di complicanze a lungo termine, le difficili modifiche da portare nel proprio stile di vita, necessarie per raggiungere gli obiettivi glicemici. Questo può portare a un senso di fallimento, di colpa e frustrazione.

L’individuazione di un trattamento che tenga in considerazione le esigenze e le preferenze di ogni paziente è la pietra angolare per gestire con successo il diabete 2. Considerando che ogni paziente reagisce in modo diverso ai farmaci, la disponibilità di molteplici opzioni di trattamento consente a medici e operatori sanitari di adattare l’approccio terapeutico individualizzato.

La gestione del diabete 2 è particolarmente complicata in pazienti con comorbidità e che necessitano di più farmaci, così come in coloro che sono ad aumentato rischio di sviluppare ipoglicemia. I pazienti spesso hanno bisogno di prendere uno o più farmaci per il controllo glicemico. Nonostante la varietà di opzioni di trattamento disponibili, molti pazienti non riescono ancora a raggiungere gli obiettivi glicemici, sperimentano episodi di ipoglicemia, sono in sovrappeso e rimangono a rischio di complicanze a lungo termine, come le malattie cardiovascolari e insufficienza renale.

La diagnosi del diabete di tipo 2 ha un forte impatto emotivo sui pazienti e i loro familiari perché comporta il cambiamento dello stile di vita, a volte troppo sedentario e l’adesione ad una dieta alimentare varia, ma calibrata per ciò che concerne la quantità degli alimenti da assumere. A volte le difficoltà che la persona incontra in questo percorso possono portare a un senso di fallimento, di colpa e frustrazione – commenta Egidio Archero, presidente FAND (Associazione Italiana Diabetici) –. Oggi vi è la possibilità di individuare anche a livello terapeutico il trattamento più adatto per una gestione efficace della malattia ed evitare le complicanze a lungo termine. L’introduzione di terapie multiple permette di personalizzare il trattamento e di rispondere meglio ai bisogni individuali della persona con diabete tipo 2”.

 

Il diabete in numeri 

– Nel mondo 382 milioni di persone soffrono di diabete e la International Diabetes Federation prevede che entro il 2035 questa cifra raggiungerà i 592 milioni.
– In ogni paese del mondo il diabete di tipo 2 è in aumento. Si stima che circa tre milioni di persone in Italia soffrano di questa malattia.
– Nel 2013 nel mondo si sono verificati 5,1 milioni di decessi dovuti al diabete. Nel 2013 la spesa sanitaria totale relativa al diabete è stata di almeno 548 miliardi USD – l’11% della spesa sanitaria totale per gli adulti.

 

Cosa è il diabete di tipo 2?

– Il diabete di tipo 2 è la forma più comune di diabete, pari al 85-95% di tutti i casi.
– Questa malattia cronica si sviluppa quando il corpo non riesce a usare correttamente l’insulina prodotta dal pancreas, aumentando i livelli glicemici nel sangue. Il diabete di tipo 2 è una malattia progressiva che può portare a complicanze gravi per la salute. Livelli glicemici alti possono danneggiare i vasi sanguigni, il sistema nervoso, i denti, gli occhi e i reni. Infatti a livello mondiale il diabete è la causa principale di amputazioni, cecità e insufficienza renale. Una complicanza grave del diabete di tipo 2 sono le malattie cardiovascolari (CVD), la causa più comune di decesso in questa popolazione di pazienti.

 

Qual è la causa del diabete di tipo 2?

 

L’aumento della prevalenza del diabete nel mondo è associato a una serie di fattori, compreso l’invecchiamento della popolazione. I fattori di rischio più comuni per il diabete di tipo 2 comprendono:

  • Predisposizione ereditaria
  • Peso corporeo eccessivo
  • Cattiva alimentazione
  • Stile di vita sedentario
  • Età
  • Ipertensione

 

Come viene diagnosticato il diabete di tipo 2?

 

Il diabete di tipo 2 viene in genere diagnosticato da un operatore sanitario tramite un test che misura il glucosio nel sangue. Spesso il diabete di tipo 2 non dà sintomi. Tuttavia chi ne soffre può manifestare i seguenti disturbi:

  • Minzione frequente
  • Sete eccessiva
  • Aumento della fame
  • Perdita di peso
  • Stanchezza
  • Mancanza di interesse e concentrazione
  • Sensazione di formicolio o di torpore a mani o piedi
  • Annebbiamento della vista
  • Infezioni frequenti
  • Lenta guarigione delle ferite
  • Vomito e dolore allo stomaco (spesso scambiato per influenza).

 

La diagnosi ha spesso un impatto emotivo forte sui pazienti e sui loro cari che devono confrontarsi con l’aumentata mortalità, il rischio di complicanze a lungo termine e i difficili cambiamenti dello stile di vita. Questo può portare i pazienti a provare un senso di fallimento, di colpa e di frustrazione mentre lottano per mantenere uno stile di vita adeguato e raggiungere i target glicemici.

 

Gestire il diabete di tipo 2

A causa della natura della malattia, le persone che soffrono di diabete di tipo 2 devono cambiare il proprio stile di vita in maniera importante e molti di loro dovranno provare nel tempo diverse terapie.
– Gestire il diabete di tipo 2 è particolarmente difficile nei pazienti con comorbilità che necessitano di più di una terapia, come quelli a rischio di ipoglicemia.
– I pazienti spesso hanno bisogno di assumere uno o più trattamenti per riuscire a tenere sotto controllo i livelli glicemici.

 

Le persone con diabete di tipo 2 hanno bisogno di supporto da parte degli operatori sanitari e dei loro familiari per cambiare lo stile di vita, prendere decisioni terapeutiche, gestire al meglio la malattia e ridurre il rischio di complicanze a lungo termine.

 

– La gestione dovrebbe includere il controllo della pressione, cambiamenti favorevoli nella dieta e nell’esercizio fisico, il mantenimento di un peso corporeo normale, astensione dal fumo e cura dei piedi. I pazienti con diabete di tipo 2 possono essere curati con terapie orali, ma altri potrebbero aver bisogno di insulina.

 

– Individuare i trattamenti che prendano in considerazione le necessità e le preferenze di ogni paziente è il punto fondamentale per avere successo nella gestione della malattia. Poiché ogni paziente risponde in maniera diversa ai trattamenti, la disponibilità di diverse opzioni terapeutiche consente agli operatori sanitari di preparare approcci terapeutici mirati.

 

Focus Italia: emergenza sociale, epidemiologia, costi per la società

 

Diabete, fenomeno di emergenza sociale sotto molteplici aspetti:

 

è in aumento, sia come incidenza sia come prevalenza
causa scarsa qualità di vita, peso sulla persona, sulla famiglia e sulla società
causa spesso morte prematura ed è tra le maggiori cause di morte
è la seconda causa di insufficienza renale terminale
è la più comune causa di cecità
è la più comune causa di amputazioni non traumatiche
è la più comune malattia cronica fra i bambini
ha costi sanitari diretti consistenti (10-15% dei costi dell’assistenza sanitaria) con un elevato costo pro capite (3.348 euro l’anno per paziente); la previsione di aumento della prevalenza farà quindi lievitare anche i costi

 

Quadro epidemiologico

– Il diabete costituisce una delle più rilevanti e costose malattie sociali della nostra epoca, soprattutto per il suo carattere di cronicità, per la tendenza a determinare complicanze nel lungo periodo e per il progressivo spostamento dell’insorgenza verso età giovanili. La diffusione del diabete sta crescendo in ogni regione del mondo ed è previsto che il tasso di prevalenza globale aumenterà dal 6,4% del 2010 al 7,7% nel 2030.

 

– In Italia vivono almeno tre milioni di persone con diabete, cui si aggiunge una quota di persone, stimabile in circa un milione, che, pur avendo la malattia, non ne sono a conoscenza. Le disuguaglianze sociali agiscono fortemente sul rischio diabete: la prevalenza della malattia è, infatti, più elevata nelle classi sociali più basse e tal effetto è evidente in tutte le classi di età.

 

– Per quanto riguarda la prevalenza del diabete, i dati ISTAT indicano che, in Italia, nel 2010, risulta diabetico il 4,9% della popolazione (5,2% per le donne e 4,5% per gli uomini)2. Nell’ambito del gruppo di ASL che partecipano al sistema PASSI – Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia – la prevalenza del diabete, nelle persone di età 18-69 anni, nel 2010, è risultata pari al 5%. A Bolzano si registra il valore più basso (2%), mentre in Basilicata quello più alto (8%). Riguardo ai fattori di rischio associati al diabete: tra i diabetici, il 55% ha ricevuto una diagnosi di ipertensione e il 45% di ipercolesterolemia, il 75% è in eccesso ponderale (IMC≥25), il 39% è sedentario e il 22% fumatore.

 

– Data la correlazione diretta tra obesità/sovrappeso e diabete di tipo 2, devono destare preoccupazione i dati sulla diffusione di tali condizioni tra la popolazione italiana. L’ISTAT, relativamente all’anno 2010, rileva che in Italia, nella popolazione adulta, la quota di sovrappeso è pari al 35,6% (maschi 44,3%; femmine 27,6%), mentre gli obesi sono il 10,3% (maschi 11,1%; femmine 9,6%). Nel Sud e nelle Isole si rileva la quota più elevata di persone obese e in sovrappeso (11,5% e 38,7% rispettivamente).