La filiera biologica italiana continua a godere di ottima salute. Questo è il risultato che emerge da “Tutti i numeri del Bio”, la ricerca dell’Osservatorio ICE-SANA 2016, finanziata in collaborazione con BolognaFiere, e realizzata da Nomisma con il patrocinio di FederBio e AssoBio.

Dal 2014 gli indicatori più rilevanti sono in crescita: dalle superfici (+7,5%), agli operatori (+8,2%), alle vendite (+15%).

Il numero di famiglie italiane che negli ultimi 12 mesi ha acquistato almeno una volta un prodotto alimentare biologico (7 famiglie su 10, circa 18 milioni di nuclei familiari), sale dal 69% del 2015 al 74% del 2016. Insieme al numero di famiglie acquirenti, aumenta la spesa destinata al biologico che rappresenta il 3,1% del totale della spesa alimentare.

Chi prova bio si affeziona facilmente. Il 90% dei consumatori ha iniziato ad acquistare questi cibi almeno 2/3 anni fa, il 25% ne consuma con grande regolarità, ogni giorno o quasi, oppure almeno una volta alla settimana (43%).

Qual è l’identikit del consumatore bio? Un elevato titolo di studio da parte di chi fa la spesa (81%), il reddito, la presenza di figli minori di 12 anni (77%) sono alcuni fattori che incidono sulla propensione all’acquisto di prodotti a marchio biologico. Nelle famiglie dove sono presenti vegetariani o vegani il tasso di penetrazione sale all’87%, e anche nei casi in cui uno o più componenti della famiglia ha disturbi o malattie che impongono grande attenzione alla dieta, la percentuale supera la media nazionale (85%).

Nella top ten degli alimenti acquistati dalle famiglie l’ortofrutta fresca occupa la prima posizione (74%), a seguire l’olio extra vergine d’oliva (62%), uova (53%), miele (45%), confetture e marmellate (45%), formaggi freschi (44%), yogurt e burro (41%), riso e pasta (41%).

Le motivazioni che spingono la maggioranza dei consumatori a rivolgersi al mercato bio sono: la sicurezza per la salute (27%), il rispetto dell’ambiente e tutela della biodiversità (20%), e un maggior controllo (14%). Il primo criterio di scelta dei prodotti alimentari a marchio biologico è l’origine: il 32% sceglie in base alla provenienza italiana del prodotto e il 14% in base all’ulteriore presenza di un marchio DOP-IGP. La marca è il secondo criterio di scelta (il 15% acquista in base alla marca del supermercato e il 9% secondo la notorietà del marchio del produttore). Il fattore convenienza, invece, incide in maniera secondaria rispetto ai primi due: solo il 14% sceglie articoli biologici in base alle promozioni e il 9% in base al prezzo basso.

Grande attenzione dei consumatori verso i canali d’acquisto. La grande distribuzione e i negozi specializzati in prodotti biologici (28%) sono i luoghi maggiormente scelti. La Grande Distribuzione Organizzata (GDO) viene privilegiata principalmente per la comodità (il 34% opta per iper e supermercati per poter fare tutta la spesa), mentre il 16% pensa che negli ipermercati i prezzi dei prodotti biologici siano più bassi. Gli specializzati vengono scelti soprattutto per l’ampiezza della gamma (26%).

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A ottenere ottimi risultati non è esclusivamente il mercato interno italiano, in quanto l’export cresce addirittura del +408% rispetto al 2008, e del +16% se paragonato a un anno fa. L’interesse per i prodotti bio made in Italy è forte anche fuori dai confini nazionali, e lo dimostrano i dati di Nomisma per Sana-Ice 2016 sul consumatore di due mercati esteri: USA e Canada. Negli Stati Uniti d’America, la quota di famiglie che negli ultimi 12 mesi ha acquistato un articolo alimentare biologico è dell’81%, superiore a quella del Canada, dove il tasso è del 76%. Ciò dimostra che il biologico italiano ha un’ottima reputazione e a sostenerlo è un terzo degli americani che pongono l’Italia al primo posto nella classifica dei Paesi che producono alimenti bio di migliore qualità.

Interesse al biologico, benessere fisico, attenzione all’alimentazione e tutela ambientale sono valori in forte espansione a livello nazionale e internazionale per vivere una vita sempre più sana.

Simone Lucci