Non può essere considerato bello un capo che contribuisce a inquinare l’ambiente e prodotto sfruttando donne e bambini nel sud del mondo.

Dal 18 al 24 aprile 2016 Fashion Revolution Week.

Una pacifica ma forte rivoluzione per ricordare la catastrofe avvenuta vicino Dacca, la capitale del Bangladesh: il Rana Plaza un edificio in vetrocemento di otto piani è venuto giù come un castello di sabbia. Il 23 aprile 2013, il giorno prima del crollo, alcuni ispettori avevano dichiarato il palazzo inagibile e pericolante.

Nell’edificio lavoravano tremila operai, soprattutto donne. I sopravvissuti hanno raccontato che i proprietari delle cinque fabbriche di abbigliamento collocate all’interno del palazzo crollato, avevano ignorato gli allarmi lanciati proprio dagli operai, che denunciavano delle crepe sospette, e avevano costretto i loro dipendenti a lavorare nonostante il pericolo.

Si contano così 1.134 morti e più di 2.500 feriti. La catastrofe ha risollevato le polemiche sull’industria dell’abbigliamento del Bangladesh che esporta in tutto il mondo grazie alla produzione low-cost.

WhoMadeMyClothesChi ha fatto i miei vestiti? Questa la domanda fulcro della settimana. La risposta? Indossare gli abiti al rovescio, con l’etichetta ben in evidenza, fotografarsi e condividere le foto su Facebook, Instagram e Twitter, con l’hashtag #WhoMadeMyClothes.

Fashion Revolution Week è un movimento nato nel 2013 nel Regno Unito e oggi attivo in 83 Paesi. Il 18 aprile si è svolto l’evento in Piazza San Fedele a Milano. Un incontro divenuto un monito contro lo sfruttamento della povertà e la violazione dei diritti umani nell’ambito della moda. “La nostra speranza è che si riesca a instillare una consapevolezza dell’acquisto che aiuti a trasformare l’industria della moda in una realtà giusta e sostenibile”, è l’auspicio di Marina Spadafora, coordinatrice italiana della campagna.
http://fashionrevolution.org/country/italy/

C.L.A.S.S. e i suoi partner si uniscono alla Fashion Revolution Week per supportare e promuovere responsabilità e trasparenza nel sistema moda.

Lo scorso anno, in oltre 70 paesi in tutto il mondo, decine di migliaia di persone hanno preso parte al Fashion Revolution Day, l’evento socio-globale e virale. Obiettivo principale di Fashion Revoluion è quello di sostenere un messaggio, un impegno di tutta la filiera fashion verso la trasparenza in tutta la supply chain.

“C.L.A.S.S. si unisce alla fashion Revolution Week, in quanto è da sempre fortemente impegnata in un settore della moda i cui processi sono completamente trasparenti e responsabili”, precisa con orgoglio Giusy Bettoni, fondatrice di C.LA.S.S.

La Fashion Revolution Week contribuirà ad aumentare la consapevolezza del vero costo della moda, mostrare al mondo che il cambiamento è possibile, e celebrare tutti i soggetti coinvolti nella creazione di un futuro più responsabile. C.L.A.S.S. ha deciso di registrare un video per mostrare la sua “routine quotidiana” e spiegare la sua adesione alla Fashion revolution Week.

C.L.A.S.S. (Creativity Lifestyle and Sustainable Synergy) è un network internazionale multi-piattaforma unico nel suo genere, che offre a designer, buyer, media e operatori del settore una vetrina di moda, di tessuti e di materiali esclusivi creati utilizzando le tecnologie più smart e sostenibili. C.L.A.S.S.