C’è l’immagine di Sefora e Martina: si tolgono la parrucca davanti all’obbiettivo, immortalando con questo gesto il tentativo di riappropriarsi di una bellezza non solo interiore. È solo una delle oltre 80 fotografie scattate da 29 ragazzi di età compresa tra i 14 e i 27 anni, accomunati dalla ricerca della felicità nonostante la malattia.

Gli 80 scatti compongono la collettiva “RI-SCATTI, la ricerca della felicità” a cura di Chiara Oggioni Tiepolo e ideata dalla Onlus Riscatti in collaborazione con il comune di Milano e con il supporto di Tod’s, il noto brand specializzato nella produzione di calzature e accessori di lusso appartenente alla famiglia Della Valle. Ospitata nelle sale del PAC (Padiglione d’Arte Contemporanea) di via Palestro dal 3 al 12 febbraio, la terza edizione della mostra di fotografia sociale sostiene il Progetto Giovani dell’Istituto Nazionale dei Tumori (INT).

Le istantanee esposte durante la mostra sono messe in offerta e parte del ricavato sarà devoluto a favore della realizzazione di nuove iniziative nell’ambito del Progetto Giovani, sostenuto dall’Associazione Bianca Garavaglia Onlus all’interno del reparto di Pediatria dell’INT.

Le fotografe Alice Patriccioli, Veronica Garavaglia, e Donata Zanotti si sono alternate nel prestare la loro professionalità, insegnando ai ragazzi della Pediatria Oncologica come usare la macchina fotografica e costruire, così, un progetto. Come negli altri percorsi creativi già attuati dal Progetto Giovani, la scelta del tema e del territorio in cui muoversi è partita dai ragazzi, permettendo loro di raccontarsi nella propria unicità e di mostrare quali soluzioni hanno attuato per trovare la forza di combattere la malattia e tornare a sorridere.

Questa iniziativa, come tutte quelle che nascono in seno al Progetto Giovani coordinato dall’oncologo pediatra Andrea Ferrari, utilizza la creatività come mezzo di espressione per i ragazzi, che hanno esternato le loro paure e le loro speranze.

Riscatti

“Quando è nato il Progetto Giovani, avevo già in testa cosa costruire. Un progetto dedicato ai pazienti adolescenti, per migliorarne gli aspetti clinici, ma anche per creare un luogo dove essi potessero ritrovare il senso delle cose normali della vita. Volevamo creare un modello di reale integrazione multidisciplinare, sviluppato in un contesto di servizio sanitario pubblico – racconta Ferrari –. Credevamo di avere delle cose da insegnare a questi ragazzi, ma non esiste una ricetta che consenta di superare l’angoscia e la paura. Sono stati loro, i pazienti malati, a insegnarci ad aprire le nostre orecchie, i nostri occhi, il nostro cuore. I nostri ragazzi, attraverso queste foto, ci hanno insegnato ancora una volta che ci sono storie meravigliose da raccontare, qui dentro al Progetto Giovani, qui nel mondo dove i ragazzi si ammalano di tumore”.

La mostra fotografica è un importante progetto, anche, per i medici, in quanto comunicano che ci si può ammalare di tumore anche durante l’adolescenza, che gli adolescenti sono pazienti speciali, che spesso trattati in modo non adeguato e che, pertanto, hanno assolutamente bisogno di luoghi e cure speciali, creati appositamente per loro. Cosa che già accade all’interno di un reparto di eccellenza come la Pediatria Oncologica dell’Istituto dei Tumori di Milano, diretta dalla dottoressa Maura Massimino.

Simone Lucci