IL FENOMENO DELLE RESISTENZE AGLI ANTIBIOTICI E LA DICHIARAZIONE DEI MINISTRI DELLA SALUTE DEL G7 SULLE RESISTENZE ANTIMICROBICHE

IL FENOMENO DELLE RESISTENZE AGLI ANTIBIOTICI E LA DICHIARAZIONE DEI MINISTRI DELLA SALUTE DEL G7 SULLE RESISTENZE ANTIMICROBICHE

La scoperta degli antibiotici e la loro diffusa disponibilità dopo la seconda guerra mondiale hanno rivoluzionato la sanità. Sono considerati una delle scoperte mediche più rilevanti del XX secolo, ma nel tempo molti batteri hanno imparato a difendersi da quegli stessi farmaci messi a punto per combatterli.

In anni recenti, il fenomeno della resistenza agli antimicrobici (RAM), chiamata antibiotico-resistenza quando è riferita specificamente alla resistenza dei batteri agli antibiotici, è cresciuto fino a diventare un problema drammatico, perché la velocità alla quale vengono scoperte nuove molecole è drasticamente ridotta, mentre l’impiego di antibiotici è in costante aumento in tutti i Paesi del mondo.

La RAM si verifica quando un microrganismo diventa resistente a un farmaco che in origine veniva usato per trattare le infezioni causate da quello stesso germe che può essere un batterio, un virus, un parassita o un fungo.

In generale, i batteri si dividono in due gruppi: i Gram-positivi e i Gram-negativi e la principale differenza tra questi è lo spessore della loro parete cellulare.

La RAM è divenuta un problema di sanità pubblica globale per una serie di motivi, primo tra tutti il crescente, spesso inappropriato, uso degli antibiotici. Questo fenomeno comporta una considerevole riduzione delle possibilità di prevenire e trattare una ampia gamma di infezioni microbiche della pelle, del tratto respiratorio, del sangue circolante e delle vie urinarie, in quanto i germi una volta diventati resistenti perdono la sensibilità al farmaco e si adattano al medicinale che usualmente viene impiegato per ucciderli.

Secondo recenti stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i “superbug” saranno, nel 2050, la principale causa di morte. La RAM può mettere a repentaglio la maggior parte delle procedure mediche, come ad esempio un intervento di anca, con rischi molto elevati per i pazienti. Tutte le procedure dai trapianti d’organo, alla chemioterapia e chirurgia maggiore verrebbero compromesse gravemente senza la possibilità di attuare un efficace trattamento antibiotico.

Il fenomeno della resistenza agli antibiotici, minaccia la salute dell’uomo, è una delle maggiori sfide di salute pubblica, tanto da diventare priorità dei Governi di tutto il mondo. Nel corso del World Economic Forum di Davos che vede riuniti ogni anno politici, economisti, scienziati e rappresentanti della società civile, è stata presentata la “Declaration by the Pharmaceutical, Biotechnology and Diagnostics Industries on Combating Antimicrobial Resistance”.

Il documento è stato sottoscritto da oltre 80 aziende produttrici di farmaci, medicinali generici, biotecnologie e dispositivi diagnostici e da organismi di settore di 18 Paesi.

L’obiettivo del documento è sollecitare i Governi e le imprese a intraprendere un’azione sinergica e globale di investimenti per combattere il preoccupante e crescente fenomeno dell’antibiotico-resistenza. Tre i punti cruciali in cui si articola la Dichiarazione:

– arginare il fenomeno della resistenza;

– aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo di nuovi e più potenti antibiotici;

– garantire un accesso universale ai nuovi farmaci.

I Ministri della Salute del G7 si sono riuniti a Berlino l’8 e il 9 ottobre 2015 per affrontare il tema delle resistenze antimicrobiche e dell’epidemia di Ebola, in continuità con gli impegni presi nel corso del G7 di giugno, hanno sottoscritto la “Dichiarazione di Berlino sull’antibiotico-resistenza”.

Nella loro dichiarazione, i Ministri definiscono le resistenze antimicrobiche (AMR) una minaccia per la salute globale per i Paesi di tutto il mondo. In assenza di un intervento tempestivo ed appropriato, sarà inevitabile una drammatica perdita di efficacia delle terapie antibiotiche.

Nella Dichiarazione, i Ministri sottolineano la necessità e l’urgenza di una crescente integrazione tra iniziative pubbliche e private di lotta al fenomeno della AMR e un loro coordinamento con azioni promosse in questo ambito dalle diverse organizzazioni internazionali. Il problema della multiresistenza riguarda diversi aspetti multisettoriali e interdisciplinari e vede coinvolti diversi settori della salute umana e animale, l’agricoltura, l’ambiente e la ricerca.

PROTEGGERE LA PELLE DI ADULTI E BAMBINI CON I FILTRI SOLARI NATURALI

PROTEGGERE LA PELLE DI ADULTI E BAMBINI CON I FILTRI SOLARI NATURALI

La certificazione BIOcosmesi per l’utilizzo di ingredienti biologici, senza la presenza di sostanze di sintesi nocive alla salute umana, il sigillo VEGAN OK che dichiara di non aver utilizzato o commissionato test su animali per sperimentare o sviluppare i prodotti e relativi ingredienti, sono i certificati assegnati ai solari naturali COSM-etica, filtri solari per adulti e bambini con un ciclo di produzione e distribuzione rispettosi dell’ambiente.

solariIn equilibrio con l’ecosistema, i prodotti COSM-etica sono realizzati con ingredienti naturali e principi attivi biologici in elevata concentrazione, per donare la massima efficacia protettiva con la minima quantità, senza l’utilizzo di coloranti, nanoparticelle e conservanti.

Aloe, Burro di Karitè, Olio di mandorle di agricoltura biologica ed estratti di Arnica, Iperico, Carota e Centella sono gli ingredienti contenuti nelle due creme solari. Gli estratti di Arnica, Malva e Iperico svolgono un’azione lenitiva ed emolliente, mentre il Burro di Karité, l’Aloe e gli oli di Mandorle dolci biologici, la Crusca di Riso, Carota, Cocco e Mallo di Noce, ammorbidiscono, idratano e leniscono la pelle.

In spiaggia o durante le passeggiate in città, i cosmetici solari dalle alte (SPF 30) e altissime (50+) protezioni agiscono appena dopo l’applicazione e lasciano la pelle idratata e morbida a lungo.

La stagione all’insegna del caldo e del sole si avvicina. Le valigie si stanno per riempire di costumi, cappelli e vestiti, senza dimenticare il prodotto più importante: la protezione solare per grandi e piccini.

Simone Lucci

IL DENTIFRICIO NATURALE CHE AIUTA A PERDERE PESO E A MANTENERE LA BOCCA SANA

IL DENTIFRICIO NATURALE CHE AIUTA A PERDERE PESO E A MANTENERE LA BOCCA SANA

Salvia, Aloe Vera e agrumi di Sicilia è il mix di sostanze naturali che compongono il Dietifricio, un particolare dentifricio che mantiene la bocca pulita, protetta, e aiuta a perdere peso se abbinato a un’alimentazione sana. “Da studi scientifici e prove in laboratorio, ho ottenuto la combinazione perfetta in un blend di aromi che oggi prende il nome di Dietifricio – riferisce Giovanni Macrì, medico chirurgo specializzato in Odontostomatologia –. Un coadiuvante alle diete perché, grazie alla composizione di aromi di erbe e di agrumi, lascia un gusto amaro che inibisce l’appetito. Studi universitari sostengono che gli alimenti amari provocano l’inibizione e il rallentamento dello svuotamento gastrico, aumentando, così, la sensazione di sazietà e riducendo la voglia di assumere cibi o bevande ricchi di zuccheri”.

Il Dietifricio risulta quindi adatto a chi soffre di diabete. “Il problema dei diabetici è il consumo di zuccheri – afferma lo specialista –. Il prodotto può ridurre l’esigenza di ingerire cibi ricchi di glucosio e aiuta a rispettare la dieta. Può essere usato anche da persone che soffrono di disturbi vascolari e cardiaci senza alcuna controindicazione. I consumatori devono soltanto prestare attenzione a eventuali intolleranze e allergie all’Aloe Vera, un potente anti-infiammatorio, o alla salvia, un ottimo sbiancante naturale e ricco di vitamine”.

Il Dietifricio nasce dall’esperienza medica e farmacologica del dottor Macrì e dalla sua sensibilità nei confronti dei disturbi alimentari. “Nella società odierna sono presenti tantissime patologie provocate dall’eccesso di alimentazione – osserva il dentista –. Per dimagrire ci sono due possibilità: ridurre l’apporto calorico tramite una dieta e aumentare il dispendio energetico, bruciare più calorie attraverso l’attività fisica. Il dentifricio aiuta coloro che intendono seguire una dieta”.

Giovanni MacrìSecondo Macrì è fondamentale la scelta del giusto dentifricio quando ci si lava i denti. “Un dentifricio deve avere le caratteristiche di detergere le superfici dei denti senza aggredirli. Il Dietifricio, rispetto ad altri dentifrici, non contiene parabeni e quindi non è erosivo e ha un coefficiente di abrasione bassissimo. Si può utilizzare 5/10 volte al giorno. I dentifrici ricchi di fluoro, invece, con l’uso ripetuto, possono portare a un aumento dell’assorbimento del fluoro, mentre i dentifrici molto erosivi, abrasivi, possono creare danni ai denti. Io uso da 3 anni solo Dietrificio e ho i denti bianchi anche se ho appena preso il caffè”.

Oltre a dedicarsi alla ricerca scientifica e alla sperimentazione clinica, Macrì esercita la libera professione, prediligendo i campi dell’estetica dentale e della telegenia del sorriso, specializzazione che lo ha portato a seguire personaggi appartenenti al mondo dello spettacolo: Pippo Baudo, Piero Chiambretti, Bianca Balti, Katia Ricciarelli, Teo Mammucari, Jonathan, per citarne alcuni. Conosciuto come “il dentista dei VIP”, è chiamato anche Dottor Sorriso. “Nell’immaginario comune il dentista è alto, grosso e fa paura, io ho voluto umanizzare questa figura e creare, attraverso la ONLUS Il Dottor Sorriso, un dentista simpatico e che fa star bene – spiega Giovanni Macrì –. Il nostro compito consiste nell’andare nei reparti ospedalieri e fornire un aiuto a coloro che non possono permettersi di affrontare le spese odontoiatriche”.

Il dottor Macrì è anche promotore di nuove tecniche odontoiatriche. “Sono un innovatore – afferma –. Sono stato il primo a sostenere che l’amalgama di mercurio, argento e palladio, chiamato volgarmente ‘piombatura’, è nocivo”. Il dottor Macrì ha creato una nuova lega resistente ed economica per fornire a chiunque la possibilità di avere denti completamente bianchi senza ricorrere alla costosa oro–ceramica. “Mi sono posto, anche, il problema di nascondere gli inestetismi dei margini delle corone in metallo – precisa –. Con il tecnico Maurizio Camandona, abbiamo diffuso un nuovo materiale, la Zirconia, una ceramica nata dalla compattazione per condensazione isostatica dell’idrossido di zirconio con l’idrossido di itrio e altri idrossidi. La Zirconia sublima a 2680 gradi e il suo vantaggio è che se si rompe un frammento di ceramica si vede sotto il bordo bianco e non la parte scura”.

E per il futuro? “Ho ideato il dentifricio al cioccolato, per invogliare i bambini a lavarsi i denti – annuncia l’odontoiatra –. Spero di trovare presto un’azienda italiana interessata a produrlo”.

Clementina Speranza e Simone Lucci

CHI HA FATTO I MIEI VESTITI? È LA DOMANDA CHE GENERA UNA RIVOLUZIONE

CHI HA FATTO I MIEI VESTITI? È LA DOMANDA CHE GENERA UNA RIVOLUZIONE

Non può essere considerato bello un capo che contribuisce a inquinare l’ambiente e prodotto sfruttando donne e bambini nel sud del mondo.

Dal 18 al 24 aprile 2016 Fashion Revolution Week.

Una pacifica ma forte rivoluzione per ricordare la catastrofe avvenuta vicino Dacca, la capitale del Bangladesh: il Rana Plaza un edificio in vetrocemento di otto piani è venuto giù come un castello di sabbia. Il 23 aprile 2013, il giorno prima del crollo, alcuni ispettori avevano dichiarato il palazzo inagibile e pericolante.

Nell’edificio lavoravano tremila operai, soprattutto donne. I sopravvissuti hanno raccontato che i proprietari delle cinque fabbriche di abbigliamento collocate all’interno del palazzo crollato, avevano ignorato gli allarmi lanciati proprio dagli operai, che denunciavano delle crepe sospette, e avevano costretto i loro dipendenti a lavorare nonostante il pericolo.

Si contano così 1.134 morti e più di 2.500 feriti. La catastrofe ha risollevato le polemiche sull’industria dell’abbigliamento del Bangladesh che esporta in tutto il mondo grazie alla produzione low-cost.

WhoMadeMyClothesChi ha fatto i miei vestiti? Questa la domanda fulcro della settimana. La risposta? Indossare gli abiti al rovescio, con l’etichetta ben in evidenza, fotografarsi e condividere le foto su Facebook, Instagram e Twitter, con l’hashtag #WhoMadeMyClothes.

Fashion Revolution Week è un movimento nato nel 2013 nel Regno Unito e oggi attivo in 83 Paesi. Il 18 aprile si è svolto l’evento in Piazza San Fedele a Milano. Un incontro divenuto un monito contro lo sfruttamento della povertà e la violazione dei diritti umani nell’ambito della moda. “La nostra speranza è che si riesca a instillare una consapevolezza dell’acquisto che aiuti a trasformare l’industria della moda in una realtà giusta e sostenibile”, è l’auspicio di Marina Spadafora, coordinatrice italiana della campagna.
http://fashionrevolution.org/country/italy/

C.L.A.S.S. e i suoi partner si uniscono alla Fashion Revolution Week per supportare e promuovere responsabilità e trasparenza nel sistema moda.

Lo scorso anno, in oltre 70 paesi in tutto il mondo, decine di migliaia di persone hanno preso parte al Fashion Revolution Day, l’evento socio-globale e virale. Obiettivo principale di Fashion Revoluion è quello di sostenere un messaggio, un impegno di tutta la filiera fashion verso la trasparenza in tutta la supply chain.

“C.L.A.S.S. si unisce alla fashion Revolution Week, in quanto è da sempre fortemente impegnata in un settore della moda i cui processi sono completamente trasparenti e responsabili”, precisa con orgoglio Giusy Bettoni, fondatrice di C.LA.S.S.

La Fashion Revolution Week contribuirà ad aumentare la consapevolezza del vero costo della moda, mostrare al mondo che il cambiamento è possibile, e celebrare tutti i soggetti coinvolti nella creazione di un futuro più responsabile. C.L.A.S.S. ha deciso di registrare un video per mostrare la sua “routine quotidiana” e spiegare la sua adesione alla Fashion revolution Week.

C.L.A.S.S. (Creativity Lifestyle and Sustainable Synergy) è un network internazionale multi-piattaforma unico nel suo genere, che offre a designer, buyer, media e operatori del settore una vetrina di moda, di tessuti e di materiali esclusivi creati utilizzando le tecnologie più smart e sostenibili. C.L.A.S.S.

UN PROGETTO DI DESIGN PER IL FITNESS ALL’APERTO DURANTE IL FUORISALONE

UN PROGETTO DI DESIGN PER IL FITNESS ALL’APERTO DURANTE IL FUORISALONE

Camminare, correre, saltare, arrampicare sono tutte azioni che si compiono all’aperto. Leopard Tree è l’anima centrale della prima palestra di design outdoor del mondo MyEquilibria, dove l’alta tecnologia e un sofisticato design sono stati applicati al fitness all’aperto. Sviluppato da Metalco Active, società del gruppo Metalco, l’albero high tech è esposto nel cuore di Milano presso l’Orto Botanico di Brera da lunedì 11 aprile a sabato 23 aprile 2016, in occasione del FuoriSalone.

Il Leopard Tree è un albero centrale alto 7 metri, con un massimo di 9 isole satelliti attorno che si possono estendere su una superficie di 300 m2, dove possono allenarsi 30 persone contemporaneamente, sia principianti che sportivi professionisti. Le sue foglie stilizzate sono ispirate ai diagrammi di Voronoi, i pattern aritmetici che si ritrovano nelle forme della natura.

MY EQUILIBRIA - LEOPARD TREEL’albero dal design futurista è creato con un materiale innovativo: il cemento ultraperformante (UHPC), che abbina la resistenza a un’elasticità simile al metallo. Il progetto visionario 100% made in Italy nasce da un’intuizione di Gian Luca Innocenzi, Ceo di Metalco Active, firmato dal designer futurologo Vito Di Bari, e realizzato con la collaborazione di un variegato team di esperti.

La palestra all’aperto è pensata per i parchi pubblici, le aree metropolitane, le spiagge, i resort, le ville private, i beach club, i campus aziendali e universitari. “Tutte le volte che viaggiavo, soprattutto in posti dove la natura predominava, le meravigliose palestre degli hotel erano quasi sempre vuote e anch’io sentivo il bisogno di esercitarmi a contatto con la natura – afferma Gian Luca Innocenzi –. Mi sono reso conto che mancava una vera e propria palestra all’aperto dove potersi allenare, da qui l’idea di MyEquilibria, pensata sin da subito per essere fruibile da tutti”.

L’attività sportiva all’aperto è importante per avere la percezione personale della propria fisicità e ritrovare il giusto equilibrio tra il corpo, la mente e lo spirito. Tutto ciò è più semplice grazie all’innovativa attrezzatura di design.

Simone Lucci

Metalco Active è un’azienda italiana che produce e commercializza prodotti per l’attività fisica all’aperto. I fondatori della società sono l’ideatore di MyEquilibria, Gian Luca Innocenzi, attuale CEO, e Alfredo Tasca, Presidente Metalco, suo partner industriale. La caratteristica principale è una grande visione globale, d’integrazione tra culture ed esperienze professionali diverse: il design, la ricerca, l’ingegnerizzazione, l’innovazione tecnologica, le attività digital e il controllo di tutta la filiera produttiva fino alla commercializzazione. La vision è di utilizzare l’arte e il design per portare le persone a fare l’esercizio fisico. Per lo sviluppo della parte industriale ha come partner un’eccellenza italiana nel settore dell’arredo urbano, il gruppo Metalco, una realtà con grandi competenze nel settore dell’outdoor.

Metalco è un’azienda internazionalmente nota per la sua produzione di arredo urbano e dehors con un impianto di produzione di circa 25.000 mq. I suoi prodotti sono presenti in più di 4.000 città in 32 Paesi. Negli anni il successo commerciale ottenuto in Italia e all’estero spinge l’azienda ad una costante ricerca e sperimentazione nel design, nei materiali e nelle tecniche produttive. Fin dagli esordi la costante ricerca di forme e soluzioni innovative mirate ad esaltare la funzionalità degli oggetti è stata la linea guida adottata. Grande attenzione è stata data al tema ecologico attraverso certificati derivanti da foreste gestite in modo corretto e responsabile, prodotti riciclabili, mentre il fabbisogno energetico è coperto da un impianto fotovoltaico disposto sui tetti dello stabilimento. Molte le collaborazioni prestigiose con architetti e designer di fama internazionale quali Antonio Citterio, Pininfarina, Marc Aurel, Alessandro Lenarda e molti altri.

UN NUOVO ANTIDOTO PER UN ANTICOAGULANTE

UN NUOVO ANTIDOTO PER UN ANTICOAGULANTE

I Nuovi Anticoagulanti Orali (NAO) stanno assumendo un ruolo sempre più strategico nella prevenzione di eventi tromboembolici nei pazienti a rischio. Per questo motivo diventa importante poter disporre per le rare situazioni d’emergenza, di strumenti che ne inattivino gli effetti in maniera rapida, specifica e sicura.

Disponibile anche in Italia idarucizumab, farmaco che inattiva in maniera specifica l’effetto di dabigatran, inibitore diretto della trombina, primo della nuova generazione di anticoagulanti orali, entrato nel nostro Paese da circa tre anni, offrendo maggiore sicurezza ai pazienti con la fibrillazione atriale non valvolare.

Idarucizumab è un inattivatore specifico per dabigatran ed è indicato nei pazienti adulti trattati con dabigatran etexilato nei casi in cui si rende necessaria l’inattivazione rapida dei suoi effetti anticoagulanti3:

1°: Negli interventi chirurgici di emergenza/nelle procedure urgenti

2°: Nel sanguinamento potenzialmente fatale o non controllato.

Il programma di ricerca di Idarucizumab è stato avviato nel 2009, prima del lancio di dabigatran negli Stati Uniti nel 2010. Si basa sui risultati di studi su volontari sani e su quelli dell’analisi intermedia dello studio clinico RE-VERSE AD™. L’approvazione di idarucizumab da parte della Commissione Europea, avvenuta nel novembre 2015.

Cosa è idarucizumab e qual è il suo meccanismo d’azione?

Idarucizumab è un inattivatore specifico per dabigatran. È un frammento di anticorpo monoclonale umanizzato (Fab) che si lega con altissima affinità a dabigatran, circa 300 volte più potente dell’affinità di legame di dabigatran per la trombina. Il complesso idarucizumab-dabigatran è caratterizzato da una associazione rapida e da una dissociazione estremamente lenta che lo rendono un complesso molto stabile. Idarucizumab si lega in maniera potente e specifica a dabigatran e ai suoi metaboliti e ne neutralizza l’effetto anticoagulante.

“Nuovi Anticoagulanti Orali hanno rivoluzionato la prevenzione dell’ictus in presenza di Fibrillazione Atriale e hanno fatto sì che molti pazienti, che prima del loro ingresso nella pratica clinica non venivano trattati, oggi siano ‘protetti’ da complicanze tromboemboliche – afferma Giuseppe Di Pasquale, Direttore dell’Unità Operativa di Cardiologia dell’Ospedale Maggiore di Bologna –. I plus che li caratterizzano sono ormai noti: rispetto alla terapia anticoagulante tradizionale, i NAO, efficaci almeno quanto warfarin ma più sicuri, non necessitano di controlli ematici costanti, hanno scarsissime probabilità di interazioni con alimenti e altri farmaci, sono somministrati a dosaggio fisso e presentano un ridotto rischio di emorragie cerebrali rispetto alla terapia tradizionale.

Tuttavia esistono ancora alcune remore riguardo l’utilizzo di questi farmaci per la mancanza in un antidoto in caso di emergenza. Per questo motivo, l’arrivo di idarucizumab assume una particolare importanza”.

GOCCE DI SOLIDARIETÁ PER SOSTENERE LA CURA E LA RICERCA PEDIATRICA

GOCCE DI SOLIDARIETÁ PER SOSTENERE LA CURA E LA RICERCA PEDIATRICA

Gocce di solidarietà sparse per Milano. Ognuno di noi, quando è solo, è come una goccia. Solo quando ogni goccia si unisce alle altre si può dare vita a qualcosa di grande. Sulla metafora della goccia si basa un progetto di solidarietà a favore di Vidas in collaborazione con Bellosta Rubinetterie.

Bellosta Installazione GoccePer ogni foto scattata insieme alle grandi installazioni a forma di goccia e postata sulla pagina Facebook di Bellosta Rubinetterie con #bellostapervidas, l’azienda si impegna a donare 1 euro a sostegno dell’Associazione Vidas.

L’acqua è Vidas, gocce di solidarietà è il nome dell’iniziativa charity che è stata inaugurata il 12 aprile alle ore 19 con il Patrocinio del Comune di Milano.

Le installazioni sono posizionate in 36 punti nevralgici di Milano, la principale sarà in Largo Treves, dal 12 al 17 aprile, con un info point e un salvadanaio per permettere a chiunque di fare una piccola donazione.

Vidas è un’associazione, fondata a Milano nel 1982 da Giovanna Cavazzoni e attualmente presieduta da Ferruccio De Bortoli, che offre assistenza sociosanitaria completa e gratuita ai malati terminali di cancro. L’iniziativa prevede una raccolta fondi a sostegno del nuovo progetto: la Casa Sollievo Bimbi, un luogo a Milano dove i bambini possano essere sostenuti sia in day hospital pediatrico, con ambulatori, studi medici, palestra, una piccola piscina e spazi per attività di svago e gioco, sia nel reparto degenza con sei mini appartamenti in cui risiedere con un familiare. La struttura ospiterà anche il Centro Studi e Formazione per la ricerca in ambito pediatrico.

Vittoria Belvedere, Fedez, Dolce e Gabbana, Linus, Debora Villa, Teresa Mannino e Lella Costa sono alcuni testimonial immortalati nel Museo del Cavallo Giocattolo accanto a rari esemplari messi a disposizione dall’azienda Chicco per sostenere l’iniziativa di Vidas.

Tanti i personaggi del mondo della cultura, del cinema, della moda, della musica e dello spettacolo che hanno donato il loro appoggio, i loro volti e la loro voce, partecipando a uno spot diretto dall’attore e regista Silvio Muccino.

Testimonial - Vidas

“Siamo molto grati all’azienda Bellosta per un gesto di civile solidarietà che contribuisce in modo significativo a sostenere il progetto Vidas dedicato ai nostri pazienti più piccoli – afferma Ferruccio De Bortoli, Presidente dell’Associazione Vidas –. Confidiamo che questo sia soltanto il primo di molti progetti che potremo sviluppare insieme a Bellosta e ad altre realtà imprenditoriali consapevoli dell’importanza di aiutare chi soffre”.

Maurizio Bellosta, CEO di Bellosta Rubinetterie (azienda con oltre 50 anni di esperienza nel settore dell’arredobagno e 100% Made in Italy), e la sua famiglia, già protagonisti di iniziative rivolte al sostegno del mondo dei più giovani, hanno deciso di supportare l’importante progetto attraverso l’installazione di strutture a forma di goccia, che saranno dislocate in 36 punti della città di Milano a partire dal 10 aprile e fino al 5 maggio.

Simone Lucci

Bellosta Rubinetterie nasce nel 1961 nel cuore di un’area, il lago d’Orta, tradizionalmente legata alla rubinetteria e al design industriale. La famiglia discende dagli antichi stagnari che fin dal Cinquecento avevano costituito una corporazione a Roma. Il centro stile EQB DESIGN Bellosta collabora con noti architetti e designer come Alessandro Mendini, Piet Billekens e, da oggi, anche David Dolcini. Bellosta Rubinetterie è presente in Italia con l’atelier di Milano in Via Montenapoleone 22. Entro il 2016 è prevista anche l’inaugurazione dell’atelier romano, nella centralissima Piazza di Spagna.

UN SITO E UNA ‘APP’ DEDICATI AL TEMA PSORIASI

UN SITO E UNA ‘APP’ DEDICATI AL TEMA PSORIASI

Il Web è una fonte sempre maggiore d’informazioni sanitarie quindi anche i pazienti affetti da psoriasi si rivolgono a Internet per i motivi più disparati. É questo il pensiero di Antonio Costanzo, Direttore Clinica Dermatologica, “Sapienza” Università di Roma, Azienda Ospedaliera Sant’Andrea, Roma Membro del Consiglio Direttivo SIDeMaST.

“La maggior parte di loro va online per leggere informazioni o conferme riguardo alla terapia prescritta, mentre molti altri per cercare nuove terapie da proporre al proprio medico – precisa Costanzo –. Purtroppo il Web è una fonte d’informazioni poco controllata per cui è facile che il paziente possa ottenere notizie non complete e da fonti non scientificamente valide. Il classico esempio è quello del paziente che trova informazioni sugli effetti collaterali del farmaco che sta assumendo e fa presente al proprio medico che quel particolare effetto collaterale potenziale non gli era stato comunicato. In realtà nei vari blog si è più propensi a rilevare eventi avversi, anche rari, piuttosto che il funzionamento corretto del farmaco. Il paziente psoriasico, in particolare, è cambiato grazie al Web perché ha più aggiornamenti riguardo alla propria malattia, è più edotto e di conseguenza fa più domande al dermatologo, specie per quanto riguarda i trattamenti, ed è sicuramente un paziente più maturo, perché ha una percezione realistica sulla serietà della propria malattia. Molti pazienti con psoriasi però non utilizzano ancora Internet per informarsi sulla propria condizione e, inoltre, la maggior parte di essi non è trattata o è sottotrattata”.

Web però non significa solo forum e social network, ma sempre di più Mobile e quindi App. Il numero delle Mobile App è passato dalle 97.000 del 2013 alle 165.000 nel 2015 e di queste, i 2/3 sono inerenti al wellness e ben il 20% alla cura. In particolare, nell’ambito delle patologie croniche, la maggior sensibilità a device digitali, il trend del “quantify myself”, ecc.

Nasce così QualityCareTM, un sito web dedicato ai pazienti con psoriasi lieve-moderata che offre loro informazioni, servizi, approfondimenti e counseling online.

Il sito nasce con l’obiettivo di migliorare a 360° la qualità di vita dei pazienti offrendo loro tutte le risorse utili per vivere al meglio la propria quotidianità, senza trascurare alcun aspetto: dall’aderenza alla terapia all’alimentazione, dallo stile di vita, agli aspetti psicologici fino agli eventi scientifici e alle campagne di sensibilizzazione. Un vero e proprio portale che si candida a diventare un punto di riferimento quotidiano per le migliaia di persone che in Italia convivono con questa patologia.

Quali sono i servizi offerti?
Sul sito gli utenti troveranno prima di tutto informazioni, consigli sulla patologia e sugli stili di vita, con numerosi spunti pratici per convivere al meglio con la psoriasi, imparando a gestirla e a controllarla: non solo le informazioni generali, ma delle vere e proprie “pillole” informative aggiornate ogni giorno e dedicate a tutti gli aspetti che ruotano intorno a questo tema. Inoltre, il vero valore aggiunto della piattaforma sono quei servizi innovativi e personalizzati sviluppati sulla base di ricerche svolte proprio per soddisfare le esigenze dei pazienti in rete, come la sezione dedicata interamente alla nutrizione, con la collaborazione di un esperto nutrizionista, e il servizio “Chiedi all’esperto” con uno specialista dermatologo dedicato a rispondere ai quesiti degli utenti in forma privata.

Infine, i pazienti possono scaricare gratuitamente sul proprio smartphone l’App “MyPso” per avere sempre a portata di mano i consigli del sito QualityCareTM.

Come funziona?
Registrandosi sul portale QualityCareTM e inserendo i propri dati sarà possibile avere accesso ad una Homepage ricca d’informazioni personalizzate per conoscere e gestire al meglio la psoriasi, patologia cronica e recidivante con la quale molti pazienti convivono quotidianamente.

Il menù del sito è composto da 5 macroaree:

  1. “Eventi” (le iniziative di sensibilizzazione, i congressi, gli incontri da non perdere).
  2. “Nutrition” (le ricette e i consigli del nutrizionista per un’alimentazione sana che tenga conto della patologia).
  3. “Chiedi all’esperto” (uno specialista dermatologo a disposizione degli utenti).
  4. “Pillole del giorno” (brevi news di poche righe per restare sempre aggiornati).
  5. “Glossario” (una raccolta di termini scientifici per approfondire i contenuti).

Uno dei punti di forza di QualityCareTM è sicuramente rappresentato dalla sezione Nutrition che tratta di come approcciarsi al cibo e alle ricette sane, senza però dimenticare il gusto e il piacere di mangiare. Le ricette proposte, dal nasello in crosta alle tagliatelle di zucca, dalle alici marinate al dolce morbido alle noci, sono tutte “PSO-Ok” e sono studiate per essere al tempo stesso sazianti, appetitose e adatte per chi soffre di psoriasi.

Inoltre è possibile avvalersi della consulenza di un nutrizionista online: attraverso un box dedicato, ogni utente potrà richiedere un consulto in forma privata con l’esperto che risponderà tramite mail alle domande riguardanti tutti i temi legati all’alimentazione e alla psoriasi.

Analogamente anche la sessione Chiedi all’esperto si avvale della consulenza online di uno specialista dermatologo, grazie alla quale sarà possibile inserire in un box dedicato il proprio quesito e inviarlo allo specialista per ottenere una risposta.

Molto interessanti anche le sotto-sessioni del sito più orientate nei confronti della psoriasi e dei suoi trattamenti.

Le 5 sotto-sezioni sono:

  1. “Tutti gli argomenti”
  2. “Gestione dei sintomi”
  3. “Gestione della terapia”
  4. “Vivere con la psoriasi”
  5. “Conoscere la psoriasi”

Ogni sezione si arricchisce di articoli e news riguardanti il tema della gestione dei sintomi, della gestione della terapia, la convivenza quotidiana con la psoriasi e la conoscenza della malattia. Inoltre, per ogni sotto-sezione verranno indicati tra gli articoli “i più visitati al momento” e “potrebbero anche interessarti”, consentendo così all’utente di trovare facilmente tutte le news che possono essergli utili.

Il sito, nei prossimi mesi, si arricchirà di ulteriori strumenti e servizi utili che faranno di QualityCareTM il portale di riferimento per i pazienti sui temi legati alla psoriasi.

Per maggiori informazioni visita il sito: http://www.qualitycare.it/

Oppure scarica l’app gratuita: MyPso 

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LA PSORIASI
La psoriasi è una malattia della pelle, ad andamento cronico e recidivante, che si manifesta con la comparsa di chiazze rossastre e rotondeggianti, ben delimitate da margini netti. Con il progredire della patologia, le chiazze possono confluire e sono ricoperte di squame di colore bianco-argenteo. La psoriasi può interessare tutta la superficie corporea, ma le aree classicamente colpite sono: gomiti, ginocchia, cuoio capelluto e regione sacrale.

L’evoluzione di questa malattia, per la quale non esiste ancora oggi una terapia risolutiva, è imprevedibile e può procedere attraverso riacutizzazioni, miglioramenti e talvolta anche persistenti remissioni.

È importante rilevare che anche una minima estensione della malattia sulla superficie corporea può essere associata a comorbilità. Numerosi studi hanno dimostrato che non solo vi è un’associazione tra psoriasi e artrite psoriasica, depressione e abuso di sostanze, ma anche che i pazienti affetti da psoriasi presentano una maggior incidenza della sindrome metabolica, e quindi obesità, diabete, patologie cardiovascolari.

Tipi di psoriasi
La severità della psoriasi è misurata in base all’estensione delle lesioni, al grado di eritema, desquamazione e infiltrazione, alla risposta alle terapie e al grado di disabilità sociale e psicologica.

Le varie forme cliniche sono:

  • psoriasi a placche: è la forma più comune. Le lesioni compaiono a livello del cuoio capelluto, del tronco e sugli arti. Anche le unghie possono essere coinvolte;
  • psoriasi guttata: colpisce prevalentemente i bambini e si manifesta con piccole chiazze su tutto il corpo; spesso è correlata a faringite streptococcica;
  • psoriasi pustolosa: si presenta sotto forma di piccole pustole che ricoprono aree delimitate (palmi delle mani o piante dei piedi), oppure tutto il corpo;
  • psoriasi inversa: è comune nelle persone anziane e colpisce le pieghe (regione ascellare, inguinale e pieghe sottomammarie). Le lesioni possono essere umide;
  • psoriasi eritrodermica (detta anche psoriasi esfoliativa): è interessata tutta la superficie cutanea che si presenta uniformemente arrossata con desquamazione intensa3.

La psoriasi lieve-moderata
La maggior parte delle persone affette da psoriasi (circa l’80%) soffre di psoriasi a placche, nella forma lieve o moderata. La psoriasi si definisce:

  • lieve, quando interessa meno del 10% della superficie ed è controllata con successo dalla terapia locale;
  • moderata, quando interessa dal 10 al 20% della superficie corporea o meno del 10% ma con localizzazioni importanti (viso e mani) che pesano sulla qualità di vita del paziente, ed è ben controllata con la terapia locale.

Molto spesso la psoriasi lieve-moderata non viene riconosciuta e adeguatamente trattata. Inoltre, sono soprattutto i pazienti affetti da queste forme a manifestare il maggior grado d’insoddisfazione riguardo alla gestione terapeutica e clinica della malattia, dal momento che le terapie sistemiche, anche in considerazione del profilo di sicurezza per svariati aspetti non ottimale, sono riservate a forme di psoriasi moderata-grave.

La psoriasi può inoltre presentarsi di livello moderato-grave, quando interessa più del 10% della superficie corporea ma non risponde alla terapia locale, o che interessa meno del 10% della superficie corporea ma è presente in aree “problematiche” (cuoio capelluto, mani e piedi); è grave quando coinvolge più del 20% della superficie corporea o meno del 20% ma è instabile, rapidamente progressiva e interessa parti importanti come le superfici palmo-plantari e il cuoio capelluto.

Epidemiologia
La psoriasi colpisce in egual misura gli uomini e le donne, anche se studi sull’incidenza della patologia suggeriscono che tende a manifestarsi più precocemente nella popolazione femminile.

Nel mondo ne sono affette circa 125 milioni di persone, pari al 3-4% in occidente, e al 3,1% nella popolazione italiana6.

L’incidenza è intorno ai 6 casi per 10.000 abitanti ogni anno, e appare più alta nei Paesi sviluppati, mentre si riduce tra Neri e Asiatici e in alcuni gruppi etnici, come gli Aborigeni australiani, ed è del tutto eccezionale nei Nativi americani. Tuttavia, le minoranze sono soggette ad ammalarsi nella forma grave e a soffrire di un maggiore distress sociale ed emozionale.

La patologia può insorgere a qualsiasi età, ma nelle forme dell’adulto è più comunemente diagnosticata ai 20 e ai 50 anni d’età.

Fattori scatenanti
La psoriasi è una malattia a carattere genetico: circa il 30% dei soggetti con psoriasi ha una storia familiare nei parenti di primo grado. La probabilità di ammalarsi con entrambi i genitori affetti da psoriasi è di circa il 40%.

Molti possono essere i fattori ambientali scatenanti. Tra questi:

  • i traumi fisici, come il grattamento, le ustioni, le cicatrici chirurgiche o i traumi accidentali;
  • lo stress emotivo;
  • l’aumento dell’indice di massa corporea, correlato all’incremento del rischio di manifestare la malattia;
  • le infezioni delle alte vie respiratorie, causate prevalentemente dallo streptococco betaemolitico, soprattutto nei pazienti pediatrici;
  • alcuni farmaci, ad esempio sali di litio, beta-bloccanti, antimalarici, FANS;
  • l’etilismo e il fumo, che spesso accompagnano le forme gravi di psoriasi e sono maggiormente correlati all’insorgenza di psoriasi pustolosa3.

Ripercussioni sulla qualità di vita
La psoriasi incide su gran parte degli aspetti del vivere quotidiano del paziente, dalla scelta dei vestiti alle attività sportive, come ad esempio il nuoto, dove l’esposizione di aree cutanee affette comporta emarginazione ed esclusione. L’impatto negativo della patologia si ripercuote anche sulle attività lavorative e scolastiche e sulle relazioni affettive. La compromissione dell’aspetto estetico può dar luogo a disturbi a livello psichico, affettivo e professionale. Il peso psicologico e sociale che essa impone spesso oltrepassa la gravità del disturbo in sé: più del 60% dei pazienti associa alla malattia una diagnosi di depressione e, di questi, il 10% ha idee di suicidio.

Le manifestazioni cutanee della malattia, oltre al dolore e al prurito, provocano disagio, frustrazione e vergogna, da cui deriva la perdita di autostima e un senso di stigmatizzazione. I pazienti provano insicurezza e cercano di nascondere agli altri il proprio problema, spesso isolandosi per paura del rifiuto sociale. Questo forte disagio è ulteriormente esacerbato dal pregiudizio, purtroppo ancora diffuso nella maggior parte degli italiani, che la patologia sia contagiosa e questo fa si che molte persone con psoriasi frequentino esclusivamente persone affette dalla stessa malattia.

La psoriasi può dunque essere considerata a tutti gli effetti una patologia invalidante, per via dell’impatto fortemente negativo sui pazienti che ne soffrono, che può arrivare a condizionare anche i progetti lavorativi e di carriera.

L’ULTIMA FRONTIERA DELL’ENOLOGIA: IL VINO VEGANO

L’ULTIMA FRONTIERA DELL’ENOLOGIA: IL VINO VEGANO

Cresce il numero di vegani in Italia. Negozi, supermercati e ristoranti si stanno adattando per fornire prodotti a chi segue questa filosofia di vita. L’ultima frontiera? Il vino vegano prodotto con processi che escludono l’utilizzo di qualsiasi sostanza di origine animale e privo di sostanze di origine animale, materie sostituite con la bentonite, un minerale argilloso che chiarifica il vino.

Il vino vegano e in generale il vino biologico mantengono il gusto, l’aspetto, il sapore e il grado alcolico del vino tradizionale, quindi non si tratta di un vino analcolico artificiale. Tale tipologia di bevanda è ottima e apprezzata anche da chi non è vegano, in quanto è prodotta con uve coltivate in modo naturale senza ricorrere alla chimica.

IL VINO VEGANO E BIOLOGICO DELLE CAMPAGNE TREVIGIANE

Cinque generazioni di storia e di tradizione, un lungo impegno nella produzione enologica nel rispetto della naturalità e della massima qualità, sono le salde radici della cantina Pizzolato che, dal 1981 a Villorba (TV), produce esclusivamente vino biologico e vegano.

Vitigno - Particolare

La cantina nasce trentacinque anni fa quando Settimo Pizzolato entra in azienda a fianco del padre Gino Pizzolato, intraprendendo la via del biologico. Nella pulita e incontaminata campagna trevigiana, la vite cresce e produce frutti equilibrati, naturali e biologici per l’appunto, poiché all’interno della cantina vige: il rispetto per i cicli della natura e il rifiuto di utilizzare chimica e fitofarmaci. Nel 1991, il produttore ottiene la certificazione ufficiale per realizzare i vini biologici, e le tecniche di vinificazione e di imbottigliamento sono regolamentate dal nuovo statuto europeo sul vino biologico. “Sono trascorsi trentacinque anni da quando ho affiancato mio padre al timone della nostra azienda agricola – racconta Settimo Pizzolato, titolare della cantina –. Il mio desiderio è sempre stato di convertire la produzione al biologico, per ritrovare il legame tra uomo e terra. Grazie alla mia determinazione, sono riuscito a realizzare questo sogno e a diffondere in tutto il mondo un vino rispettoso dell’ambiente. Oggi, il lungo percorso si corona con l’ideazione della nuova cantina, che rappresenta perfettamente lo stile di vita che perseguo e di cui i miei vini sono ambasciatori, in modo particolare il Malanotte “Il Barbarossa”, il Raboso Piave DOC e il Manzoni Bianco”.

Vino

Tutti i vini presenti nella cantina sono biologici e alcuni privi di solfiti aggiunti.

Ci siamo dedicati alla produzione di una linea di vini senza solfiti aggiunti – riferisce l’imprenditore –. L’iter di produzione del nettare di Bacco prevede una particolare attenzione nelle fasi di vinificazione, in modo da ridurre i processi ossidativi, ovvero il contatto con l’aria per evitare fermentazioni indesiderate, casi questi che si accentuano con la mancanza di conservanti, quali sono i solfiti. Prosecco Spumante, Cabernet Sauvignon, Rosso Convento, Merlot e Convento sono i nostri vini senza solfiti, o di altri surrogati e tantomeno di chiarificanti di origine animale o chimica. CertificazioniTali vini mantengono le caratteristiche originarie dei vitigni di provenienza, facendo riscoprire la fragranza, i profumi e i sapori dei vini d’altri tempi”.

Particolare è il processo produttivo del prosecco Spumante doc senza solfiti, che richiede maggiore attenzione rispetto ai rossi merlot, cabernet e rosso del convento, per l’aggiunta della fase di spumantizzazione, che consente di ottenere un prodotto dal perlage fine e delicato adatto agli aperitivi o in abbinamento a semplici stuzzichini o antipasti.

L’impegno ambientale è la filosofia della famiglia Pizzolato e coinvolge, anche, ogni aspetto del processo produttivo: dall’utilizzo di energia pulita, autoprodotta per il 50% grazie ad un impianto fotovoltaico posto sul tetto della cantina, alla riduzione degli sprechi tramite impianti di ultima generazione e a basso consumo energetico, dai sistemi di accensione e spegnimento automatico delle luci ai termostati localizzati, fino alla fitodepurazione e diminuzione del consumo di acqua in campagna attraverso la microirrigazione.

Villa

Sono molte le attenzioni che la cantina Pizzolato attua per la tutela dell’ecosistema, tramite piccoli accorgimenti e sistemi all’avanguardia per limitare l’impatto energetico e riutilizzare le risorse idriche depurate in altri processi. Un impegno che esprime una promessa mantenuta nel pieno rispetto dell’ambiente e della società.

Il futuro della cantina ha radici bio. Nel prossimo Vinitaly, la cantina Pizzolato si presenterà con un’immagine completamente rinnovata e uno spazio espositivo che racconterà l’anima biologica della nuova cantina trevigiana, che è stata realizzata con materiali a Km zero e verrà inaugurata ufficialmente il 29 maggio 2016.

Vinitaly sarà l’occasione per mettere in mostra il mondo in cui opera Pizzolato e la qualità dei vini, biologici, vegani e senza solfiti aggiunti. L’intera linea dei vini senza solfiti, con il Prosecco Spumante senza solfiti, ultimo nato, si potranno degustare anche presso il padiglione 8, stand 17, di Vinitaly Bio.

Simone Lucci

IL CIOCCOLATO MODICANO RACCONTATO DA UN ASSAGGIATORE CHOCOLIER

IL CIOCCOLATO MODICANO RACCONTATO DA UN ASSAGGIATORE CHOCOLIER

La storia del cioccolato Modicano ha origini antichissime. La ricetta fu introdotta in Sicilia, e in particolare nella Contea di Modica, durante la dominazione spagnola dell’Isola nel XVI secolo. Furono proprio questi ultimi che sbarcati nel “nuovo mondo” appresero dagli Aztechi l’arte della preparazione del “Xocoàtl”.

Le fave di cacao erano macinate su di una pietra ricurva chiamata “metate” con uno speciale matterello, anch’esso di pietra. Successivamente la pasta così ottenuta veniva mescolata a spezie varie.

Nella Contea Di Modica, la ricetta fu “personalizzata” aggiungendo zucchero e spezie, come vaniglia e cannella, ottenendo così un prodotto che, oltre ad essere nutriente, era considerato anche un medicinale.

Col passare dei secoli questa ricetta andò per lo più in disuso; lo scrittore Leonardo Sciascia attestava la sua conservazione solo a Modica e ad Alicante, in Spagna, descrivendo il prodotto ottenuto: “Di inarrivabile sapore… che sfiora l’assoluto”.

Il cioccolato rappresentava allora un tale lusso che veniva servito esclusivamente nelle corti e nei salotti nobiliari. La ricetta è riuscita ad arrivare immutata sino ai nostri giorni senza mai passare alla fase industriale.

Il cioccolato di Modica si differenzia dagli altri per la particolare lavorazione “a freddo”, cioè a bassa temperatura, senza subire il concaggio. Così facendo, la pasta di cacao mantiene tutte le sue caratteristiche organolettiche e in più non si fonde con lo zucchero, in una vera e propria lavorazione a crudo. All’impasto vengono poi aggiunti: cannella, vaniglia o altre spezie. Il risultato? Un cioccolato fondente, un po’ granuloso, privo di grassi vegetali aggiunti e con un’ottima consistenza.

Gli ingredienti che troviamo in un cioccolato di qualità sono: fave di cacao, zucchero, burro di cacao e leticina di soia. La CE (Comunità Europea) ammette la presenza di altri grassi vegetali, oltre al burro di cacao, fino a un max del 5%; esempi di tali surrogati sono il burro d’illipè, di karité, il kokum, quello prodotto dall’olio di palma, di colza e di mango e il grasso di shorea.

In conclusione si potrebbe affermare che in genere un cioccolato Modicano tende ad avere meno grassi di un comune cioccolato e che sia anche leggermente meno calorico.

Oggi, si stanno facendo i passi per l’introduzione del Cioccolato di Modica negli elenchi IGP (Indicazione Geografica Protetta) del Ministero delle Politiche Agricole e della relativa Commissione Europea.

Camilla Guiggi,

Assaggiatore Chocolier dell’Istituto Internazionale Chocolier

IL CIOCCOLATO BIOLOGICO, LAVORATO A FREDDO, È DA PREMIO OSCAR

Antiossidante, adattogeno, stimolante sessuale, antidepressivo e immunostimolante sono le proprietà del cacao esaltate nella linea di 6 barrette biologiche di cioccolato modicano Qualità della Vita. Per preservare al massimo le straordinarie qualità funzionali del cacao, i prodotti Sabadì sono realizzati con materie prime provenienti da presidi Slow Food o da commercio equo e solidale, e creati attraverso l’innovativa lavorazione a freddo.

“La pasta amara di cacao è sciolta a una temperatura massima di 42 gradi centigradi e posta in una macchina temperatrice, con l’aggiunta di zucchero e altri ingredienti miscelati a una temperatura che viene abbassata progressivamente per stabilizzare il burro di cacao presente nell’impasto – afferma Simone Sabaini, fondatore dell’azienda –. In seguito, il prodotto è inserito in forme e fatto ulteriormente raffreddare”. Il cioccolato solidificato è avvolto con un confezionamento primario in flow pack e successivamente negli astucci destinati alla vendita. Le barrette Sabadì si possono definire cioccolato funzionale biologico, in quanto si tratta di prelibatezze create con altre sostanze naturali allo scopo di esaltare le proprietà nel prodotto madre, garantendo un alto valore nutrizionale.

Cioccolato - Sabadì

Ottimismo, Sesso, Ozio, Salute, Bellezza e Giovinezza sono i nomi delle barrette di cioccolato ideate da Simone Sabaini in collaborazione con Ambrosia Lab, impresa spin-off dell’Università di Ferrara guidata dal Professor Manfredini, direttore del dipartimento di Scienze Farmaceutiche.

Cioccolato - GiovinezzaGiovinezza è un cioccolato biologico arricchito con bacche di açaí, rosa canina, arancia rossa, estratto di acini d’uva e di tè verde. Ricerche scientifiche attestano che circa 7 grammi di cioccolato Giovinezza soddisfano il fabbisogno giornaliero di antiossidanti. Grazie alle sue proprietà, la barretta si è contraddistinta nella categoria cioccolatini modicani durante la cerimonia finale del Salon du Chocolat che si è tenuta nel capoluogo lombardo, aggiudicandosi La Tavoletta d’Oro, l’Oscar al cioccolato italiano di qualità secondo le valutazioni della Compagnia del Cioccolato.

Il cioccolato di Modica si differenzia dagli altri cioccolati in quanto non contiene burro di cacao aggiunto. Così, si ottiene un prodotto meno grasso, che lascia sempre il palato molto pulito, e che si presta maggiormente agli abbinamenti e a innovative sperimentazioni.

L’amore per la ricerca ha condotto Simone Sabaini ad abbinare il cioccolato con il tabacco Kentucky, un progetto straordinario ma lasciato cadere per vincoli di legge legati al tabacco, e all’ideazione del nuovo e originale cioccolato affinato in barrique. “Dopo oltre un anno di sperimentazione abbiamo messo a punto una tecnica che consente di affinare il cioccolato in barrique – riferisce Sabaini –. Un modo nuovo di far dialogare il cioccolato con il mondo del vino, dei distillati e delle birre”.

Cioccolato - Barrique

La sperimentazione è iniziata con una barrique di Marsala di Marco de Bartoli e la realizzazione avviene con un processo lavorativo complesso che prevede l’affinamento di materia prima e semilavorato in diversi stadi. “La componente grassa presente naturalmente nel cacao (burro di cacao) ha la caratteristica di assorbire per migrazione odori e aromi dall’ambiente esterno – afferma il fondatore –. Partendo da questa caratteristica del cacao e dei suoi derivati, nasce l’idea di un nuovo processo di lavorazione che consente al cioccolato di assorbire le componenti aromatiche di vino e distillati mediante l’affinamento nelle botti in legno”.

Tale variante di cioccolato è pensata per abbinare il dolce al vino stesso, con l’obiettivo finale di creare a Modica la prima cantina al mondo per l’affinamento del cioccolato in barrique. Le prime squisitezze sono già pronte e disponibili per la vendita nel nuovo spazio Sabadì a Modica, Corso San Giorgio, 105.

Sperimentazioni culinarie e innovazioni tecnologiche consentono al brand di proporre cioccolatini originali, gustosi e biologici che soddisfano il palato dei più golosi.

Simone Lucci

ritratto-tasteSimone Sabaini, veronese di nascita, dopo un esperienza nel mondo della finanza, decide di cambiare vita. Lavorando per quattro anni in Altromercato, Sabaini ha l’opportunità di collaborare a stretto contatto con produttori di cacao e zucchero in Sud America, un’esperienza che lo porta a trasferirsi a Modica dove fonda Sabadì, con l’obiettivo di elevare il livello qualitativo del cioccolato di Modica, convinto delle sue grandi potenzialità in termini di gusto. Simone Sabaini decide di produrre un cioccolato di Modica lavorato a freddo e senza burro di cacao aggiunto, che si mantiene lucido e compatto, con una forte persistenza del cacao e senza una troppo invadente percezione di zucchero. Il forte tasso di innovazione in tutti i prodotti proposti, unita alla selezione maniacale della materia prima (biologica, da presidi slow food ed equo solidale), portano Sabadì in soli 3 anni a essere presente nei più importanti Department Stores del lusso del mondo e a essere distribuito in più di mille negozi di eccellenza in Italia.

DA UN’AZIENDA GREEN I DETERGENTI BIOLOGICI PER LA CASA E PER IL CORPO

DA UN’AZIENDA GREEN I DETERGENTI BIOLOGICI PER LA CASA E PER IL CORPO

La casa è uno dei posti in cui trascorriamo la maggior parte del tempo della nostra vita. Molte donne e uomini vorrebbero possedere la tanto ambita bacchetta magica per avere un ambiente domestico pulito, splendente e ordinato, fondamentale per condurre uno stile di vita sano. Per far fronte a tali bisogni, sempre più aziende si impegnano a creare detergenti per l’igiene personale e della casa efficaci, salutari, biologici e soprattutto rispettosi della natura.

Winn's - Prodotto dell'Anno

“Prodotto dell’Anno 2015” nella categoria Prodotti per la Casa Ecologici è la linea Ecologica Winni’s, completa di detergenti a basso impatto ambientale per la cura del bucato e la pulizia delle superfici e stoviglie formulata solo con tensioattivi di origine vegetale e naturale, rapidamente biodegradabili e a ridotto impatto ambientale. Creati senza fosfati, derivati e allergeni, i detersivi risultano ideali per il bucato degli abiti di bambini e di tutti i capi a contatto con pelli sensibili, per la tutela della salute di chi li usa e dell’ambiente.

Winni's Cosmesi

Il brand ha arricchito la linea Winni’s con prodotti destinati alla cura della persona. Sapone, detergenti, gel doccia e shampoo sono ideati con tensioattivi di origine vegetale e principi attivi che provengono direttamente dall’agricoltura biologica. Ciascun articolo è sottoposto a severi test di ipoallergenicità che rispondono alle rigorose certificazioni ICEA (Eco Bio Cosmesi), Skineco (ecodermocompatibilità) e Vegan OK.

L’impegno ambientale dell’azienda famigliare Madel è rispettato fin dalla produzione, che avviene nello stabilimento di Cotignola fondato nel 1977, grazie alle intuizioni di Giovanni della Cuna, insieme al figlio Maurizio e al genero Giacomo Sebastiani.

Madel

86.000 mq, 300 referenze e 12 linee di produzione sono alimentate da un impianto fotovoltaico e da energia garantita rinnovabile. L’attenzione all’eco-stenibilità e filosofia verde caratterizza tutti i processi produttivi di Madel a cominciare dalla produzione di energia pulita ottenuta dall’impianto fotovoltaico posto sul tetto. 48 mila metri quadri di pannelli che producono 2.500.000 kwh all’anno, rendendo l’impianto autosufficiente per il 60%, il restante 40% d’energia proviene da fonti rinnovabili certificate.

L’impresa dedica la massima attenzione allo smaltimento differenziato dei rifiuti, all’assenza di materie prime tossiche per i dipendenti e al riutilizzo degli scarti di produzione, sia plastici che liquidi. Per riscaldare o raffreddare l’area di produzione viene utilizzata l’acqua calda proveniente dal processo industriale.

Gli uffici amministrativi e commerciali si trovano in una palazzina di recente costruzione di classe energetica A e costruita interamente in vetro, un materiale riciclabile al termine del suo ciclo di vita. La partnership con C4G Recycling consente di effettuare un recupero completo delle bobine utilizzate per le etichette, diminuendo così lo spreco di carta e l’impatto sull’ambiente.

Palazzina Madel

beECO – absolutely pure è il certificato rilasciato a Madel che garantisce l’impatto zero delle sue fonti di produzione energetica sull’ambiente, inoltre, l’azienda è ISO 9001:2008 perché aderisce al progetto AISE che certifica i prodotti realizzati con criteri di sostenibilità. L’impresa è Officina di Produzione autorizzata dal Ministero della Sanità, quindi abilitata a creare prodotti con Presidio Medico Chirurgico e associata a Centromarca.

E per il futuro? Migliorare il water footprint e l’impiego di materie prime con sempre minor impatto ambientale.

Simone Lucci

IL BENESSERE RACCHIUSO NELLE TAZZE DI CAFFÈ

IL BENESSERE RACCHIUSO NELLE TAZZE DI CAFFÈ

L’aroma di caffè che si diffonde ogni mattina nelle cucine di molte famiglie è il rito quotidiano del risveglio più diffuso a cui pochi sono disposti a rinunciare. Amato o attaccato per i suoi presunti effetti negativi sulla salute, il caffè è da sempre tra le bevande più consumate al mondo e se assunto in dosi moderate non crea effetti negativi. Talvolta, può prevenire l’insorgenza di alcune patologie e aumenta, persino, l’attesa di vita. Proprio come affermano i risultati presentati da esperti e dall’ica, Associazione Italiana Caffè.

“Il consumo di caffè non implica rischi particolari per la salute – afferma Gianpaolo Gensini, Professore Ordinario Medicina Interna e Presidente del Centro Studi di Medicina avanzata –. Negli anni recenti, un ampio studio del National Institute of Health condotto in 229.119 uomini e 173.141 donne dai 50 ai 71 anni ha permesso di rilevare una riduzione della mortalità totale e una diminuzione di patologie cardiocerebrovascolari, diabete, infezioni, traumi e incidenti”.

Dopo 9.400 studi scientifici, dal 1990 in poi, si hanno conoscenze più approfondite sul caffè che è stato eletto alimento importante all’interno di una sana ed equilibrata alimentazione. “È dimostrato che se bevuto nelle dosi consigliate di circa 300 mg (ovvero 4-5 tazzine di espresso, 3-4 di tazzine preparate con la moka o 2,5 tazze di caffè americano), il caffè non produce alcun effetto negativo sull’individuo sano, grazie anche al suo potere antiossidante – afferma Amleto D’Amicis, Direttore UO INRAN –. Per la cirrosi epatica e per il diabete, l’alimento può svolgere un’importante azione preventiva”.

Caffè e Benessere

Le modalità con cui vengono effettuati molti studi non sono spesso univoche, perché variano in base alla grandezza della tazza (ovvero la quantità di bevanda), al tipo di miscela o al metodo di preparazione presi in esame. Da qui spesso nascono problemi di interpretazione, soprattutto negli studi epidemiologici.

Negli ultimi 20 anni, numerosi studi epidemiologici hanno associato il consumo di caffè all’insorgenza di neoplasie, riportando però risultati inconsistenti. “Ricerche scientifiche hanno evidenziato che il consumo di caffè può proteggere l’organismo dal tumore al colon-retto, al fegato e all’endometrio – riferisce Sabina Sieri, ricercatrice in Epidemiologia Nutrizionale Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano –. I risultati ottenuti oggi sono sorprendentemente positivi rispetto al passato, quando bere caffè era considerata un’abitudine poco sana. Infatti, i dati non mostrano una correlazione tra il consumo di caffè e il rischio di sviluppare un tumore”.

Sono importanti anche le novità per quanto riguarda il rapporto tra caffè e sistema cardiovascolare. “Gli effetti sulla salute cardio-vascolare sono stati studiati prendendo in esame il consumo della bevanda in relazione alle singole componenti del caffè – spiega Luca Scalfi, Professore Ordinario di Fisiologia presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II –. Le ricerche cliniche di epidemiologia nutrizionale e le relative meta-analisi indicano che l’assunzione di caffè in dosi adeguate riduce l’insorgenza di malattie cardiovascolari. Restano da identificare con più certezza le componenti responsabili di tale effetto”.

Caffè e Salute

Per chi soffre di malattie gastroenteriche, l’alimento svolge un’azione protettiva. “Consumare caffè protegge dal rischio di incorrere in malattie croniche del tratto gastrointestinale e del fegato – dichiara Daniele Del Rio, Professore Associato di Nutrizione Umana presso l’Università degli Studi di Parma –. Noi ricercatori e clinici dobbiamo compiere un ulteriore sforzo per comprendere a pieno la complessità della relazione tra il consumo di caffè e la salute, disegnando ricerche di laboratorio e studi sull’uomo per confermare e rafforzare i progressi ottenuti fino a oggi”.

Sono stati effettuanti anche studi più tecnici in termini di varietà e tostatura. Del caffè e dei chicchi si conoscono il profumo e le diverse varietà, come Arabica e Robusta. Ma di cosa è fatto un chicco di caffè, quale è il suo DNA? “Il DNA di un chicco di caffè contiene le informazioni necessarie per lo sviluppo di nuove tipologie, e varia costantemente da una specie all’altra, permettendo la distinzione tra Arabica e Robusta, oltre a identificare varietà diverse all’interno delle due categorie – specifica Giorgio Graziosi, Professor of Coffee Genetics all’Università di Trieste –. La maggior parte del DNA viene danneggiata durante i procedimenti di tostatura e macinazione. Per prevenire il danno sono nati metodi di recupero di una sufficiente quantità di DNA, consentendo di eseguire prove di identificazione di specie”.

Caffè Varietà

Tostatura e torrefazione sono due processi imprescindibili per ottenere il caffè, processi che modificano la natura del chicco. “La torrefazione è l’iniezione di energia termica nei chicchi di caffè verde che crea una quantità di composti chimici non presenti allo stato crudo, per tale motivo un accurato controllo delle condizioni di tostatura è fondamentale – riferisce Marino Petracco, Ingegnere Chimico e docente scientifico all’Università del Caffè di Trieste –. Molti composti che si ottengono sono importanti per l’aspetto sensoriale (colore, aroma…) che rendono il caffè gustoso, altri agiscono sulla fisiologia del consumatore che possono essere visti sotto una luce più o meno favorevole”.

Grazie ai benefici della bevanda, l’appuntamento mattutino con la tazza di caffè per cominciare la giornata sarà irrinunciabile. Ora non bisogna far altro che scegliere: arabica o robusto?

Simone Lucci

UNA PARATA PER DIRE NO ALLE DIPENDENZE

UNA PARATA PER DIRE NO ALLE DIPENDENZE

Tutti insieme per dire no alle dipendenze è lo slogan della parata socialmente utile che si terrà il 12 marzo 2016 a Rimini organizzata da Art’ Up, associazione di Milano che si occupa di formazione artistica su base olistica con corsi, percorsi e progetti socialmente utili che sfruttano l’arte come mezzo terapeutico. Un evento che inizierà in Piazza Cavour alle ore 10 e si concluderà alle 16 al Teatro degli Atti, dove avrà luogo un talk show esperienziale per divertirsi, imparare e scoprirsi.

L’iniziativa fornisce la possibilità di utilizzare l’arte e il gioco come strumenti per combattere e sconfiggere le dipendenze di ogni genere. “Raccontare i fenomeni di dipendenza è un importante mezzo per contrastarne la diffusione – riferisce Michele Casula, presidente di Art’s Up –. L’evento consente di comprendere le abitudini scorrette, le strategie preventive, gli strumenti diretti per comprendere i fenomeni di dipendenza da gioco, sesso o sostanze, e l’utilità dell’arte e del divertimento come mezzi per fronteggiare tali atteggiamenti”.

Nada Starcevic, ricercatrice, è autrice di diversi libri sulla vita di coppia, esperta di educazione sessuale, di disagio e depressione giovanile ha introdotto il concetto di alessitimia. “È questo il vero filo conduttore che unisce tutte le dipendenze – afferma la ricercatrice –. Ho compreso che la mia ricerca basata sull’osservazione e sulla stimolazione dei bisogni endogeni, è la strada per veicolare le dipendenze dall’ inconscio verso l’espressione, o meglio verso l’espressione di Sé, che è la chiave per superare un comportamento dipendente o peggio compulsivo”.

L’evento si svolgerà in compagnia di Funkasin Street Band – M2O Radio con AQPP.

Simone Lucci

LA RICICLETTA® E UN TEAM DI SPORTIVE A SUPPORTO DEL RICICLO E DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILE

LA RICICLETTA® E UN TEAM DI SPORTIVE A SUPPORTO DEL RICICLO E DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILE

Riciclare alluminio fa bene all’ambiente e all’economia. L’Italia è la prima nazione in Europa e terza nel mondo per capacità di recupero di questo metallo per la produzione di: automobili, caffettiere, occhiali e biciclette.

Il CIAL, Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi in Alluminio, sostiene il riciclo e la mobilità sostenibile attraverso l’oggetto simbolo del riuso: la Ricicletta®, city bike realizzata attraverso il riciclo di 800 lattine per bevande in alluminio.

ricicletta-foto

L’associazione è vicina anche al mondo dello sport, in particolare al ciclismo, supportando i campioni che sono diventati testimonial ambientali d’eccezione.

Oltre alla partnership con il team maschile dell’Astana, la squadra dei pluripremiati Vincenzo Nibali e Fabio Aru, il Consorzio ha stretto un nuovo accordo con un team di promettenti professioniste nel panorama del ciclismo femminile: la Footon Servetto, che da quest’anno assume la nuova denominazione di Footon Servetto Alurecycling.

Nel 2016, le 18 cicliste sono testimonial del messaggio ambientale legato al riciclo dell’alluminio, in Italia e nel mondo, soprattutto in Europa. In accordo con AluPro e altre associazioni, il CIAL ha scelto il continente europeo per promuovere le attività legate alla raccolta differenziata degli imballaggi in alluminio: lattine per bevande, scatolette, vaschette per il cibo, tubetti, bombolette aerosol, tappi e capsule.

Servetto1

Attraverso una intensa attività web e social, le 7 ragazze italiane e le 11 provenienti da svariati Paesi esteri racconteranno al pubblico il forte legame fra il ciclismo e il rispetto per l’ambiente.

Il team è formato da un variegato gruppo di fortissime sportive: le italiane Alice Gasparini, Katia Ragusa e Michela Pavin, e le inglesi Abbi-Mae Parkinson e Jessie Walker. Sono presenti, anche, campionesse pluripremiate come: Nicole Brandli (Svizzera) vincitrice del Giro d’Italia Femminile, un oro e un bronzo ai campionati europei, 3 medaglie d’argento ai mondiali, Jolanda Neff (Svizzera) campionessa mondiale di MTB, detentrice della coppa del mondo MTB 2015, 9° posto ai campionati mondiali strada e MTB 2015, Anna Potokina campionessa nazionale russa in carica ai mondiali 2015, e Olena Novikova (Ukraina) Campionessa europea in carica Maraton MTB. Nella squadra sono presenti 6 ragazze che parteciperanno alle Olimpiadi di Rio de Janeiro.

I progetti di riciclaggio e il sostegno delle campionesse consentono al CIAL di trasmettere un messaggio importante e sempre più diffuso: fare una corretta raccolta differenziata dell’alluminio consente un vantaggio enorme per l’ambiente, perché è un metallo che si ricicla al 100% e infinite volte, consentendo un enorme risparmio di energia e materia, fino al 95%.

Simone Lucci

Footon Servetto Alurecycling è una squadra iscritta all’UCI (Unione Ciclistica Internazionale), l’organizzazione mondiale che coordina l’attività agonistica internazionale del ciclismo cui fanno capo tutte le federazioni ciclistiche nazionali professioniste. Il team parteciperà con le sue atlete alle maggiori competizioni, tra cui il Giro d’Italia e il Tour de France.

UN SUSHI AD ALTA QUOTA UNISCE SICILIA E TRENTINO

UN SUSHI AD ALTA QUOTA UNISCE SICILIA E TRENTINO

Tartare e carpacci di tonno, salmone, spigola e ricciola agli agrumi di Sicilia. Uramaki al pistacchio con pesce cotto, pesto di pistacchio all’interno e all’esterno granella di pistacchio. Uramaki alla Norma con melanzane, ricotta salata e pomodoro di Pachino. Queste alcune delle prelibatezze proposte da Sushicatania. Abbinamenti un po’ insoliti che verranno presentati in una location altrettanto inusuale: a 1.550 metri s.l.m., al rifugio Patascoss di Madonna di Campiglio, una località turistica della provincia di Trento.

FOTO RIFUGIO

Lo stravagante chef di Sushicatania, che unisce l’antica tradizione culinaria giapponese agli ingredienti provenienti dalla cucina mediterranea, sperimenterà, inoltre, contaminazioni con funghi ed erbe di montagna, e con i prodotti tipici della buona cucina trentina. La Val Rendena, infatti, è patria di origine dell’omonima vacca da latte, che qui gode di verdi pascoli, e della Spressa delle Giudicarie, un formaggio Dop e a fermentazione naturale. Ampia la scelta di salumi: il salame all’aglio della Val Rendena, la lucanica, lo speck, il cacciatore e la pancetta di Caderzone, le salamelle fresche e la carne salada (una sorta di carpaccio stagionato). Numerose, poi, le aziende agricole specializzate nella produzione di miele.

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Le insolite proposte culinarie andranno in scena dal 27 febbraio al 9 marzo, e le contaminazioni avverranno in collaborazione con i cuochi del rifugio e del famoso ristorante Pappagallo di Campiglio, gestito dalla famiglia Papa, i cui membri sono soci e direttori della Scuola di Sci 5 laghi.

E per quanto riguarda le bevande: Spiazzo, paese nella verde Val Rendena, è noto per la distillazione delle radici di Genziana, Imperadoria e Ginepro, a questi distillati, unici nel loro genere, verranno affiancati i vini siciliani, prodotti sul vulcano Etna. L’Etna D.O.C. Bianco della pluripremiata cantina Benanti e i vini naturali, un rosso e un rosato, de “I custodi delle vigne dell’Etna”, cantina seguita da Salvo Foti, prestigioso enologo che ha fatto rinascere la viticoltura di qualità sull’Etna.

Sushicatania e l’evento nascono dalla creatività di Marco Marinetti, un avvocato romano che, con maestria da grande chef, ha mixato le sue passioni: la cucina giapponese, la Sicilia e la montagna. È così che il sushi incontra la tradizione siciliana e il suo vino.

#IO SONO ELETTRICA: TOUR ITALIANO A IMPATTO ZERO A BORDO DI MERCEDES CLASSE B ELECTRIC DRIVE

#IO SONO ELETTRICA: TOUR ITALIANO A IMPATTO ZERO A BORDO DI MERCEDES CLASSE B ELECTRIC DRIVE

#IO SONO ELETTRICA è il nome del tour italiano realizzato da Mercedes Benz, un lungo viaggio iniziato a Roma il 12 ottobre e concluso a Milano a bordo della nuova Mercedes-Benz Classe B Electric Drive, l’auto a emissioni zero. Il percorso ha toccato 19 città del bel Paese con lo scopo di comunicare i valori della mobilità a zero emissioni, un’iniziativa nata dalla collaborazione tra l’azienda automobilistica tedesca e LifeGate per il progetto Impatto Zero®.

Enea Roveda e Paolo Lanzoni (1)

L’obiettivo di Impatto Zero®? Calcolare, ridurre e compensare le emissioni di CO2 generate dalle attività di persone enti, eventi, prodotti, aziende e organizzazioni, quantificando le emissioni di anidride carbonica (Kg di CO2 equivalente) immesse in atmosfera, attraverso una valutazione di impatto ambientale. LifeGate propone azioni volte a ridurre le emissioni di CO2, con strategie di ottimizzazione delle risorse, riduzione dei consumi e tutela di foreste in crescita.

rifornimento

colonnina“20 tappe, 19 città raggiunte, 5800 km percorsi per un totale di 7.538 kg di CO2 hanno permesso di tutelare 15.077 metri quadrati del Parco Nazionale del Ticino”, è il resoconto divulgato dall’AD di LifeGate Enea Roveda nella tappa di chiusura dell’evento, a Milano, in presenza di: Stefano Corti (Direttore generale LifeGate), Paolo Lanzoni (Responsabile Comunicazione e Stampa Mercedes Benz Italia) e Simone Molteni (Direttore Scientifico di LifeGate e Direttore Editoriale di Expo Milano 2015) che hanno fornito i dati elaborati nel corso della manifestazione.

I risultati ottenuti dall’iniziativa sono dovuti alle innovative caratteristiche di Mercedes Classe B Electric Drive. “L’automobile è realizzata con un motore elettrico (prodotto da Tesla) e formato da batterie composte da ioni di litio garantite 8 anni, una notte di ricarica fornisce all’auto tedesca 230km di autonomia – precisa Paolo Lanzoni –. Durante le varie tappe del tour la produzione di energia è stata compensata completamente grazie al progetto di LifeGate”.

Le diverse collaborazioni con partner come Enel hanno permesso l’installazione di diverse colonnine per il rifornimento, rese delle opere d’arte grazie alla Street Art. “Il 10% degli italiani sarebbe disposto a comprare un’automobile elettrica – specifica Stefano Corti, Direttore Generale di LifeGate –. II punto focale è lo sviluppo delle colonnine sul territorio che devono essere fruibili e bisogna diffondere l’importanza dell’elettrico”.

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La ricerca scientifica, la diffusione di nuove tecnologie e conoscenze riguardanti il campo elettronico consentiranno alla popolazione di vivere in un mondo più sicuro e meno inquinato, un mondo in cui la parola d’ordine è: sostenibilità.

Antonella Strozzi e Simone Lucci

LifeGate è il punto di riferimento per la sostenibilità in Italia, un media network e advisor per lo sviluppo sostenibile fondato nel 2000 da Marco Roveda, precursore del biologico con Fattoria Scaldasole. LifeGate supporta le aziende nel percorso di sviluppo sostenibile attraverso il nuovo modello di impresa “People, Planet e Profit”. Il media network offre consulenza su sostenibilità, progetti di comunicazione, fornitura di energia ed efficienza energetica. Il gruppo LifeGate affianca alle proprie attività rivolte alle imprese un network di comunicazione (LifeGate.it, LifeGate and sound, social media, newsletter) coinvolgendo e informando una community di oltre 5 milioni di persone.

IL COTONE RICICLATO CHE CONQUISTA IL MONDO DEL FASHION

IL COTONE RICICLATO CHE CONQUISTA IL MONDO DEL FASHION

Sono sempre più numerosi gli stilisti e i marchi di moda che propongono collezioni eco friendly, rispettose dell’ambiente e della natura. Più moda ecologica è anche una richiesta che proviene dalle fashion addicted, che fanno del capo eco friendly il must have di stagione. Un valido appoggio al riciclo e al sostegno ambientale proviene dalle aziende tessili che realizzano stoffe senza sfruttare in modo aggressivo le materie prime e riducendo i consumi energetici.

Cotone Ecotec Tessuti

Ecotec® è il primo cotone smart ottenuto con un esclusivo processo produttivo, totalmente tracciabile e certificato, che trasforma i ritagli tessili di cotone 100% e pre-tinto, in filati riciclati. Ecotec® è made in Italy e ha un prezzo allineato a quello dei filati ottenuti da una produzione convenzionale. Un progetto sostenuto grazie alla partnership con C.L.A.S.S.

I ritagli ottenuti nella produzione di capi di abbigliamento, attraverso un esclusivo procedimento, vengono recuperati e trasformati in filati di Ecotec® by Marchi & Fildi che conservano i più alti standard di qualità ed efficienza, assicurati dalle principali certificazioni del mercato. La fase di confezionamento prevede una riduzione dello sfruttamento di energia, lo studio LCA condotto da ICEA attesta un risparmio del 56,3% di CO2, del 56,6% nel consumo di risorse energetiche e del 77,9% nell’impiego di acqua nell’intero processo produttivo. Con l’abolizione dei processi di tintura, l’uso dei prodotti chimici è ridotto del 90%.

Tessuto

A rendere particolarmente interessante il materiale, oltre al ciclo produttivo, sono le caratteristiche in termini di prestazioni: grazie alla sua struttura molecolare Ecotec® si mantiene fresco in estate e caldo in inverno. Un tessuto che si adatta a ogni stagione e condizione climatica. Questo filato, versatile e performante, può essere impiegato per la produzione di tessuti di moda (tessuti a navetta, maglieria circolare, jersey, maglieria, calzetteria), si presta quindi a sperimentazioni creative per le collezioni degli stilisti e diventa anche protagonista dell’interior design, nell’ideazione di tessili per la casa.

Cotone Ecotec

Una vasta gamma di colori vivaci e brillanti sono fruibili subito al momento dell’ordine, per garantire cicli di approvvigionamento e produzione più rapidi. L’azienda fornisce anche la possibilità di produrre tinte e filati su misura in presenza di progetti in partnership garantiti dal centro R&D di Marchi & Fildi, dove si fa ricerca al fine di realizzare sempre nuovi prodotti e applicazioni.

Il filato di cotone riciclato debutta in occasione di Première Vision a Parigi in Febbraio (sezione Yarns) e in seguito sarà presentato a Filo (Milano) dove verrà presentata la prima collezione A/I 2017-2018 creata da un team dedicato e di livello internazionale.

Riciclo, ecologia e innovazione sono le chiavi del futuro per una moda green e rispettosa dell’ambiente.

Simone Lucci

Marchi & Fildi è una società di Biella che si occupa di filare e fornire stoffe di cotone per il settore tessile. L’azienda fornisce una vasta gamma di filati e un’offerta di colori completa e specializzata, con una particolare attenzione ai colori innovativi, l’elemento chiave del brand. La ricerca e il controllo qualità nelle fibre e nei filati tinti e colorati in modo vivace consentono di fornire ai clienti tessuti personalizzati.

C.L.A.S.S. (Creativity Lifestyle and Sustainable Synergy) è un network internazionale multi-piattaforma unico nel suo genere, che offre a designer, buyer, media e operatori del settore una vetrina di moda, di tessuti e di materiali esclusivi creati utilizzando le tecnologie più smart e sostenibili. C.L.A.S.S. nasce dall’idea di Giusy Bettoni e offre servizi di consulenza globali di comunicazione, marketing, sviluppo prodotto, specializzata in un nuovo modo di intendere il lusso per la moda e per il tessile, attraverso la creazione di soluzioni progettuali innovative, sostenibili e su misura. C.L.A.S.S. è un progetto di GB Network Marketing Communication Srl.

L’EQUIPAGGIAMENTO SICURO E TECNOLOGICO SCELTO DAGLI ATLETI FISI

L’EQUIPAGGIAMENTO SICURO E TECNOLOGICO SCELTO DAGLI ATLETI FISI

È tempo di montagna e di vittorie per gli atleti della Federazione Italiana Sport Invernali (FISI).

Di seguito tutti i podi fino ad oggi conquistati nello sci alpino dagli atleti della Federazione Italiana Sport Invernali nel corso della Coppa del mondo 2015/16.

 

1° Peter Fill – DH maschile Kitzbuehel (Aut) – 23/01/16

1° Federica Brignone – GS femminile Soelden (Aut) – 24/10/15

2° Christof Innerhofer – SG maschile Joengseon (Kor) – 07/02/16

2° Dominik Paris – DH maschile Jeongseon (Kor) – 06/02/16

2° Giuliano Razzoli – SL maschile Wengen (Svi) – 17/01/16

2° Peter Fill – DH maschile Lake Louise (Can) – 28/11/15

3° Stefano Gross – SL maschile Wengen (Svi) – 17/01/16

3° Federica Brignone – GS femminile Flachau (Aut) – 17/01/16

3° Peter Fill – SG maschile Lake Louise (Can) – 29/11/15

3° Federica Brignone – GS femminile Are (Sve) – 12/12/15

3° Federica Brignone – GS femminile Aspen (Usa) – 27/11/15

Il primo posto è di Matteo Marsaglia, che si è imposto nel supergigante maschile Fis disputato sulla pista di Cortina, seguito da Silvano Varettoni e dal simpaticissimo meranese Werner Heel.

L’Italia torna a far suonare l’Inno di Mameli in una delle classiche della Coppa del Mondo con il fassano Stefano Gross che ottiene, con lo slalom maschile, la prima vittoria per lo sci alpino nella stagione in corso sulla Chuenisbärgli di Adelboden (Svizzera).

E poi: Peter Fill che trionfa nella discesa libera di Kitzbühel conquistando l’ambito trofeo Hahnenkamm. E i recenti successi nella tappa di coppa del mondo di Jeongseon in Corea (località che ospiterà le discipline veloci nel 2018 per le Olimpiadi di PyeongChang). E i secondi posti del Gigante di Dominik Paris, in discesa libera, e dell’esuberante 31enne campione di Gais, Christof Innerhofer, nel Supergigante.

Questi alcuni dei risultati conquistati dagli atleti italiani.

I trionfi azzurri sono il frutto di allenamento, dedizione e abilità, uniti a un equipaggiamento adeguato, così come sostengono Silvano Varettoni, Elena Curtoni e Mattia Casse, atleti di sci alpino.

Silvano Varettoni

Silvano Varettoni inizia la sua attività sportiva all’età di 3 anni affiancato da una maestro di sci per principianti. Con il sostegno del fratello, allenatore di sci, accede al primo gruppo sportivo e da lì incominciano la sua carriera e le sue grandi vittorie. Entra in FISI nel 2004, e nello stesso anno conquista il secondo posto ai mondiali junior a Maribor. Nella scorsa stagione conquista il quarto posto nella Coppa del Mondo di Garmisch-Partenkirchen.

Quale casco e maschera utilizzi?      

Nel 2014, ho usato per la prima volta il casco HEAD e mi sono trovato subito bene. Sono accessori comodi e abbastanza confortevoli, pensati appositamente per la sicurezza, un aspetto fondamentale per chi li indossa. L’accessorio che prediligo del brand è la mascherina, la sua larghezza e l’altezza la rendono unica nel suo genere e le lenti sono di qualità.

Tra la gamma di lenti, quali preferisci?

Io indosso la lente specchiata blu in qualsiasi condizione atmosferica perché crea molto contrasto. In caso di scarsità di luce, la visiera bianca fornisce una buona visuale, ma la qualità del contrasto è scadente. Personalmente, preferisco avere poca luce e più contrasto.

Quali sci e scarponi utilizzi?

È il nono anno che utilizzo sci e scarponi HEAD e mi sono trovato sempre bene. Guardando le classifiche delle gare di Coppa del Mondo possiamo notare che gli atleti che scelgono HEAD sono sempre ai primi posti perché il materiale degli accessori è molto valido.

Secondo te, quanto influiscono i materiali nel risultato di una prestazione?

Il materiale di per sé incide per il 10%, la differenza è data dall’allenamento e dalla bravura dell’atleta, dal saper sfruttare al meglio le caratteristiche degli attrezzi e dallo scegliere il giusto compromesso tra scarpone, attacchi e sci. Un lavoro in continua evoluzione.

Elena Curtoni

Nata in una famiglia di sciatori, la ventiquattrenne Elena Curtoni ha sviluppato la passione per lo sport fin da piccola. Il padre, la madre e la sorella l’hanno sempre sostenuta durante le sue prime gare e il passo verso la carriera agonistica è stato breve; è entrata in FISI all’età di 15/16 anni. I suoi migliori successi: le medaglie ai campionati italiani, una sesta posizione ai mondiali e un quinto posto nelle gare di Coppa del Mondo.

Quanto sono importanti l’abbigliamento tecnico e i materiali durante le competizioni?

Sono importantissimi. Io amo HEAD: utilizzo il casco e la maschera del brand. Accessori innovativi, giovani, di stile. In pista, ho provato anche gli sci in grafene e sono divertentissimi.

In gara quali sci utilizzi?

Dipende dalle discipline. A seconda del tipo di gara utilizzo lo sci indicato consultandomi anche con lo ski man:

gli sci da Gigante o da Super G.

Per quanto riguarda la maschera, quali colori di lente preferisci?

Mi piace molto la lente specchiata argento. È un modello classico che si adatta a tutte le condizioni atmosferiche perché non è troppo chiara. Nelle giornate molto soleggiate utilizzo la mascherina specchiata blu: con le piste innevate è molto bella.

Cosa pensi quando tagli il traguardo e vedi il tempo? A chi è rivolto il primo pensiero?

Non ricordo il mio primo pensiero, perché quando tagli il traguardo hai talmente tanta adrenalina che non comprendi immediatamente com’è stata la performance. Al momento, il quinto posto è il mio migliore piazzamento, in futuro spero di fare ancora meglio.

Mattia Casse

All’età di 3 anni, Mattia Casse ha cominciato a frequentare le piste innevate di un piccolo paese in provincia di Torino, in Val di Susa. La sua carriera agonistica è iniziata prima a Tarvisio e poi in Friuli; all’età di 8 anni l’ingresso in FISI, e poi il quindicesimo posto in Coppa del Mondo in Discesa Garmisch-Partenkirchen, 2 vittorie in Coppa Europa e l’anno scorso 6/7 piazzamenti in Discesa Super G.

In gara quali sci utilizzi?

In gara utilizzo il modello di sci HEAD sviluppato per gli atleti di alto livello. Noi sportivi proviamo una serie di sci e poi scegliamo il modello che si adatta meglio alle nostre esigenze.

Nella mascherina quali sono i colori che preferisci per le lenti?

Preferisco la mascherina con la visiera gialla quando le condizioni atmosferiche non sono favorevoli. La nebbia e la scarsa visibilità rendono questo modello adatto durante le competizioni, e non passa inosservato. In alcune occasione sfrutto la mascherina specchiata.

Quale casco usi?

Ho adottato un casco HEAD. È un casco di qualità e credo che vada sponsorizzato ancora meglio perché è un prodotto di alta gamma.

Cosa pensi quando tagli il traguardo e vedi il tempo? A chi è rivolto il primo pensiero?

Sicuramente penso alla manche. Se la gara è andata bene significa che sto lavorando in modo corretto e sono contento, mentre se la performance è andata male rivedo i filmati per comprendere gli errori e pensare ai miglioramenti da apportare nelle competizioni successive. Visionare i filmati è molto importante, indipendentemente dall’esito della gara.

HEAD Race

I successi degli sportivi nascono dal loro grande impegno e dalla dedizione dell’Head Racing Department, un team di persone che lavorano per studiare attrezzi vincenti per le competizioni e mettono la tecnologia dei campioni al servizio di tutti. Per migliorare le performance degli sportivi sulle piste è stata creata la linea Race. Sci, mascherine, scarponi e caschi innovativi e all’avanguardia.

Lo sci HEAD iRACE rappresenta il giusto compromesso tra la stabilità dello sci da gigante e la dinamicità dello sci da slalom. A differenza del modello iSPEED, iRACE presenta geometrie che lo rendono ideale per chi ama sentire sempre lo spigolo incidere la neve.

HEAD RAPTOR 120 è uno scarpone da gara con volumi interni leggermente più abbondanti; la forma interna della scarpa permette un maggiore controllo dello sci grazie alla larghezza metatarsale di 98 mm. Il profilo del collo del piede è ridotto in modo da avere una maggior rapidità di cambio spigoli. Lo scafo è realizzato con gli stessi materiali usati dagli atleti del Team Head e permette di avere una risposta elastica per performance impareggiabili. Il Flex può essere regolato in base alle esigenze, inserendo il numero di rivetti necessario nella parte posteriore.

HEAD investe da sempre in innovazione in ciascuna categoria di prodotto. Le protezioni sono molto curate: l’azienda vuole garantire sicurezza agli amanti della montagna di ogni livello. L’azienda creatrice di App per smartphone, RUNTASTIC, ha collaborato con HEAD alla realizzazione di HEAD SENSOR. Il casco, oltre alla sicurezza e al comfort, offre anche dispositivi intelligenti e all’avanguardia utilizzando cellulari con GPS che forniscono informazioni su distanze, itinerari, velocità, velocità media e differenze di altitudine. Il casco regala pure la possibilità di controllare il battito cardiaco e le calorie bruciate grazie all’utilizzo della fascia cardiaca compresa nella confezione.                                                     L’applicazione RUNTASTIC dà la possibilità di ascoltare musica, per favorire ulteriormente il benessere psicologico. Tutto è possibile attraverso la tecnologia Bluetooth.

Per una corretta visuale il brand produce la maschera da sci STIVOT, realizzata in policarbonato, e garantisce le migliori qualità visive grazie all’accuratezza nella costruzione delle lenti e alla protezione dai raggi UV. Il rivestimento in silicone all’interno dell’elastico dona proprietà antiscivolo al casco. STIVOT è un modello ideale per qualsiasi tipo di uso, in pista o fuori pista.

Sicurezza, tecnologia e progresso sono le qualità dell’equipaggiamento HEAD che consentiranno agli sportivi di conquistare traguardi sempre più importanti e nuovi podi.

Clementina Speranza

AMORE E SOLIDARIETÀ PER AIUTARE I BAMBINI DI HAITI

AMORE E SOLIDARIETÀ PER AIUTARE I BAMBINI DI HAITI

Un gesto di solidarietà per dire ti amo e augurare un buon San Valentino all’amato o all’amata può rendere il giorno più romantico dell’anno ancora più speciale. Regalare alla persona cara una cartolina dono o inviarle un’e-card della Fondazione Francesca Rava – N.P.H. Italia Onlus contribuisce a portare nell’isola quarto mondo di Haiti cure mediche, assistenza, istruzione, cibo e accoglienza ai bambini orfani.

Ogni cartolina dono è abbinata a una donazione e a un progetto specifico. Le cartoline possono essere ordinate sul sito dell’organizzazione o direttamente in Fondazione. Con un contributo di 10€ è possibile:

– donare un mese di ossigeno per un bambino in terapia intensiva ricoverato presso l’Ospedale Pediatrico N.P.H. Saint Damien, che ogni anno assiste oltre 80 mila bambini,

– aiutare gli allievi delle Scuole di Strada,

– dare un pasto completo per una settimana a un fanciullo nella Casa NPH di Kenscoff.

Se si devolvono 50€ è possibile aiutare gli alunni delle Scuole di Strada in Haiti, regalando 100 kg di farina per la produzione di 2 mila panini cucinati a Francisville.

Fondazione

Gli innamorati che vogliono augurare un felice San Valentino in maniera pratica e veloce possono far affidamento sulle e-cards della Fondazione Francesca Rava, aiutando concretamente i bambini NPH attraverso una donazione minima di 10 €. I più romantici possono richiedere la personalizzazione del testo da stampare sulla card, scrivendo entro l’11 febbraio all’indirizzo mail: biglietti@nph-italia.org.

Da oltre 60 anni NPH Nuestros Pequenos Hermanos, l’organizzazione umanitaria rappresentata in Italia dalla Fondazione Francesca Rava, accoglie i bambini orfani e abbandonati in Haiti e nei paesi più poveri dell’America Latina. Con l’adozione a distanza, è possibile fornire a un bambino: un tetto, cure mediche, vestitini, l’amore di una grande famiglia, un’educazione scolastica e il conforto di sapere che qualcuno, anche da lontano, pensa a lui.

Nella giornata dedicata all’amore, una piccola azione di solidarietà può donare a numerosi bambini l’aiuto per far fronte ai bisogni primari e l’amore di una famiglia.

Per info: padrini@nph-italia.org, 02.54122917, www.nph-italia.org

Contributo: € 26 al mese (312 euro annuali)

Per donare: www.nph-italia.org -IBAN: IT 39 G 03062 34210 000000760000

Simone Lucci

La Fondazione Francesca Rava nasce nel 2000 ed è frutto della testimonianza di fede e amore che Francesca ha lasciato con la sua breve ma intensa vita. La Fondazione aiuta i bambini in condizioni di disagio in Italia e nel mondo, tramite adozioni a distanza, progetti, attività di sensibilizzazione sui diritti dei bambini, volontariato. Rappresenta in Italia N.P.H. – Nuestros Pequeños Hermanos (I nostri piccoli fratelli), organizzazione umanitaria internazionale, che dal 1954 salva i bambini orfani e abbandonati nelle sue case orfanotrofio e ospedali in 9 paesi dell’America Latina con il motto “un bambino per volta, dalla strada alla laurea”. In Italia, la Fondazione è in prima linea per i bambini in condizioni di disagio. Aiuta i bambini che vivono una condizione di povertà sanitaria con “In farmacia per i bambini”, sostiene progetti di integrazione nei quartieri più disagiati delle grandi città, interviene nelle emergenze, invia volontari per il soccorso sanitario ai bambini migranti nel Canale di Sicilia, lotta contro l’abbandono neonatale con il progetto “Ninna ho” e viene fatta informazione sulla tematica dell’affido familiare.

UNO STUDIO SUL PARKINSON E UN CAMPIONE OLIMPICO PER PROMUOVERE L’ATTIVITÀ FISICA

UNO STUDIO SUL PARKINSON E UN CAMPIONE OLIMPICO PER PROMUOVERE L’ATTIVITÀ FISICA

La malattia di Parkinson non ha ancora una cura risolutiva ma gli approcci terapeutici più recenti hanno evidenziato l’importanza per il clinico di operare in team e l’utilità dell’attività fisica e della riabilitazione per un più moderno e razionale approccio alla malattia. È questo il pensiero del Alfredo Berardelli, Presidente Accademia LIMPE-DISMOV; Dipartimento Neurologia e Psichiatria, Sapienza Università di Roma.

Ogni anno in Italia circa 6 mila persone vengono colpite dalla malattia di Parkinson e in un caso su quattro hanno meno di 50 anni. Rimanere attivi il più a lungo possibile può prevenire il Parkinson. Le ultime evidenze scientifiche dimostrano, infatti, che chi pratica regolarmente un’attività fisica ha un rischio inferiore del 43% di sviluppare la malattia di Parkinson, mentre i parkinsoniani che continuano a praticare attività fisica e sport non solo mantengono nel tempo una migliore autonomia ma presentano anche una evoluzione più lenta e meno invalidante rispetto a quelli che conducono una vita più sedentaria. “Una prospettiva multidisciplinare nella gestione delle persone con malattia di Parkinson e le terapie farmacologiche più avanzate aiutano a gestire la malattia per lungo tempo, mentre l’attività sportiva, le terapie fisiche e riabilitative e piccoli cambiamenti nello stile di vita possono facilitare la gestione del Parkinson, la mobilità dei pazienti e quindi la loro autonomia – dichiara Berardelli. Nelle persone con malattia di Parkinson, infatti, l’esercizio fisico può aiutare a migliorare l’equilibrio e ridurre del 70% le cadute, che sono la loro più comune causa di accesso al pronto soccorso”.

“Uno studio ha valutato, un ampio campione di pazienti italiani affetti da malattia di Parkinson, la frequenza delle cadute e i possibili parametri clinici associati o predittivi del rischio di caduta – dichiara Giovanni Abbruzzese, Presidente della Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus – La ricerca si è svolta in 19 centri italiani che hanno arruolato 544 pazienti affetti da malattia di Parkinson e 301 soggetti di controllo. I risultati preliminari hanno evidenziato che il 42% dei pazienti italiani con malattia di Parkinson cade almeno una volta l’anno (media 23 cadute) rispetto al 17% dei soggetti di controllo. Numerosi fattori (età, durata e gravità di malattia, stato cognitivo, presenza di disturbi del cammino, presenza di ansia e depressione) sono associati al rischio di cadere, ma soprattutto la durata della malattia e alcuni specifici disturbi del cammino risultano essere predittivi. L’identificazione di fattori predittivi del rischio di caduta appare fondamentale al fine di programmare interventi preventivi o trattamenti riabilitativi specifici”.

Testimonial d’eccezione della Giornata della Malattia di Parkinson 2015 è il campione olimpico Jury Chechi, che ha voluto trasferire in questa iniziativa la sua esperienza di campione nello sport e nella vita.

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“Sull’importanza dell’attività fisica stiamo lavorando con entusiasmo già da alcuni anni con AbbVie per sviluppare progetti che aiutano le persone con Parkinson a partecipare attivamente e consapevolmente alla cura della propria salute – dichiara Jury Chechi -. Esperienze che mi hanno consentito di verificarne i benefici e spinto a proseguire con convinzione nell’impegno in favore delle persone con Parkinson. Si può essere campioni anche nelle vite più complicate e sono sicuro che in ognuno di noi ci siano quelle risorse incredibili che possono aiutare a superare i momenti difficili con forza e determinazione”.