PERSONALIZZARE LE BICICLETTE CON LE SELLE ECOLOGICHE, CREATIVE E PROFUMATE

PERSONALIZZARE LE BICICLETTE CON LE SELLE ECOLOGICHE, CREATIVE E PROFUMATE

Semplice da parcheggiare, evita lo stress del traffico, mantiene in forma, occupa meno spazio di un’automobile, non consuma carburante, non causa inquinamento ed è un mezzo economico e rapido per spostarsi. E’ la bicicletta. Ne esistono diverse tipologie: city bike, mountain bike, da corsa, pieghevoli, ibride e tutte legate da un elemento comune: la sella.

Leggera, comoda, traspirante, ma anche ecosostenibile, profumata e dotata di stile, NET è la sella rivoluzionaria realizzata da Selle Italia con fibre in polipropilene, un materiale leggero, indistruttibile e, per la prima volta, totalmente impermeabile.

Il prodotto è assemblato a incastro, senza l’uso di colle o altri equivalenti tossici, grazie a un nuovo processo robotizzato che riduce l’impatto ecologico della produzione, che avviene a Casella d’Asolo in provincia di Treviso. Una sella 100% riciclabile e 100% made in Italy.

Con un peso di 360g, la sella è composta da tre strati caratteristici di rete a nido d’ape: la calotta, l’imbottitura e il rivestimento in materiale termoplastico. net_groupageGli strati offrono una ventilazione, una traspirazione e un comfort senza precedenti.

La copertura di rete stampabile rende NET facilmente personalizzabile, donando, così, un tocco di colore e originalità alla propria bicicletta. Il design è curato nei minimi dettagli e abbraccia i gusti del pubblico maschile e femminile. Jeans, Canvas, Black, Flower, Comic e Camouflage sono le versioni già disponibili in commercio, e tutte arricchite con un materiale che diffonde una leggera profumazione di lavanda, per un’esperienza che abbraccia tutti i sensi.

La collezione dallo stile moderno e accattivante rappresenta una rivoluzione creativa e inarrestabile. L’incontenibile esplosione di colori, disegni e fantasie irrompe sulla sella per mostrare e gridare le mille sfaccettature del carattere di ciascun ciclista.

E per il futuro? Il progetto dell’azienda è di rendere il prodotto anche elegante e sofisticato.

Creata per il tempo libero, la sella NET è frutto di un lavoro ad ampio raggio che coinvolge modernità, impatto ambientale e customizzazione alla massima potenza, per regalare un tocco di colore anche alle grigie giornate trascorse all’aria aperta.

Simone Lucci

LABORATORI ARTIGIANALI E CREATIVI PER AIUTARE I GIOVANI AUTISTICI

LABORATORI ARTIGIANALI E CREATIVI PER AIUTARE I GIOVANI AUTISTICI

Rispondere ai molteplici bisogni in ambito di autismo con attività mirate, rendere la vita sociale e lavorativa il più possibile gratificante sono gli obiettivi dell’Associazione L’ Ortica. Con riferimento al Piano di sviluppo del Welfare del Comune di Milano, L’Ortica vuole costruire relazioni, percorsi creativi e solidali per garantire la possibilità a ogni ragazzo o bambino di diventare una risorsa per se stessi e per gli altri.

Com’è possibile tutto questo? Attraverso la consulenza scientifica di medici, tra cui il Professore Lucio Moderato (Direttore dei Servizi Innovativi per l’Autismo della Fondazione Istituto Sacra Famiglia) e l’attivazione di iniziative di laboratori artigianali di tessitura e pittura.

L’arte aiuta e sostiene le capacità creative dei giovani, migliorando l’immagine di sé e di conseguenza la loro qualità di vita. L’attività creativa stimola, così, la ricerca di nuove soluzioni di cambiamento, trasforma in linguaggio le proprie emozioni e i propri desideri.

Questo è quanto accaduto anche a Fabrizio Landini, un giovane artista affetto da autismo, che ha presentato a Milano la sua prima mostra personale che ha chiamato: Passaggi. Acquerelli e acrilici astratti, fortemente incentrati sulla forza espressiva del colore, con la presenza di forme e suggestioni oniriche o naturalistiche.

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Le 15 opere sono state selezionate tra quelle realizzate dall’artista negli ultimi due anni. Gli spazi, gli strumenti e i supporti professionali sono stati forniti dall’istituzione milanese, permettendo a Landini di sperimentare, e soprattutto di trovare una modalità differente di espressione pittorica in base a ciò che il giovane intende ideare. Per l’artista, la pittura rappresenta uno strumento di grande importanza, un vero e proprio mezzo per comunicare senza ostacoli.

Insieme all’Associazione Ortica, sono presenti numerosi saggi di esperti sull’importanza della pittura come modalità di espressione per le persone con autismo. Con il contributo di Francesca Happè, la studiosa dei disturbi pervasivi dello sviluppo Uta Frith analizza nel suo libro Autismo e talento le capacità che possiedono le persone autistiche, tra cui la pittura e il loro modo di rapportarsi con il mondo grazie a questi talenti che spesso vengono sottovalutati.

Simone Lucci

CURARE LA SINDROME PREMESTRUALE CON ALIMENTAZIONE E INTEGRAZIONE

CURARE LA SINDROME PREMESTRUALE CON ALIMENTAZIONE E INTEGRAZIONE

Ansia, irritabilità, sbalzi d’umore, voglia di dolci, fatica, mal di testa, gonfiore, aumento di peso, dolore al seno, confusione, depressione, acne, pelle e capelli unti, insonnia, crampi, mal di schiena, nausea, vomito, dolori articolari, stipsi e cistiti. Questi sono alcuni dei sintomi che normalmente cominciano qualche giorno prima delle mestruazioni e che migliorano all’inizio del ciclo mestruale. Si tratta della sindrome premestruale (PMS), uno dei più comuni problemi di salute che affligge il 50%, circa, delle donne del mondo occidentale in età compresa tra i 18 e i 45 anni. Solo il 5% soffre, invece, di una sintomatologia così grave da impedire la normale vita quotidiana.

“Recentemente è stato messo in evidenza come la PMS sia legata a una carenza di progesterone o comunque a uno squilibrio tra progesterone ed estrogeni”, precisa Giuseppe Fabio Piccione, biologo e nutrizionista, esperto in qualità ed igiene degli alimenti e nutrizione umana con dottorato di ricerca in chimica degli alimenti.

Per alleviare i fastidi della sindrome premestruale il Dottor Piccione consiglia alcuni semplici accorgimenti:

Attività fisica: vi sono varie ragioni per cui l’esercizio fisico allevia i sintomi dalla PMS. Il dolore alle caviglie, al seno, ai piedi e alla pancia è spesso dovuto alla ritenzione idrica. L’attività motoria, grazie all’azione di pompaggio dei muscoli, migliora il flusso di sangue e di liquidi negli organi congestionati, e riduce inoltre l’ansia e l’irritabilità perché è un modo sano e naturale per scaricare lo stress. Questo potrebbe essere dovuto alla produzione, da parte del cervello, di endorfine, sostanze che hanno effetto “oppiaceo” e antidolorifico. L’esercizio fisico, inoltre, ottimizza la postura e di conseguenza migliora la tensione muscolare a livello della schiena e del collo.

Alimentazione: sarebbe bene limitare, o meglio ancora , eliminare alcuni alimenti, tra questi i latticini (formaggi, burro), perché interferiscono con l’assorbimento di alcuni minerali importanti, come ad esempio il magnesio, che allevia i crampi. Inoltre il loro alto contenuto di sodio aumenta il gonfiore e la ritenzione idrica. L’alcol depleta l’organismo di alcune vitamine e minerali, è tossico per il fegato e può alterare la capacità di metabolizzare gli ormoni il che ha come conseguenza un livello di estrogeni più alto del normale. Carni grasse, insaccati e cibi salati, aumentando la quantità di grassi saturi, sodio ed estrogeni, favoriscono lo stato acuto della PMS.

Integrazione: durante le fasi acute si ricorre spesso a farmaci antidolorifici. Si è visto, però, che una corretta integrazione di vitamine (C, D, gruppo B) e sali minerali (magnesio e calcio) può ridurre notevolmente i disturbi creati dalla PMS.

COLLEZIONI SENZA CUCITURE: LA TENDENZA CHE GUARDA AL FUTURO

COLLEZIONI SENZA CUCITURE: LA TENDENZA CHE GUARDA AL FUTURO

Dalle calze fantasia alle maglie, dai guanti ai leggings, fino all’abbigliamento sportivo, questi sono i capi moda senza cuciture (ZEROSEMAS, WARP SEAMLES) ideati da un rivoluzionario sistema produttivo coperto da brevetto e studiato personalmente dall’ingegnere Cesare Citterio. Un’intuizione che gli ha permesso di essere eletto imprenditore dell’anno a soli 39 anni.

In un momento in cui il mercato si orienta verso la realizzazione di capi seamless ottenuti esclusivamente con telai circolari, la produzione dell’azienda Cifra S.p.a. utilizza interamente telai raschel jacquard rettilinei a doppia frontura di aghi. “Macchine costosissime ideate a Fukui dalla Nippon Karl Mayer, divisione della ditta tedesca Karl Mayer dove ho frequentato la scuola tessile – racconta l’imprenditore –. Il primo telaio l’ho acquistato 13/15 anni fa, oggi ne possiedo ventitré, e rappresento l’azienda più grande al mondo in questo settore”.

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I macchinari permettono di cucire non solo calze lavorate ma anche abbigliamento sportivo e capi di moda senza cuciture tramite la tecnica Warp Knitting Seamless (WKS). Nel telaio, entrano 20 mila fili e si confezionano capi che non si smagliano completi di: maniche, colli, gambe e zone di traspirazione. Un’idea innovativa nata per creare articoli unici e personalizzabili nonostante il periodo di crisi economica.

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“Inizialmente producevo 150 mila paia di calze al giorno – spiega Citterio –. A seguito della crisi della calzetteria, ho integrato la produzione delle calze confezionando, anche, abiti, body, maglie, leggings distribuiti in tutto il mondo, dal Brasile alla Cina, dal Messico alla Francia, dall’Inghilterra all’Italia e per i maggior brand del lusso. Jean Paul Gaultier, Gucci, Zegna, Donna Karen, Alexander McQueen, Lululemon, Free People, Eabe, Pinko, Adidas, Nike, Calzedonia, Golden Point, e Pierre Mantoux sono alcuni dei marchi con cui collaboro”.

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E i filati? Nylon (poliammide 66) e lycra per confezionare i collant. “Inserisco 80% di poliammide 66 e 20% di lycra, una quantità elevata per donare alle calze una vestibilità senza uguali – afferma l’ingegnere –. Solitamente se ne inserisce una percentuale inferiore perché è molto costosa”.

Per l’abbigliamento sportivo, invece, sono impiegati anche filati naturali, lana Merinos, e materiali ricercati tra cui: polietilene, cordura ed Emana Fiber. “Nato in Brasile, Emana Fiber contiene dei biocristalli ceramici minerali fusi nel DNA del filo, additivi permanenti che non hanno nulla in comune con i filati microincapsulati che hanno una durata limitata – spiega con passione l’imprenditore –. Con il movimento del corpo, i cristalli di ceramica si attivano consentendo al calore dall’organismo di uscire, incontrare il tessuto e riflettersi sulla pelle sotto forma di raggio infrarosso corto. Tutto ciò incrementa la microcircolazione del sangue fino al 90%, aumenta la produzione di collagene, e riduce l’acido lattico durante l’attività motoria con un miglioramento delle performance. Il capo, indossato per tre mesi, riduce la cellulite del 20%”.

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Per fornire maggiore flessibilità all’abbigliamento, le tinture vengono effettuate esclusivamente in capo. “Le colorazioni sono fatte esternamente all’azienda – riferisce Cesare Citterio –. Parte della merce confezionata è spedita in tintorie portoghesi e slovene, mentre alcuni capi sono inviati in Sri Lanka, perché ho un accordo con Lululemon, il terzo marchio in America di yoga, sport wear e sport. A fase terminata, gli articoli rientrano in Italia per il controllo qualità”.

Per Lululemon, Cifra produce due pantacollant. “Lightspeed, un legging nero lavorato, e Lighten Crop, un modello proposto in quattro differenti colorazioni, sono i capi Athleisure che realizzo per il brand – precisa l’ingegnere –. L’Athleisure rappresenta la nuova frontiera della moda. Gli stilisti hanno cominciato a realizzare abbigliamento sportivo, leggings, maglie in cashmere, pantaloni da yoga, da indossare anche in altre occasioni. Un vero trend”.

Creatività, innovazione, produttività, flessibilità, qualità sono le parole chiave che consentono all’azienda di realizzare prodotti originali e innovativi per un settore moda sempre in evoluzione. E, come afferma Cesare Citterio: “solo chi innova, solo chi realizza un prodotto complesso, unico e di qualità, può competere in modo globale su tutti i mercati”.

Simone Lucci

IL BOOM DEL BIOLOGICO IN ITALIA E ALL’ESTERO

IL BOOM DEL BIOLOGICO IN ITALIA E ALL’ESTERO

La filiera biologica italiana continua a godere di ottima salute. Questo è il risultato che emerge da “Tutti i numeri del Bio”, la ricerca dell’Osservatorio ICE-SANA 2016, finanziata in collaborazione con BolognaFiere, e realizzata da Nomisma con il patrocinio di FederBio e AssoBio.

Dal 2014 gli indicatori più rilevanti sono in crescita: dalle superfici (+7,5%), agli operatori (+8,2%), alle vendite (+15%).

Il numero di famiglie italiane che negli ultimi 12 mesi ha acquistato almeno una volta un prodotto alimentare biologico (7 famiglie su 10, circa 18 milioni di nuclei familiari), sale dal 69% del 2015 al 74% del 2016. Insieme al numero di famiglie acquirenti, aumenta la spesa destinata al biologico che rappresenta il 3,1% del totale della spesa alimentare.

Chi prova bio si affeziona facilmente. Il 90% dei consumatori ha iniziato ad acquistare questi cibi almeno 2/3 anni fa, il 25% ne consuma con grande regolarità, ogni giorno o quasi, oppure almeno una volta alla settimana (43%).

Qual è l’identikit del consumatore bio? Un elevato titolo di studio da parte di chi fa la spesa (81%), il reddito, la presenza di figli minori di 12 anni (77%) sono alcuni fattori che incidono sulla propensione all’acquisto di prodotti a marchio biologico. Nelle famiglie dove sono presenti vegetariani o vegani il tasso di penetrazione sale all’87%, e anche nei casi in cui uno o più componenti della famiglia ha disturbi o malattie che impongono grande attenzione alla dieta, la percentuale supera la media nazionale (85%).

Nella top ten degli alimenti acquistati dalle famiglie l’ortofrutta fresca occupa la prima posizione (74%), a seguire l’olio extra vergine d’oliva (62%), uova (53%), miele (45%), confetture e marmellate (45%), formaggi freschi (44%), yogurt e burro (41%), riso e pasta (41%).

Le motivazioni che spingono la maggioranza dei consumatori a rivolgersi al mercato bio sono: la sicurezza per la salute (27%), il rispetto dell’ambiente e tutela della biodiversità (20%), e un maggior controllo (14%). Il primo criterio di scelta dei prodotti alimentari a marchio biologico è l’origine: il 32% sceglie in base alla provenienza italiana del prodotto e il 14% in base all’ulteriore presenza di un marchio DOP-IGP. La marca è il secondo criterio di scelta (il 15% acquista in base alla marca del supermercato e il 9% secondo la notorietà del marchio del produttore). Il fattore convenienza, invece, incide in maniera secondaria rispetto ai primi due: solo il 14% sceglie articoli biologici in base alle promozioni e il 9% in base al prezzo basso.

Grande attenzione dei consumatori verso i canali d’acquisto. La grande distribuzione e i negozi specializzati in prodotti biologici (28%) sono i luoghi maggiormente scelti. La Grande Distribuzione Organizzata (GDO) viene privilegiata principalmente per la comodità (il 34% opta per iper e supermercati per poter fare tutta la spesa), mentre il 16% pensa che negli ipermercati i prezzi dei prodotti biologici siano più bassi. Gli specializzati vengono scelti soprattutto per l’ampiezza della gamma (26%).

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A ottenere ottimi risultati non è esclusivamente il mercato interno italiano, in quanto l’export cresce addirittura del +408% rispetto al 2008, e del +16% se paragonato a un anno fa. L’interesse per i prodotti bio made in Italy è forte anche fuori dai confini nazionali, e lo dimostrano i dati di Nomisma per Sana-Ice 2016 sul consumatore di due mercati esteri: USA e Canada. Negli Stati Uniti d’America, la quota di famiglie che negli ultimi 12 mesi ha acquistato un articolo alimentare biologico è dell’81%, superiore a quella del Canada, dove il tasso è del 76%. Ciò dimostra che il biologico italiano ha un’ottima reputazione e a sostenerlo è un terzo degli americani che pongono l’Italia al primo posto nella classifica dei Paesi che producono alimenti bio di migliore qualità.

Interesse al biologico, benessere fisico, attenzione all’alimentazione e tutela ambientale sono valori in forte espansione a livello nazionale e internazionale per vivere una vita sempre più sana.

Simone Lucci

UN’ALIMENTAZIONE SANA E GENUINA CON LA FARINA MACINATA A PIETRA

UN’ALIMENTAZIONE SANA E GENUINA CON LA FARINA MACINATA A PIETRA

Riscoprire i gusti della tradizione con manicaretti dalla forte impronta territoriale e conoscere i nuovi sapori di una cucina moderna è possibile con un ingrediente d’eccezione. Gnocchetti di grano arso al pesto di fagiolini, tagliatelle integrali con sarde e pomodorini, crespelle speck radicchio e fontina, muffins con gocce di cioccolato e tortine soffici alle ciliegie sono alcune deliziose ricette realizzate con: la farina macinata a pietra. L’antica tecnica conserva le vitamine e gli enzimi che caratterizzano queste farine, garantendo una granulometria irregolare e un’elevata presenza di crusche e germe di grano.

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Da sempre attenta alle nuove esigenze dei consumatori, Molino Rossetto propone la linea di Farine Macinate a Pietra biologiche, una versione che rendere il prodotto più nutriente, digeribile, profumato e adatto a un’alimentazione sana e bilanciata.

La gamma proposta dall’azienda veneta è composta da 4 referenze: la Farina Integrale di Grano Tenero, la Farina Integrale di Grano Duro Cappelli (antica varietà di grano duro coltivata principalmente in Sud Italia, con alti valori proteici e ottima per la realizzazione di pane, pizza e dolci), la Farina di Grano Tenero Tipo 1 e la Farina di Grano Tenero Tipo 2 semintegrale.

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Tutte varietà confezionate in un packaging eco compatibili in carta FSC (Forest Stewardship Council) proveniente da foreste controllate e gestite in maniera eticamente ed ecologicamente sostenibile per ridurre l’impatto ambientale. ISO 900, Certificato BIO, Licenza Kamut, Spiga Barrata, Certificato IFS Food, Certificato Registrazione FDA sono le attestazioni indicate sul packaging.

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All’azienda è riconosciuta, anche, la certificazione Energia Pulita. Dal 2010, infatti, Molino Rossetto sostiene lo sviluppo e l’utilizzo di energie rinnovabili attraverso un impianto fotovoltaico per soddisfare il fabbisogno energetico necessario al funzionamento della struttura.

5 mila mq di pannelli che generano una capacità produttiva di 280 kw/h, con una riduzione del 60% delle emissioni di CO2.

Impegno ambientale ed etico. Insieme a Oxfam Italia, il brand padovano lancia una limited edition personalizzata con il logo dell’organizzazione, per sensibilizzare i consumatori a un comportamento consapevole e sostenibile. Lievito madre, preparato per pizza, chicchi di quinoa, quinoa e amaranto soffiati sono alcuni alimenti confezionati nell’esclusivo packaging. La scelta della quinoa e dell’amaranto sono un omaggio all’Ecuador, dove Chiara Rossetto si è recata a luglio 2015 insieme a Oxfam Italia per conoscere in prima persona la realtà rurale del Paese, e scambiare know how ed esperienze con le donne impegnate nella coltivazione e commercializzazione dei due cereali andini. Oxfam Italia lavora in Ecuador con progetti di sviluppo a lungo termine, sempre a fianco delle donne con la campagna #sfidolafame, aiutando le comunità locali a migliorare la produzione e il commercio dei loro prodotti.

Le farine macinate a pietra rappresentano un ritorno consapevole alle buone abitudini culinarie di un tempo, e di trasmettere un messaggio di genuinità e benessere.

Simone Lucci

Molino Rossetto nasce nel 1760 a Pontelongo, in provincia di Padova da una famiglia di mugnai. Da allora, impegno e passione animano l’azienda che ha saputo crescere e rinnovarsi. L’impegno aziendale è di proporsi a un consumatore sempre più curioso con prodotti innovativi, funzionali, semplici, veloci, sani e naturali. Grazie alla scelta attenta delle materie prime, alla cura meticolosa di ogni fase della lavorazione, all’impiego di tecnologie all’avanguardia, Molino Rossetto garantisce una gamma di prodotti di altissima qualità. I controlli riguardano tutta la filiera e ogni anno eseguono 1.200 analisi internamente e 1.300 con enti esterni certificati. La proposta spazia dalle farine classiche di grano tenero e di mais, ai preparati per pizza, pane e dolci, differenziandosi, poi, in linee più specifiche e innovative.

LA BELLEZZA GREEN ARRIVA DALL’ISLANDA

LA BELLEZZA GREEN ARRIVA DALL’ISLANDA

Vulcani, geyser, sorgenti, cascate, natura selvaggia, orizzonti sconfinati, magnifici panorami e indomabili forze della natura sono lo sfondo della Green Factory, la serra di 2 mila metri quadri situata nella penisola di Reykjanes, in Islanda, e alimentata da energia geotermale. In questo luogo incantato viene coltivato l’orzo in pietra pomice vulcanica e irrigato con acqua delle sorgenti islandesi. L’obiettivo? Realizzare i cosmetici BIOEFFECT attraverso biotecnologie, ricavando dal cereale gli attivatori cellulari che stimolano il Fattore di Crescita Epidermico (EGF) già presente nel corpo umano.

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Gli attivatori cellulari sono proteine responsabili del rinnovamento cellulare che rendono la pelle più sana e radiosa tramite la produzione di collagene ed elastina. Dopo 10 anni di ricerca, gli scienziati islandesi hanno scoperto che il seme d’orzo è in grado di codificare l’EGF della pelle, tradurlo nel linguaggio dell’orzo e innescare nei semi la produzione di un EGF identico a quello della nostra pelle e che essa riconosce come proprio.

BIOEFFECT Daytime, BIOEFFECT Daytime Rich for Dry Skin, BIOEFFECT EGF Eye Serum, BIOEFFECT Volcanic Exfoliator sono alcuni cosmetici della linea ideata con l’innovativa tecnologia e con pochi ingredienti di grande effetto. Tali principi sono racchiusi, anche, nel pluripremiato BIOEFFECT EGF Serum, un prodotto ipoallergenico e adatto a tutti i tipi di pelle.

Oltre all’EGF, il siero include: pura acqua di sorgente islandese, glicerina che crea un ambiente protettivo per il fattore di crescita epidermico, acido ialuronico che trattiene l’idratazione nella pelle, ed estratti di semi di orzo che contengono importanti molecole per proteggere l’EGF e nutrire la pelle.

egf-serum-serum-drops-background-large-portraitBIOEFFECT EGF Serum svolge diverse funzioni:

  • migliora il tono e la texture della pelle aumentando lo spessore,
  • ripristina l’originale radiosità della cute per un aspetto più fresco e giovane,
  • stimola la produzione di collagene ed elastina,
  • idrata in profondità con un rapido assorbimento,
  • riduce in maniera significativa i danni causati dal sole e i segni del tempo assottigliando le linee e le rughe d’espressione.

I risultati si possono ottenere con 2-3 gocce di siero stese sulla pelle asciutta e pulita di viso e collo ogni sera, picchiettando delicatamente nella zona del contorno occhi.

Il prodotto è consumato da un quarto della popolazione femminile islandese, ha incontrato il favore di numerosi medici dermatologi, e ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali: il tube-with-barleyDanish Beauty Awards, il GALA Spa Awards in Germania e l’European Biotechnology Awards.

Oltre alle biotecnologie sfruttate, BIOEFFECT si distingue, anche, per l’utilizzo sostenibile di energia geotermica rinnovabile. Le piante di orzo trattengono più diossido di carbonio di quello che rilasciano nell’atmosfera, per tale motivo la serra usa esclusivamente energia rinnovabile geotermica rinnovabile per l’illuminazione e il riscaldamento. L’impatto del carbone è negativo. L’accesso diretto al calore vulcanico della penisola consente alla serra di sfruttare in media 1 milione di kWh di elettricità rinnovabile e 40 mila tonnellate di acqua bollente ogni anno.

Tecnologia innovativa, energia rinnovabile e skincare sono gli ingredienti green per una bellezza che arriva direttamente dall’Islanda.

Gli articoli della linea sono presenti nelle migliori profumerie, compagnie aeree, spa e store come: Colette a Parigi, Selfridges a Londra, KaDeWe a Berlino, La Rinascente a Milano e Harvey Nichols a Hong Kong.

Simone Lucci

I VIGNETI DEL MORELLINO PROTETTI E MONITORATI DA UN DRONE

I VIGNETI DEL MORELLINO PROTETTI E MONITORATI DA UN DRONE

Pizze volanti, birre che attraversano il cielo, fotocamere tra le nuvole, previsioni in alta quota che annunciano il traffico nell’immediato futuro, romantiche proposte di matrimonio immortalate da vertiginose altezze sono azioni possibili grazie ai droni, dall’inglese drone, il maschio dell’ape. Gli aerei senza pilota si stanno rivelando strumenti utili per svariati scopi, una moda straripante che coinvolge sempre più persone e non solo.

La filiera vitivinicola toscana del Morellino di Scansano ha deciso di dar vita al progetto Phenodrone con l’obiettivo di mettere al lavoro un drone sentinella per monitorare i vigneti e proteggere le uve da parassiti e pesticidi, riducendo, così, l’impiego di fitofarmaci. La diagnosi precoce delle malattie dei vitigni e, di conseguenza, i tempestivi provvedimenti per eliminarle, permettono una qualità sempre più alta di vini rossi, bianchi e passiti.

Viti Mntellassi

La ricerca è portata avanti da Fabio Mencarelli e il suo team. Da una decina d’anni, il professore ordinario presso l’Università della Tuscia sta lavorando alla riduzione dell’ozono in cantina allo scopo di limitare o eliminare l’uso dei solfiti nel vino.

Come si arriva a mettere in bottiglia un vino sano e a usare metodi di coltivazioni sostenibili per l’ambiente? “Per ridurre l’uso di pesticidi abbiamo puntato alla diagnostica precoce delle malattie, grazie all’impiego della nuova generazione dell’Information Technology – riferisce il professor Mencarelli –. Attraverso pc di dimensioni di una carta di credito, collegati a micro sensori e distribuiti capillarmente nei vigneti, si possono rilevare per tempo malattie dei vitigni, stress della vite, tempi di maturazione dell’uva, etc…”.

All’iniziativa hanno aderito il Consorzio del Morellino di Scansano e la Fattoria Mantellassi, insieme ad altre realtà locali da sempre attente alla produzione di vini buoni e soprattutto salutari.

Ezio Mantellassi e Famiglia

Fondata a Magliano in Toscana da Ezio Mantellassi e attualmente guidata dai figli Aleardo e Giuseppe, l’omonima azienda vanta 90 ettari di vigneti dove predomina la coltivazione del Sangiovese per la produzione del Morellino di Scansano DOCG, a cui si aggiungono vitigni esclusivi come l’Alicante.

L’azienda propone tre varietà di Morellino di Scansano:

  • Mentore è un vino rosso corposo, fresco e fruttato adatto a tutto il pasto.
  • San Giuseppe viene lasciato invecchiare per 6 mesi in barriques di rovere francese. La pluripremiata etichetta vanta numerosi riconoscimenti tra cui: morellino più tipico e il migliore Vinellando 2012. San Giuseppe, inoltre, ha più volte ottenuto il punteggio di 90/100 nella classifica di Wine Spectator, la prestigiosa rivista statunitense considerata una sorta di bibbia da intenditori, assaggiatori e collezionisti di tutto il mondo.
  • Le Sentinelle è una riserva prodotta in quantità limitata e che prende il nome dalla collina dove vengono raccolte le uve. È un vino che ha ottenuto significativi riconoscimenti in Italia e all’estero.

Vini Mantellassi

La Fattoria Mantellassi non è solo Morellino di Scansano. Tra i rossi troviamo Punton Del Sorbo, un Cabernet Sauvignon IGT vinificato in vasche d’acciaio a temperatura controllata, affinato per quattro mesi in vasca inox, dodici mesi in barrique di rovere francese e sei mesi in bottiglia.

Tra i bianchi:

  • Lucumone è prodotto a Magliano. La vinificazione avviene attraverso una pressatura soffice che consente una resa uva/vino di circa il 60%. Il suo nome è un tributo alla terra ricca di testimonianze etrusche e alla suggestiva città di Heba.
  • Scalandrino è perfetto con antipasti e primi piatti di pesce, insalate, fritture e grigliate di mare. Il vino è vinificato attraverso una pressatura soffice e fermentato in botti di rovere francese. La maturazione e l’affinamento avvengono con poche settimane in botti di rovere francese e due mesi in bottiglia.

L’azienda Mantellassi ha presentato a Vinitaly 2014: Maestrale e Oblò. Maestrale è un rosé fresco e profumato che sprigiona gli aromi di un bouquet fiorito e frutti di sottobosco come la ciliegia e il lampone, ricavato da un vitigno 100% ciliegiolo particolarmente diffuso in maremma. Oblò, invece, è un vino spumante di qualità 50% Vermentino e 50% Chardonnay che nasce da una fermentazione con una lunga permanenza sulle fecce, e affinato per sei mesi in bottiglia. Fresco, frizzante, vinificato con metodo Charmat è perfetto per aperitivi e per accompagnare piatti a base di pesce.

Giuseppe e Aleardo Manellassi

La Fattoria toscana non vanta esclusivamente la creazioni di vini. I fratelli Mantellassi possiedono oltre 500 ulivi curati con professionalità e passione. Le olive sono raccolte a mano tramite agevolatori a Magliano nei mesi di ottobre-novembre e successivamente portate nel Frantoio di Monticello di Amiata, dove vengono accuratamente defoliate e lavate prima della frangitura con spremitura a freddo. Dalla lavorazione delle olive nasce Fiordaliso, un olio extravergine biologico.

Tecnologie esclusive, studi scientifici, cura dell’ambiente e rigorosi controlli in campo e in cantina garantiscono la massima qualità del Made in Italy e del Made in Toscana.

Simone Lucci

SPORT E FRUTTA SECCA, LA COPPIA VINCENTE PER I CAMPIONI ITALIANI

SPORT E FRUTTA SECCA, LA COPPIA VINCENTE PER I CAMPIONI ITALIANI

Coniugare food e sport è possibile? Naturalmente sì, e ad affermarlo è Nucis Italia, associazione che riunisce le maggiori aziende produttrici di frutta secca e da diversi anni divulga le valenze salutistiche e le proprietà benefiche della frutta secca ed essiccata nell’alimentazione degli sportivi, a prescindere dalla disciplina praticata. “La frutta secca è ricca di vitamine e sali minerali, indispensabili per il corretto funzionamento del nostro organismo, e non contiene esclusivamente grassi, proteine e carboidrati – precisa Alessandra Bordoni, nutrizionista e docente del Dipartimento di Scienze e Tecnologie alimentari dell’Università di Bologna –. La frutta secca fornisce nutrienti che altri cibi non contengono, pertanto risulta un valido spuntino tra i pasti principali e un corretto ingrediente da inserire nelle ricette”.

A sostenere lo stretto connubio tra frutta secca e attività sportiva, tre atleti che hanno scritto le pagine di altrettante discipline sportive: Arianna Errigo per la scherma, Maurizia Cacciatori per la pallavolo, Antonio Cabrini per il calcio. Tre stelle dello sport nazionale con gusti, diete e abitudini alimentari personali.

Arianna ErrigoNata a Monza nel 1988, Arianna Errigo si avvicina al mondo della scherma da piccolissima. Nel 2003, entra a far parte dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Ginnastica Comense 1872, dove viene seguita dal maestro Giovanni Bortolaso. La sua scherma d’attacco è estrosa, impulsiva, con assalti in tempi brevi e rapidi, un gioco che ben rispecchia il suo carattere solare e carismatico. Caratteristiche messe in mostra anche durante le Olimpiadi di Rio 2016. Tra le storiche vittorie la medaglia d’argento ai Giochi Olimpici del 2012.

Com’è il tuo rapporto con la frutta secca? 

Ho un bellissimo rapporto con la frutta secca, soprattutto durante l’allenamento e in gara. Ogni volta che finisco un match la prima cosa che faccio è integrare con sali minerali, banana e noci. Durante la gara non mangio tanto per non appesantirmi.

Lo sport ti porta spesso in giro per l’Italia e per il mondo. Com’è l’alimentazione di Arianna Errigo?

Da atleta giri il mondo, quindi hai la possibilità e la fortuna di assaggiare varie pietanze. Prima della gara mangio in ristoranti italiani, ma terminata la competizione esploro anche la cucina tipica. Nel quotidiano seguo un’alimentazione corretta. Sono i dettagli a fare la differenza e l’alimentazione è uno di questi.

Qual è il tuo menù ideale?

Non saprei dire. Mi piace tutto, sono una buona forchetta. Adoro mangiare e cucinare in particolar modo i primi, la pasta e il riso li preferisco a tutto. Talvolta, mi tolgo qualche sfizio, ovviamente nei limiti.

Quando trascorri una giornata in pedana per fronteggiare una competizione olimpica o europea, quanto peso perdi? Possiamo parlare di chili?

Tanto, perché lo stress è alto, la giornata è lunga e i match sono faticosi, però non si parla di chili. L’aspetto importante dopo la gara è il corretto recupero.

La scherma è uno sport che richiede tantissima energia sia fisica che mentale. Per tua esperienza, è più facile avere un momento di calo dal punto di vista fisico o dal punto di vista della concentrazione?

Le gare sono molto lunghe, pertanto la concentrazione è fondamentale, anche se mantenerla per tutta la giornata non è semplice a causa della tensione. Nel mio staff è presento uno psicologo che mi aiuta a fronteggiare al meglio un match.

Nella tua carriera possiamo parlare di grandi sacrifici?

Sì, però ripagati, eccome!

Maurizia CacciatoriToscana doc e nata a Carrara nel 1973, Maurizia Cacciatori è stata leader della Nazionale di Pallavolo, oggi si divide tra i suoi due figli e la famiglia, ma senza allontanarsi troppo dai campi di pallavolo. Da giocatrice è stata un caposaldo e punto di riferimento della Nazionale italiana, vincendo tutto quello che si poteva, soprattutto a fine anni ‛90 con la sua Volley Bergamo: quattro scudetti, due Champions League, tre Coppe Italia e tre Supercoppe Italiane.

Com’è il tuo rapporto con la frutta secca?

Io ho un ottimo rapporto con la frutta secca, la mangio spesso a colazione e ho passato questa mia tradizione culinaria ai miei bimbi, che ne sono golosissimi.

Lo sport ti ha portata spesso in giro per l’Italia e per il mondo. Com’era l’alimentazione di Maurizia Cacciatori?

Stavo spesso in ritiro e ho avuto un allenatore, Giulio Milasco, che ci ha sempre detto di rispettare il cibo del Paese in cui stavo, quindi: in Italia si mangia italiano, in Giappone si mangia giapponese. Sono una persona che ha sempre sperimentato e non sono mai stata titubante. Quando giocavo mi piaceva cucinare, era una forma di far squadra anche se non mi consideravo un grande fenomeno tra i fornelli però ci si prova.

Qual è il tuo menù ideale?

Il risotto come primo, di secondo mi piace il pesce al cartoccio e come dolce la crostata di frutta.

Quando giocavi che rapporto avevi con i dolci?

Ho sempre avuto una dieta molto equilibrata e la crostata è sempre stata presente nella mia alimentazione, anche prima della gara. Una dieta equilibrata ti far star bene.

Tra i membri di una squadra, quale rapporto nasce? Si può parlare di famiglia o di lavoro?

Da quando avevo 16 anni fino a 30/32 anni ho vissuto nell’ambito sportivo, ho fatto lo sport di squadra per eccellenza perché nella pallavolo si è obbligati a passare la palla e sono dell’idea che lo sport individuale non esiste. Chi pratica un’attività individuale ha uno staff, dal cuoco, all’allenatore, al massaggiatore, al coach, al mental coach che fanno squadra. Durante la mia carriera ci sono stati momenti di attrito, però si diventa una famiglia. Oggi a casa con mio marito e miei figli continuo a fare gioco di squadra, io sono il capitano di mio marito, infatti lui è un po’ stanco di questo atteggiamento.

 

Mg Torino 14/05/2014 - finale Europa League / Siviglia-Benfica / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Antonio CabriniNato a Cremona nel 1957, Antonio Cabrini è stato il terzino simbolo della Juventus e della Nazionale. Nel 1982 vince la Coppa del Mondo con la Nazionale di Enzo Bearzot entrata nella leggenda. La sua lunga carriera agonistica è costellata di conquiste: sei scudetti, due Coppe Italia, una Coppa Uefa, una Coppa delle Coppe, una Coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa e un Mundialito per Club. Le sue caratteristiche di terzino d’attacco, unite a un’invidiabile solidità difensiva, lo hanno fatto emergere come uno dei più grandi talenti italiani di ogni tempo, simbolo di un calcio pulito dallo straordinario valore tecnico, atletico e umano.

Dopo varie esperienze di allenatore di club maschili, dal 2012 è coordinatore di tutte le Nazionali femminili di calcio e presidente dell’associazione italiana ed europea ex calciatori (AIEC).

Com’è il tuo rapporto con la frutta secca?

Non ho un grande rapporto con la frutta secca, la assumo tra un pasto e l’altro, nei momenti in cui hai fame. Le mandorle e le noci sono le varietà che magio più volentieri.

Lo sport ti ha portato spesso in giro per l’Italia e per il mondo. Com’era l’alimentazione di Antonio Cabrini?

Non avevo una specifica dieta sportiva, perché quello che mangiavo lo consumavo immediatamente durante la partita. La pasta e gli zuccheri erano fondamentali e con il tempo ho adottato l’alimentazione sportiva anche nel quotidiano.

Qual è il tuo menù ideale?

Ho sempre adottato un’alimentazione ricca di pasta, riso e tortelli di zucca, in quanto sono lombardo. Da sempre, sono un amante dei dolci in tutte le forme, ma non ricchi di panna, e quando giocavo li assumevo almeno una volta al giorno senza nessun problema.

Antonio Cabrini, tu ami le sfide, hai vinto tutto quello che si poteva vincere nel calcio maschile, e ora hai deciso di metterti alla prova con una disciplina che in Italia non è ancora così diffusa come nel resto dell’Europa, il calcio femminile. Raccontaci questa tua esperienza.

Sì, è stata una scommessa che mi ha proposto la federazione e che sto ancora portando avanti. Avevo una certa conoscenza del calcio femminile, ho trovato un mondo molto affascinante e particolare, tant’è vero che con il passare del tempo ho capito che il calcio maschile è differente dal calcio femminile. Il mondo maschile è più facile da gestire, mentre quello femminile è molto più presente, passionale e all’interno delle squadre si respira il rispetto. Un rapporto conviviale sicuramente atipico rispetto a quello dei maschi. In Italia, a causa di una mentalità maschilista, il calcio femminile, purtroppo, non è così diffuso come in Cile, in Spagna, in Inghilterra, negli Stati Uniti e nel Nord Europa.

Hai vissuto gli anni della Juventus di tanti anni fa. Che Juventus era rispetto quella di adesso o in generale com’erano le regole rispetto a oggi? Anche a livello di spogliatoio.

Le regole non sono cambiate più di tanto, perché come nel calcio e negli sport di squadra ci sono delle regole precise. C’è stata un’evoluzione tecnologica che ha cambiato il modo di comunicare. In passato vivevi la partita, la squadra con un gruppo di amici, quindi non conoscevi soltanto le caratteristiche tecniche del tuo compagno di squadra, ma anche la vita al di fuori del gioco del calcio. Era un rapporto molto più umano, più familiare. Oggi si vive in una realtà più virtuale e meno fisica.

Simone Lucci

BORSE SARTORIALI E MADE IN ITALY

BORSE SARTORIALI E MADE IN ITALY

Seta, raso, pizzo, legno per le borse artigianali create da Ilaria Ricci e da Rita Cordini, sua madre, in uno scambio incessante di idee. Il nome del brand è infatti “Cordini Rita by Ilaria Ricci”.

Ilaria e Rita non si basano su disegni, partono dalla scelta dei materiali. “Ogni tessuto ci ispira la borsa che poi andremo a realizzare. Iniziamo direttamente dalla materia prima, dall’anima di quella che poi diventerà la borsa – precisa Ilaria Ricci –. La nostra è una continua ricerca di tessuti e materiali, nuovi e tradizionali. Amiamo i pizzi e i broccati. Nel corso di questi pochi anni, dalla nostra nascita ad oggi, abbiamo fatto veramente tanti esperimenti. Il materiale più stravagante, nonché nostra particolarità, è il filato lavorato a mano che regala alla borsa una soffice morbidezza a effetto seta. Si chiama Ecofur e richiama la pelliccia. La sua composizione, in cotone e poliestere, gli conferisce lucentezza e leggerezza.

Ilaria Ricci - Ecofur

Passiamo poi allo studio degli accessori: manici, chiusure e ogni altro dettaglio di metalleria. In questa fase, abbiamo già le idee molto chiare e sappiamo come sarà la nostra borsa. Poi si passa alla costruzione, alla realizzazione del modello fisico; questa è la fase in cui si perfezionano gli ultimi dettagli”. Le borse vengono lavorate una per una, tagliate a mano, cucite a macchina (non quelle industriali) e poi rifinite a mano. “Ogni procedimento è nelle nostre mani o in quelle degli artigiani italiani della nostra zona”.

Ilaria Ricci - Artigianato

20 – 30 ore per realizzare una borsa. “Non vi è un tempo specifico, dipende dalla borsa. Dipende dai particolari, dalle rifiniture richieste, dal tessuto. E i tessuti che noi utilizziamo comportano tutti un certo grado di difficoltà perché non hanno una loro rigidità e non rimangono rifiniti al taglio. Il pizzo macramè è uno dei tessuti più difficoltosi per la realizzazione di borse strutturate. Ma posso dire lo stesso della seta, che è molto sottile”.

Ilaria Ricci - Pizzo

E per il futuro? “Il mio sogno è quello di realizzare una borsa in pizzo ricamato a mano, un tessuto veramente pregiato e particolare non solo per la lavorazione lunga e difficoltosa ma anche perché viene interamente creato a mano. Fantastico!”, risponde con entusiasmo Ilaria Ricci.

Ilaria Ricci - Ecopelle

La filosofia aziendale è ‘cruelty free’. “Utilizziamo l’eco-pelle come valido sostituto alla vera pelle – precisa Ilaria Ricci –. La tecnologia consente di realizzare un materiale, al tatto è simile alla pelle, che si può produrre con un minore impatto ambientale rispetto a qualche anno fa ed è resistente e di ottima qualità.

I tessuti e l’ecopelle da noi utilizzati provengono da aziende italiane che producono interamente in Italia. Collaboriamo con manifatture milanesi e della zona di Como, che possiedono un importante know how interno tramandato da generazioni. Le nostre materie prime sono di ottima qualità e vengono realizzate con processi a basso impatto ambientale. Con l’anteprima PE 2017 siamo andate oltre confine e, per la borsa ‘Soray’ abbiamo utilizzato un tessuto belga”.

L’azienda nasce nel piccolo borgo di Volpara, immerso nelle colline dell’Oltrepò pavese. Il laboratorio Cordini Rita by Ilaria Ricci è immerso nel silenzio creativo della natura. Qui si respira l’aria ‘di una volta’, il tempo qui si è fermato, e ogni borsa è lavorata singolarmente. “Per noi la tecnologia più importante è costituita dalla nostra testa e dalle nostre mani: passione, lavoro e ingegno, caratteristiche del genio creativo italiano”, spiega Ilaria Ricci.

Ilaria Ricci- Bustina

Ufficialmente l’azienda nasce nel 2015 con la realizzazione della prima vera collezione di borse e l’inserimento nello showroom multimarca di Montenapoleone 1, che ha creduto e crede nel loro progetto. “La vera origine però risale a qualche anno prima, quando, in un momento particolare della mia vita, decido di costruire qualcosa di mio, qualcosa che mi possa soddisfare pienamente; così, con l’appoggio di mia madre, do inizio alla nostra impresa. Partiamo da autodidatte alla realizzazione delle nostre prime borsette e, poco dopo, nel gennaio 2014, veniamo selezionate da Cris Egger per partecipare al suo evento fuorisalone a Pitti, a Firenze. Il primo evento ufficiale a contatto con gli addetti al settore, che hanno dato subito pareri positivi. E dopo questo incoraggiamento, abbiamo continuato la nostra avventura, migliorandoci sempre di più”.

“Il legame che unisce la donna alla sua borsa è una relazione estremamente complicata da definire. Un amore intenso le avvicina: la borsa diventa la compagna della donna, la sostiene, la consola e la rende sicura di se stessa”, conclude Ilaria Ricci e aggiunge: “Le nostre borse possiedono un’anima”.

ERBE AROMATICHE PER IL BENESSERE MADE IN SICILIA

ERBE AROMATICHE PER IL BENESSERE MADE IN SICILIA

In un territorio che si estende dal mare al tavolato ibleo, con macchia mediterranea ulivi, mandorli e carrubi, sorge Scicli, cittadina siciliana che ospita gli AROMI Sicily, un vivaio affacciato sul Mediterraneo.

Gli Aromi - Vivaio

L’azienda, nata diciotto anni fa da un’intuizione di Enrico Russino e dal suo amore per la terra iblea, le erbe officinali e le piante aromatiche, vuole fornire un prodotto sia ornamentale che dedicato al benessere del corpo e della mente. “Collaboriamo con fisioterapisti che eseguono massaggi ayurvedici nel nuovo giardino con vista mare – precisa Enrico Russino –. Per coloro che vogliono rilassarsi, è presente un angolo tisane e cocktail con delle chaise longue sospese in serra”.

Come nasce l’idea di dar vita a gli Aromi?

Ho lavorato molti anni in Olanda, nei vivai, a stretto contatto con il mondo dei fiori, e quando sono tornato in Sicilia mi sono reso conto che non esisteva un’azienda specializzata nel settore delle erbe aromatiche e officinali. Così ho avuto l’idea di creare gli Aromi, un brand dal nome semplicissimo che comprende erbe da utilizzare in cucina e piante ornamentali per decorare giardini come salvia, rosmarino, timo, lavanda… Un potpourri di profumi e colori. Nel 1998, a Cavadalica su 1400 mq2, abbiamo iniziato a coltivare 15/20 varietà di piante tra cui melissa, timo e rosmarino, ora ci siamo trasferiti su una superficie di 40 mila mq2.

Gli Aromi - Piante Aromatiche

Il microclima ha favorito la coltivazione?

Il clima è perfetto, perché le erbe aromatiche crescono in climi mediterranei e resistono a temperature che vanno da -10° a +50°. Più la pianta aromatica soffre, più aumenta la sua carica di germinabilità.

Quante varietà di piante aromatiche coltivate?

Siamo arrivati a 250. Ho recuperato nuove varietà di salvia, timo e lavanda da vivaisti francesi e inglesi. Labiate e Ombrellifere sono alcune famiglie di piante che possediamo, provenienti della costa sud est siciliana e da diverse parti del mondo. La pianta di cappero, poi, continua a essere il punto di forza de gli Aromi Sicily ed è utilizzata come gioiello da incastonare tra i muretti a secco e le pietre di antichi casali.

Quante varietà possedete delle erbe più importanti?

Al momento abbiamo circa 35 varietà di salvia: la guaranitica, la coccinea, la anthony parker, la leucantha, la canariensis, l’involucrata, la dominica, la sud africana con un forte odore balsamico e l’elegans, una varietà al profumo di ananas. Fioriture e profumazioni differenti per creare un meraviglioso giardino. Possediamo anche grandi varietà di timo, in natura ce ne sono una quarantina, io ne ho 10, tra questi: il timo arancio, il timo selvatico, il timo Gli Aromi - Satrafaustini, al limone origano, al limone variegato con foglie gialle e foglie argentate, al limone a foglia verde. Le diverse tipologie permettono di giocare con altezze, epoche di fioritura e profumazioni.

Nel vivaio sono presenti specie rare?

Sì, la nostra nuova scommessa è coltivare piante antiche a rischio estinzione come il timo selvatico o satra. Una pianta menzionata da Virgilio in quanto il miele di satra, che ancora oggi si produce negli Iblei, era utilizzato dai romani come medicinale contro tutti i mali.

La vostra azienda offre esperienze sensoriali. Come funziona il percorso che proponete?

L’idea nasce circa 7 anni fa, dall’interesse dei clienti a esplorare il nostro mondo. Inizialmente dedicavo molto tempo a spiegare i prodotti, in seguito ho deciso di trasmettere il mio know how attraverso eventi e piccole degustazioni. Abbiamo iniziato proponendo 1 o 2 volte a settimana, in estate, aperitivi, brunch, e incontri al tramonto prima di cena. Tutte esperienze che coinvolgono i 5 sensi. Chi arriva è immediatamente appagato dalla vista del paesaggio e dei fiori e gode del loro profumo, poi si passa al tatto, è possibile infatti toccare le piante, e infine il gusto, attraverso le varie degustazioni. Un percorso esperienziale che sta riscuotendo un enorme successo.

Organizzate anche corsi di aromaterapia?

Sì. Quest’anno stiamo sviluppando una serie di appuntamenti settimanali legati all’aromaterapia, alla fitoterapia e al benessere in generale con l’intervento di fitoterapisti e personale del settore. Organizziamo, anche, incontri legati al garden design e all’enogastronomia, con l’intervento di chef per cucinare, per raccontarsi e per presentare libri.

Continuando il discorso del benessere, proponete corsi di yoga?

Sì, abbiamo creato 16 postazioni con tappetini in una varietà di timo che cresce a tappeto calpestabile. Utilizziamo questo prodotto, che abbiamo chiamato Tappetimo, per i corsi di: yoga, tai chi e pilates.

Gli Aromi - Tappetimo

Qual è il turista tipo interessato ai percorsi benessere?

La nostra è una clientela curiosa, interessata all’azienda e alla famiglia. Il turista tipo appartiene, culturalmente ed economicamente, a una fascia medio-alta, anche se i nostri prodotti non sono cari.

Leggevo che possedete oltre 50 referenze. Può citarmi gli esempi più significativi?

Non vendiamo solo la pianta fresca, ma anche aromi secchi in packaging ricercati. Proponiamo 5 tipi di paste aromatizzate: Gli Aromi - Prodottialla satra, al peperoncino, all’origano, alla santoreggia e alla polvere cappero; poi abbiamo paté di capperi, paté di finocchietto, tre tipologie di sali (Val di Noto, Val Demone, Val di Mazara) e tutta la linea all’habanero, un peperoncino piccantissimo sud americano. Commercializziamo anche articoli per la casa: Shoesmell è il profuma scarpe con riso e satra, uno dei più potenti antisettici che esistono in natura, Aromat è il sottopentola alla satra che, con il calore, diffonde profumo di timo, l’Erbetta da Borsetta che profuma la borsa, i saponi naturali allo zafferano, alla menta, al bergamotto, alla lavanda, all’argilla e al rosmarino. C’è poi la maschera decongestionante ai fiori di lavanda e sesamo tostati al sole per gli occhi stanchi e arrossati. L’azienda ha voluto declinare il mondo delle erbe in tanti prodotti, ci sono: il kit Il Carrubo da Viaggio, Fatti i Capperi Tuoi per coltivare la propria pianta di cappero, e Ti Piace Fare il Fico per il coltivare il ficodindia. Infine, abbiamo la nostra linea di concimi per erbe aromatiche e capperi.

La produzione è vostra?

Le piante vengono essiccate da noi, poi le aziende realizzano il prodotto finito seguendo la nostra ricetta.

Gli Aromi - Fatti i Capperi Tuoi

A quali settori appartengono le aziende a cui vi rivolgete?

Lavoriamo nella filiera del benessere, e per questo ci rivolgiamo ad aziende farmaceutiche. Poi abbiamo una linea di prodotti secchi che realizziamo per noi e per i nostri clienti: ristoratori, chef etc. Collaboriamo inoltre con i garden designer e con i privati.

Simone Lucci

ALLENATI E IN FORMA IN BREVE TEMPO NELLA CITY SPA MILANESE

ALLENATI E IN FORMA IN BREVE TEMPO NELLA CITY SPA MILANESE

Vivere in città può essere stressante: il lavoro, il traffico, la famiglia e i numerosi impegni quotidiani rendono la vita sempre più frenetica. Le opportunità per mantenersi in forma e godersi una giornata di relax in centri benessere immersi nel verde sono sempre meno. Nella frenetica, modaiola e stressante Milano è comunque possibile dedicare un’ora a se stessi senza allontanarsi dalla metropoli. Dove? All’Accademia del Bell’Essere, una city spa multisensoriale dedicata a chi desidera ottenere risultati concreti attraverso trattamenti estetici, massaggi internazionali, studio d’immagine, make-up e allenamenti con tecnologie innovative.

Le attrezzature all’avanguardia messe a disposizione dal centro benessere consentono alla clientela di ottenere evidenti risultati con brevi sedute. “Keope è una struttura ergonomica essenziale che lavora attraverso la vibrazione meccanica e semplici principi di fisica quantistica, donando un nuovo benessere, senza fatica, in modo assolutamente naturale e in poco tempo – spiega Alessia Marsana, titolare del centro –. In 12 minuti, l’attrezzo dona benessere psico-fisico a tutto il corpo”. Keope rimodella la postura scheletrica e le masse muscolari, aumenta la stabilità, riduce le masse cellulitiche, potenzia i muscoli, elimina disagi fisici legati all’apparato muscolo-scheletrico, inoltre migliora il sistema respiratorio, cardiaco e vascolare.

keopeKeope è uno strumento che può essere utilizzato anche in fase di defaticamento e recupero post prestazione sportiva, perché potenzia la muscolatura, lavora sulla postura e drena i liquidi – precisa Marsana–. Tale macchinario è stato proposto alle squadre di calcio per essere sfruttato tra il primo e il secondo tempo. In 12 minuti, infatti, i calciatori possono riprendere l’energia che hanno impiegato durante la prima fase di gioco”.

L’Accademia del Bell’Essere propone, anche, un sistema d’allenamento che permette di migliorare un tratto muscolare alla volta e accelera il metabolismo, consentendo di ottenere in 4 mesi i progressi che normalmente si raggiungono con un anno di palestra. I risultati sono ottenuti con MET, un macchinario a cui sono collegati degli elettrodi che fanno passare corrente a bassa tensione e che sfrutta i principi dell’elettrofisiologia. Una tecnologia ideata dalla casa madre di Vip Center a San Benedetto del Tronto.

“Attraverso le stimolazioni EMS e le frequenze TENS, è possibile creare programmi specifici per avere il risultato desiderato nel minor tempo, il tutto svolto sempre con il personal trainer, che ha il compito di impostare l’intensità dell’attività fisica – riferisce Adalberto Martinez, personal trainer MET –. Dimagrire in punti localizzati, eliminare la cellulite, tonificare e scolpire la muscolatura sono obiettivi che richiedono frequenze alte, intorno al 60/75 % Herz. Le sedute di tonificazione durano 30 minuti, mentre quelle di dimagrimento durano da 50 a 60 minuti. L’allenamento è molto intenso perché mezz’ora con MET equivale a 4/5 ore di palestra”. I primi risultati di rassodamento, tonificazione e dimagrimento si possono osservare dopo un minimo di 12/15 sedute.

Questo allenamento prevede delle controindicazioni? L’innovativa tecnologia è sconsigliata ai diabetici in stato di dialisi, alle donne in gravidanza e alle persone che:

– seguono una terapia anticoagulante

– possiedono placche metalliche nel corpo

– hanno subito un intervento per tumore

– sono portatori di pacemaker.

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Ideata dal famoso make up artist Paolo Guatelli, la prima urban spa di Milano nasce nel 2002 negli spazi della zona industriale ex Caproni in zona Mecenate. Dopo l’apertura Alessia Marsani frequenta i corsi di make up con Guatelli e diventa squad manager del centro. Da lì inizia la sua evoluzione sia a livello lavorativo, che di conoscenza di trattamenti energetici.

Nel 2010 Marsani assume l’incarico di titolare dell’Accademia e diffonde la sua filosofia di vita: corpo, mente, anima ed equilibrio. “Un’alchimia fra emozione e ragione, un’evoluzione che desidero che i miei ospiti respirino quando entrano nel mio tempio – precisa la manager –. Il percorso inizia con trattamenti estetici, fino ad arrivare a una bellezza interiore attraverso i trattamenti energetici come: massaggi psico-somatici, ayurvedici e bio-energetici”. Successivamente, sono stati inseriti un parrucchiere e i percorsi di coppia, per rendere unico il momento per lei e lui attraverso le cene del bell’essere con un personal chef e 2 operatrici del bell’essere in questa location esclusiva.

All’Accademia del Bell’Essere è quindi possibile combattere la pigrizia e mantenersi in forma con brevi sedute. Vivere in città risulterà così meno stressante.

Simone Lucci

 

BOTTIGLIE D’ARTISTA A FAVORE DELLA RICERCA MEDICA

BOTTIGLIE D’ARTISTA A FAVORE DELLA RICERCA MEDICA

Vestite della creatività dell’artista Sergi Barnils, le bottiglie metodo classico della cantina Cuvage S.r.l. possono essere ammirate e acquistate per contribuire all’iniziativa a sostegno di Telethon e finanziare la ricerca nella lotta contro l’Osteogenesi imperfetta, una malattia genetica a trasmissione autosomica dominante che crea problemi a carico dello scheletro, delle articolazioni, degli occhi, delle orecchie, della cute e dei denti.

Riprende, così, il viaggio della solidarietà firmata dalla cantina di Acqui Terme, con la celebre asta benefica Cuvage des Artistes a Venezia, sabato 10 Settembre alla galleria del JW Marriott Resort Venice.

Cuvage de Cuvage Pas Dosè e Nebbiolo d’Alba Doc Rosè Metodo Classico Cuvage sono i vini valorizzati dalle inedite tele delle opere astratte dell’artista catalano. A far da cornice ai preziosi scrigni delle eleganti bollicine è la mostra Il Cinema nell’Arte, articolata in 70 opere dedicata al mondo cinematografico con sculture e dipinti realizzati da cinquanta artisti italiani. Un percorso artistico promosso dalla Fondazione Mazzoleni e in programma per la 73esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

Un appuntamento con la solidarietà che si aggiunge a un recente successo. Il 30 luglio Cuvage è stata, infatti, protagonista dell’area hospitality dei Salotti del Gusto® in occasione del concerto-spettacolo Le Cirque di Andrea Bocelli al Teatro del Silenzio di Lajatico (PI). Un’occasione unica dove la cantina piemontese è stata nuovamente al fianco della Andrea Bocelli Foundation con la speciale donazione di tre Magnum Rosè Brut Nebbiolo d’Alba Doc a favore del progetto Dinner for Haiti.

Simone Lucci

 

DA LOS ANGELES IL MAKE UP MINERALE, CURATIVO E COPRENTE

DA LOS ANGELES IL MAKE UP MINERALE, CURATIVO E COPRENTE

Negli ultimi tempi il make up ha fatto enormi passi avanti. Se prima si pensava ad abbellire il proprio aspetto, abbinando l’ombretto con l’abito e migliorare lo sguardo con matita e il mascara, oggi vi è un vero e proprio stravolgimento attraverso il trucco correttivo. Segreti di bellezza che consentono di riequilibrare ed enfatizzare i tratti del viso senza stravolgere i connotati e nascondere le imperfezioni dovute a couperose, acne, interventi di chirurgia plastica e traumi provocati dai trattamenti laser.

Garantire alle donne il potere di coprire e correggere le proprie imperfezioni della pelle è sempre stata la missione di Pauline Youngblood, fondatrice e presidente di Youngblood Mineral Cosmetics, una linea di trucchi minerali con una forte attenzione per l’aspetto medicale e certificati dal Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles.

Nato nel 1996 a Los Angeles e distribuito in 55 Paesi, il brand si presenta come una linea completa di make up minerale di altissima qualità e con una formulazione innovativa in grado di coprire pelli che presentano discromie, permettendo al Make Up - YoungBloodcontempo un normale ciclo di guarigione. Nella formulazione dei prodotti sono compresi ingredienti curativi e calmanti come le vitamine C e I, antiossidanti e radice di liquirizia, tutte sostanze che aiutano e favoriscono il naturale processo di autoriparazione della cute, grazie anche ai minerali come: biossido di titanio, ossido di ferro e mica. I cosmetici sono privi di siliconi e talco che occludono i pori dell’epidermide. Per questi motivi, il make up Youngblood è indicato per tutti i tipi di pelle e per tutte le età.

Il fondotinta minerale in polvere dalla straordinaria copertura e dall’effetto naturale è il primo prodotto ideato dall’imprenditrice con un’equipe di chimici esperti. A differenze delle soluzioni make up utilizzate durante la sua carriera come estetista paramedico, il cosmetico minerale ha riscosso un immediato successo tra i pazienti di Pauline Youngblood e l’hanno utilizzato anche dopo la guarigione.

Fondotinta Minerale - YoungBloodDisponibili in una vasta gamma di naturali sfumature per soddisfare tutte le esigenze, i prodotti Youngblood sono utilizzati in numerose cliniche estetiche e di ricostruzione plastica, centri termali di cura della pelle in tutto il mondo, come la prestigiosa Spa del Montage Hotel and Resort di Beverly Hills.

I cosmetici sono apprezzati da numerosi truccatori professionisti e dalle più grandi celebrità di Hollywood. Sono distribuiti come Henri Bendel a New York, Fred Segal a Santa Monica, Selfridges a Londra e Illum di Copenhagen.

In Italia, il marchio ha mosso i suoi primi passi presso l’Excelsior di Milano e, grazie all’immediato consenso riscosso tra la clientela, ha ampliato la sua distribuzione presso i punti vendita LLG – La Gardenia e Limoni.

Il make up minerale aiuta ad avere un aspetto più sano, radioso e permette alle donne di riflettersi allo specchio e sentirsi le più belle del reame.

Simone Lucci

UN CEROTTO RIVOLUZIONARIO COME METODO CONTRACCETTIVO

UN CEROTTO RIVOLUZIONARIO COME METODO CONTRACCETTIVO

È rotondo, sottile, trasparente e di piccole dimensioni a garanzia della riservatezza nell’utilizzo per la donna. Può essere applicato alternativamente sull’esterno del braccio, sull’addome o sui glutei, utilizzando aree diverse a ogni applicazione. Si tratta di un Patch contraccettivo transdermico che viene utilizzato in cicli di 28 giorni e prevede un’applicazione settimanale per un periodo di 3 settimane, seguita da una settimana di sospensione del trattamento.

Immagine patch“È un nuovo contraccettivo ormonale combinato che si applica per via transdermica. Il patch contiene due componenti ormonali che vengono rilasciati in maniera costante: il GESTODENE (GSD) e l’ETINILESTRADIOLO (EE). Il GESTODENE è uno dei progestinici meglio conosciuti nel campo della contraccezione e ha la caratteristica di inibire l’ovulazione con dosi più basse rispetto a quelle di altri progestinici, consentendo di essere utilizzato a dosi minime. Anche L’ETINILESTRADIOLO, presente nel preparato, è a basso dosaggio – spiega Chiara Benedetto, Direttore SC Ginecologia e Ostetricia, Università degli Studi di Torino, AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, Presidio Ospedaliero Sant’Anna di Torino –. I 13 microgrammi di ETINILESTRADIOLO rilasciati nelle 24 ore corrispondono a quelli assorbiti con una dose orale di 20 microgrammi. Il patch ha quindi la caratteristica di garantire un ottimo controllo del ciclo e di assicurare un’elevata efficacia contraccettiva pur rilasciando quantità di ormoni molto basse”.

Presenta un elevato livello di adesione sulla pelle, cioè tale da non compromettere l’efficacia contraccettiva, indipendentemente dalle aree di applicazione e anche durante l’esercizio fisico, lo sport, la sauna, l’idromassaggio. L’utilizzo raccomandato del patch sulla pelle pulita, asciutta, non irritata o danneggiata da ferite e priva di peli, e la corretta applicazione con una leggera pressione (30 secondi) per far aderire i bordi del cerotto, assicurano l’elevato livello di adesione sulla pelle. È composto da una matrice multistrato (5 strati), tra cui uno strato adesivo specifico che assorbe i raggi UV, garantendo la sicurezza e l’efficacia contraccettiva anche con l’esposizione al sole.

Cerotto

“Il patch contiene estrogeni e progesterone, come la pillola: cambia la via di somministrazione ma non l’effetto – precisa Francesca Manganello, specialista in Ginecologia e Ostetricia –. Anzi: l’assorbimento costante attraverso la cute evita picchi di concentrazione ormonale legati al metabolismo garantendo la sicurezza contraccettiva. Rassicuriamo senz’altro le donne sul fatto che il patch non si stacca: basta applicarlo correttamente, sulla pelle pulita e asciutta, premendo per 30 secondi per garantire l’aderenza. Poi, si possono trascorrere anche intere giornate in piscina o al mare senza alcun rischio. È utile infine ricordare, per chi soffre di intolleranze alimentari, che il patch è privo di lattosio e glutine”.

A spiegare i vantaggi e le controindicazioni ci viene in aiuto la professoressa Chiara Benedetto.

Quali sono i benefici a lungo termine accertati per la salute e per la fertilità utilizzando la contraccezione ormonale?

La contraccezione ormonale presenta molteplici benefici extra contraccettivi: come già detto, riduce la mortalità generale e in particolare la mortalità per patologie tumorali e cardiovascolari; diminuisce la dismenorrea, ovvero il dolore durante la mestruazione e la quantità di sangue perso durante il flusso mestruale. Può quindi essere utile in donne con cicli mestruali tanto dolorosi e abbondanti da alterarne la qualità di vita. Presenta effetti benefici sulla sindrome premestruale, ossia quell’insieme di disturbi che compaiono prima del flusso mestruale, quali stanchezza, alterazioni dell’umore, irritabilità, cefalea, ritenzione idrica, alterazioni del sonno e dell’appetito. Alcuni tipi di contraccettivi ormonali sono anche in grado di ridurre acne e peluria e quindi possono essere utili in ragazze giovani con problemi di ovaio policistico. Inoltre la contraccezione ormonale riduce il rischio di endometriosi e di sviluppo di cisti ovariche e tende a ritardare l’età di insorgenza della menopausa.

Quali sono, invece, le reali controindicazioni all’uso del patch?

Le reali controindicazioni all’utilizzo del patch sono le stesse di tutti gli altri contraccettivi contenenti estroprogestinici e sono rappresentate dalla presenza dei seguenti fattori di rischio: predisposizione alle tromboembolie arteriose e venose, come in caso di trombofilie congenite o acquisite; ipertensione arteriosa non controllata dalla terapia medica; malattie cerebrovascolari; diabete mellito scompensato e con complicanze nefrologiche, vascolari o neuropatiche; emicrania con aura.

 

ALLENAMENTO E GARE A COLPI DI ACTION CAM PER IL CAMPIONE ALDO MONTANO

ALLENAMENTO E GARE A COLPI DI ACTION CAM PER IL CAMPIONE ALDO MONTANO

Ha uno sguardo che cattura. È modaiolo, cordiale, divertente e seducente. Ha quasi 38 anni e ha conquistato numerose medaglie, la più preziosa? L’oro nella scherma individuale ottenuto ai Giochi Olimpici di Atene del 2004.

Il fuoriclasse livornese della sciabola Aldo Montano, che si è qualificato per le Olimpiadi di Rio 2016 vincendo a Padova, nel trofeo Luxardo, la tappa italiana di Coppa del Mondo è da un anno brand ambassador di Ezviz, il giovane marchio dell’elettronica di consumo. Un marchio specializzato in tecnologia per la sicurezza della casa e Action Cam, il cui nome deriva dal sistema di Cloud per la messa in rete veloce di impianti di sicurezza ideato dalla casa madre Hikvision. “Con Ezviz abbiamo condiviso un anno di storia, per me importantissima perché 2 settimane dopo aver chiuso l’accordo è iniziato il mondiale in cui abbiamo vinto l’oro a squadre – ricorda Montano –. La mia gioia più grossa è quella di continuare la storia con Ezviz e mi auguro che alle Olimpiadi tutto proceda sulla stessa via dello scorso anno”.

Ezviz S1

Insieme a Montano sponsorizzano e utilizzano la nuova tecnologia gli schermidori Ilaria Bianco, Irene Vecchi, Enrico Berrè, Luigi Samele e l’apneista Alessia Zecchini, e il logo del brand, posizionato sulla gamba della tuta da combattimento degli schermidori, sottolinea la collaborazione tra gli atleti e il marchio.

Ezviz ha scelto proprio Montano quale simbolo dell’eccellenza italiana. “Essere brand ambassador è un ruolo di grande responsabilità, serietà e dedizione – afferma lo schermidore azzurro –. Tutti valori importanti nello sport. Sono orgoglioso del mio percorso con Ezviz. Grazie alla Action Cam, sono riuscito a immortalare molti momenti speciali, come la vittoria ai Mondiali 2015”. Le videocamere rappresentano un valido supporto tecnologico per le riprese dei match perché aiutano a comprendere gli errori, i movimenti, e le azioni, sia propri che dell’avversario.

“Prima di visionare i video avversari, bisogna rivedere i propri per eliminare quanti più errori possibile – spiega il campione –. Con il trascorrere degli anni, subentrano nuove imprecisioni da correggere e lo stile di combattimento cambia in conseguenza degli infortuni subiti durante la carriera. Rivedersi in video è sicuramente un valido aiuto”. Di solito l’assalto si riprende lateralmente, quindi si ha una visone laterale. “Sì, invece con le Cam Ezviz è possibile effettuare le riprese da ogni angolatura. Il modello S-plus si può mettere ovunque, anche all’interno della maschera – riferisce Aldo Montano –. È utile rivedere la reazione dell’avversario a una mia finta e studiare come reagisce agli assalti. L’Action Cam S1, inoltre, può essere posizionata a 2/3 metri dalla pedana per effettuare riprese laterali senza l’aiuto di un operatore grazie all’obiettivo grandangolare che fornisce una maggior profondità e prospettiva di campo. Ezviz ci mette a disposizione tutta la sua tecnologia”.

Ezviz - Action Cam S5 Plus

Da ulteriori ricerche e studi è poi nata la Action Cam S5plus. “Dopo l’S1, c’è l’evoluzione: l’S5plus – annuncia il fuoriclasse toscano –. A differenza del modello precedente, l’S5plus, che io ho utilizzato in anteprima, è dotata di un display touch screen ad alta risoluzione, in grado di registrare video in full HD anche sott’acqua, grazie alla custodia impermeabile che consente di raggiungere la profondità di 40 metri”.

L’Action Cam S5plus non è pensata esclusivamente per gli sportivi, bensì per tutti coloro che desiderano immortalare e condividere le esperienze più emozionanti della propria vita. Questo è possibile grazie a un obiettivo grandangolare a 158° e alla connessione Wi-Fi, Bluetooth 4.1 e GPS che permettono di collegarla all’App gratuita Ezviz Sport.

App Ezviz“La nuova arrivata in casa Ezviz è perfetta per chi ama gli sport estremi, le imprese più spericolate e non riesce a fare a meno di guardare la realtà da un altro punto di vista – dichiara Andrea Vanni, Sales Director di Ezviz Italia –. L’S5plus è ideale per scattare selfie strepitosi, perché l’Action Cam è dotata di un angolo wide che dona una profondità particolare a tutto ciò che fotografa. E grazie al G-Sensor (Sensore di Gravità), la cam Ezviz capta i movimenti e la direzione di ripresa, per registrare anche quando si è in auto”.

Con due ore di autonomia, la Action Cam S5plus Ezviz, disponibile nei colori Rosy Gold e Grey, è dotata di una batteria ricaricabile agli ioni di litio e può supportare una MicroSD Card fino a 128 GB.

E per il futuro? “A fine 2017, separeremo completamente Hikvision ed Ezviz – annuncia Andrea Vanni –. Hikvision è il mercato dell’elettronica di consumo più grande al mondo e rappresenterà il know how tecnologico di Ezviz che diventerà una vera azienda. Avremo quindi due realtà distinte per marketing, strategie, clienti e approccio al mercato”.

Simone Lucci

LA SICILIA APRE IL SIPARIO ALLE ECCELLENZE

LA SICILIA APRE IL SIPARIO ALLE ECCELLENZE

Viva il vino spumeggiante


Nel bicchiere scintillante,


Come il riso dell’amante


Mite infonde il giubilo!


Viva il vino ch’è sincero


Che ci allieta ogni pensiero,


E che annega l’umor nero,


Nell’ebbrezza tenera.

Brinda e canta così compare Turiddu nella Cavalleria Rusticana.

Si apre il sipario ed ecco in scena le “opere” delle cantine Valenti:

 

bottiglie 

Malavoglia (Grecanico 90%, Cataratto 10%), Norma (Nerello Mascalese 98%), Nerello Cappuccio 2%), Puritani (Nerello Mascalese 100%) ed Enrico IV (Carricante100%). “I nostri vini e le nostre etichette rappresentano la sicilianità: Vincenzo Bellini, Pirandello, Giovanni Verga. “Nulla è lasciato al caso – precisa Giovanni Valenti, proprietario della cantina -. I Malavoglia, il romanzo più conosciuto dello scrittore siciliano Giovanni Verga, si collega con Acitrezza e con i faraglioni. E quindi anche con Ulisse che ubriacò Polifemo per cavargli l’unico occhio e riuscire a fuggire: pure nell’Odissea si parlava dei vini dell’Etna! Le opere Norma e Puritani, poi, sono indissolubilmente legate a Catania, patria del compositore Vincenzo Bellini. E pochi sanno che nella prima metà dell’Ottocento i rivoluzionari siciliani avevano scelto proprio famigliaI Puritani come loro inno di battaglia. E poi c’è Enrico IV, commedia dell’agrigentino Luigi Pirandello che affronta il tema, caro all’autore, del rapporto, complesso e alla fine inestricabile, tra personaggio e uomo, finzione e verità”.

Nelle brochure, insieme alla scheda tecnica dei vini, c’è anche il sunto delle opere cui si fa riferimento. “Questa è una mia idea, per veicolare un po’ la cultura. Chi legge la storia di Enrico IV, ad esempio non può poi procurarsi il testo per andarsi a leggere tutta la commedia. Norma, molti ne parlano, ma pochi ne conoscono la trama, Non ho messo però il sunto dei Malavoglia perché è triste, troppo triste”.

L’idea di Giovanni Valenti nasce anche dalla sua passione per il teatro: ha lavorato nel Piccolo Teatro di Roma, e il fratello, noto scenografo, ha diretto parecchi teatri e ha partecipato a Siracusa all’allestimento delle rappresentazioni classiche.

logoSulle etichette delle creazioni Valenti si fa riferimento al Liotro, l’elefante simbolo di Catania: ci sono due pachidermi che si fronteggiano e reggono la lettera A, che sta per Sant’Agata, vergine e martire, patrona della città.

La cantina è a Passopisciaro. I vigneti di proprietà si trovano sulle pendici dell’Etna, tra i 700 e i 1000 metri. I preziosi minerali e le sostanze nutritive presenti in questi terreni conferiscono ai vini un sapore e un aroma davvero caratteristici. “Il terreno vulcanico con presenza di detriti lavici danno ai nostri vini la mineralità. Il nostro vino si riconosce fra mille: degustando e odorando attentamente si avverte un sentore di fumo, come se questo Etna, questo vulcano, questa lava lasciassero un segno indelebile. Ginestra, alberi di noce, tutto è bello e fiorito intorno alla vigna: odori, sapori che si ritrovano nel vino”.

uva

La raccolta dell’uva viene fatta a mano. “Non irrighiamo. Ci pensa il Signore, quando vuole. A volte stiamo 4/5 mesi senza acqua, ma va bene così. Abbiamo 26 ettari in totale e 4 impianti a uliveto. Le vigne sono 6 e quest’anno siamo arrivati a 140 mila bottiglie. Stiamo producendo parecchio Nerello Mascalese, ma puntiamo molto sul Carricante. Sull’Etna, il bianco è stato per tanti anni trascurato, e invece è il vitigno che oggi ha il maggior successo dopo il Nerello. La produzione è ancora poca. L’obiettivo entro tre anni e quello di superare le 50 mila bottiglie di bianco, e naturalmente crescerà anche il rosso, in proporzione. Abbiamo messo a dimora altre 6000 piantine che sono già abbastanza alte, le cresciamo con gli occhi, e abbiamo un impianto nuovo tutto di Carricante, a Contrata Arcuria, dove ci sono viti già di 7 anni che producono bene, poi ci sono quelle di 4 anni, quelle che ne compiranno 3 e andranno in produzione, quelle di 2 e quelle di 1. Ogni anno aggiungiamo altre 6/7 mila piantine e quindi la produzione è in continuo aumento. Per quanto riguarda l’olio, siamo già quasi arrivati a 4 mila litri, ma potremmo giungere intorno ai 12 mila. Pensiamo di incrementarlo ancora”.

bottiglia“Nel 2010, abbiamo fatto il primo rosato: Poesia. Il nome vuole ricordare Quasimodo, e in particolare la più bella poesia che, secondo me, sia mai stata scritta: Ed è subito sera”.

La storia di Poesia ha origine da quello che sembrava un problema. “Dico sempre al mio enologo che la nostra uva è così buona che non c’è motivo di interventi strani. Bisogna lasciare che la natura segua il suo corso, senza modificarla. Fate la fermentazione, fate le cose tranquille e avremo i risultati. Avevamo impiantato una nuova vigna, eravamo al terzo anno, e c’era un po’ d’uva che per fare il rosso non andava. Così ho pensato al rosato. Il rosato nasce in realtà dalla ‘pistammutta’. Il nostro è particolare perché noi non pigiamo, non pestiamo, anche le bucce stesse non vengono schiacciate, e quindi il vino mantiene tutti i suoi profumi, e ha questo sentore di pesca che esce fuori dal bicchiere. Il nostro disciplinare dice che il rosato deve essere un vino rosa tendente al rosso rubino. Io sono riuscito a far modificare il disciplinare perché il mio è un velo di cipolla e non un rosso rubino.

Quando ho tentato di convincerli a prendere un po’ di uva e fare il rosato tutti cercavano di boicottarmi. Poi abbiamo prodotto le prime bottiglie ed è stato un successo incredibile.

Ultimo nato è Ciuri di Lava, un vino senza solfiti aggiunti. “Ciuri di lava è in catanese il nome della Ginestra. Questa pianta, con i suoi vivaci fiori gialli, cresce sulla pietra dell’Etna, va a risanare i terreni resi sterili dalla lava. I suoi fiori bellissimi, in passato, venivano raccolti dentro grandi sacchi dalle donne siciliane ed erano venduti alle industrie per fare i profumi. Mi è sembrato bello dedicare loro un’etichetta”.

vigna

Come nasce l’idea di un vino senza aggiunta di solfiti? “Molte donne non bevono il vino bianco perché, a causa dei solfiti, al mattino si svegliano con un cerchio alla testa. Negli anni avevo già prodotto vini senza solfiti per conto di terzi, erano vini buoni ma quasi acquosi, con poco corpo. Per Ciuri di Lava invece abbiamo utilizzato il Grecanico, un vitigno che nasce sopra Bronte, a 1000 m sul livello del mare. Lo abbiamo tenuto tre mesi sulle bucce, così da conferirgli una consistenza notevole, robustezza, corposità, e un colore oro”. Per sopperire all’aggiunta dei solfiti che eliminano i batteri cattivi è importante la scelta dei lieviti. “Perché ci sono dei lieviti che privilegiano alcuni saccaromiceti e sono quelli buoni. Se sbagli i lieviti vedi subito che il vino non va bene. Noi abbiamo imbottigliato questo vino dopo oltre un anno”.

I vini della cantina Valenti sono sottoposti a filtrazione con membrana a ceramica a cartoni e con filtro housing che rimuove i lieviti e i batteri. “Per i bianchi e i rosati lavoriamo con il terzo housing (0,40 micron). Vuol dire che non passa nemmeno un batterio, perché i batteri sono più grandi di 0,40 micron”.

botti

I vini Valenti, oltre che in Europa, sono venduti nei 50 stati degli Stati Uniti (comprese le Hawaii), in Canada, Cina, Giappone e a Singapore.

E per il futuro? “Forse un nuovo vino, che potrebbe prendere il nome di uno dei protagonisti della Cavalleria Rusticana: compare Alfio o compare Turiddu – risponde Valenti -. E ci vedrei bene un’etichetta con i colori dei carretti siciliani”.

                                                                                     Clementina Speranza

BIOKINI E COSTUMI NATURALI RENDONO LA MODA MARE ECOSOSTENIBILE

BIOKINI E COSTUMI NATURALI RENDONO LA MODA MARE ECOSOSTENIBILE

Vincitrice di un oro e un argento olimpico e futura portabandiera alle Olimpiadi di Rio 2016, la campionessa Federica Pellegrini appare in grande forma fisica, con una silhouette asciutta che non sfoggia esclusivamente in piscina ma anche in passerella. Consapevole del suo corpo e attenta alle tematiche sull’educazione alimentare, la sportiva risulta la miglior testimonial dei costumi da bagno della Bio Collection, firmata Raffaela D’Angelo, la stilista che ha creato una limited edition utilizzando risorse naturali ed ecologiche, mixando innovazione, ricerca, materiali naturali e tecniche artigianali all’avanguardia.

La vera novità della stagione? Il Biokini, un costume realizzato con materiali ricavati dalla fibra di mais e di Crabyon, un filato rivoluzionario ottenuto dalla miscela di chitina, sostanza presente nei carapaci dei crostacei, e viscosa, fibra derivata dal legno. Tessuti che rendono il Biokini biodegradabile e rispettoso dell’ambiente.

Biokini

Le stoffe, del tutto naturali, forniscono alla Bio Collection un’identità definita e incisiva. La seta abbinata alla proteina del latte dona morbidezza a caftani, camicie e pantaloni, mentre i costumi sono confezionati con tessuti elastici prodotti con la fibra di mais e di bamboo. I capi sono impreziositi da ricami realizzati con semi di acaii, cacao, zucca, e sono resi luminosi attraverso l’applicazione di cristalli di sale e piccoli Swarovski.

Seta, lino ricamato, tulle impreziosito con fili di lurex abbinato a reti di cotone, e pizzo, il must have di gran parte dei look, sono i tessuti naturali che caratterizzano la collezione beachwear 2016 di Raffaela D’Angelo. Un defilè basato su contrasti e armonie tra il gusto esotico e lo stile contemporaneo, composizioni che richiamano i meravigliosi e fantastici paesaggi indiani abitati da maharaja e gli esotici ambienti salgariani. Scenari ricchi di mistero e di fascino che hanno ispirato una collezione dedicata alle giovani Perle di Labuan.

Il fil rouge della collezione è la stampa indodeco, abbinata a una palette cromatica che vede come protagonisti il color terracotta, il color corda e le tonalità neutre. Per la donna più sofisticata, poi, sono stati creati capi con stampe floreali su fondo nero che rendono lo stile sexy, romantico, sensuale ed etereo. I look sono impreziositi da piccole monete che diventano elementi distintivi e rievocano il fascino dell’India.

Raffaela d'Angelo PE 2016

Il sapiente gioco di volumi rende le linee ampie e ricche di sovrapposizioni tratteggiando una donna consapevole del proprio corpo e in grado di esprimere le sue idee e i suoi valori.

La collezione esalta l’eclettismo sensuale di ogni donna attraverso un guardaroba contemporaneo. Tanti input che esprimono al meglio la completezza delle donne di oggi, e propongono un guardaroba mare di pezzi unici nati da intuizioni sartoriali all’avanguardia.

Simone Lucci

Per Raffaela d’Angelo, milanese di origine comasche, la moda è un progetto a 360 gradi: la combinazione di creatività, eleganza e femminilità costituisce il dna del suo giovane brand. Il suo progetto diventa realtà nel 2006, con il nome di “Raffaela d’Angelo”, ed è frutto del prezioso bagaglio di esperienza ventennale maturato dalla stilista nelle più importanti aziende di moda mare e intimo italiane, francesi e israeliane.

Federica Pellegrini e Raffaela d'Angelo

Nel 2009 la Valery spa, azienda italiana nel settore dell’intimo, acquisisce la licenza del marchio iniziando a distribuire le collezioni in Italia e all’estero. Raffaela d’Angelo è un marchio pensato per le donne e pensando alle donne: capi facili da indossare, sempre seduttivi, romantici, con carattere, raffinati nella loro semplicità e realizzati con una grande cura nella scelta e nella lavorazione dei materiali. Denominatore comune, segno distintivo di tutte le collezioni, è l’utilizzo del ricamo, simbolo dell’artigianalità e della tradizione made in Italy, che in passato ha costituito anche il fulcro di una collaborazione molto speciale tra Raffaela d’Angelo e le detenute delle carceri di San Vittore e di Opera, donne che con volontà e impegno hanno contribuito a ornare e decorare i preziosi costumi.

La stilista che, grazie a tale iniziativa, ha regalato una possibilità in più a chi è stato meno fortunato, è stata insignita del premio francese “Femmes Leaders nel 2007”.

Da sempre vicina al mondo delle donne, Raffaela D’Angelo ha deciso per la seconda volta di prendere parte al progetto “Wall of Dolls”, che vede protagoniste le bambole, giocattoli che per un giorno si trasformeranno nel simbolo di una femminilità troppo spesso violata. Grazie a “Wall of Dolls” si vuole abbattere il muro dell’indifferenza che circonda la violenza sulle donne denunciando un fenomeno purtroppo diffuso in tutto il mondo.

L’ASSOCIAZIONE ITALIANA SCATOLIFICI E “PEFC ITALIA” UNITI PER TUTELARE LE RISORSE NATURALI

L’ASSOCIAZIONE ITALIANA SCATOLIFICI E “PEFC ITALIA” UNITI PER TUTELARE LE RISORSE NATURALI

Il legno è un materiale vegetale e versatile, importante per la costruzione di mobili, oggetti, ed è alla base dell’industria della carta. Realizzata per la prima volta con fibre vegetali oltre duemila anni fa dai cinesi, la carta è utilizzata per produrre libri, quaderni, giornali, riviste e nonostante i computer, la TV, e gli altri sistemi elettronici, il materiale resta un Logoimportante mezzo per comunicare e per trasmettere la cultura. Il materiale, inoltre, trova impiego per imballaggi e scatole di cartone.

Negli ultimi anni, la sensibilità verso la salvaguardia ambientale è cresciuta enormemente e per tale motivo è stato sottoscritto un protocollo d’intesa per incrementare le diffusione di informazioni sui temi della certificazione forestale, dell’utilizzo di materie prime sostenibili e dei vantaggi ambientali, etici ed economici di una produzione industriale rispettosa delle foreste. Un accordo siglato tra: l’Associazione Italiana Scatolifici (CIS), che raggruppa un numero sempre più importante di produttori di imballaggi in cartone ondulato in tutto il territorio italiano, e PEFC Italia, associazione no-profit che certifica la provenienza della carta da fonti controllate e foreste gestite in modo sostenibile.

“Le aziende produttrici di imballaggi in cartone fanno parte di una filiera virtuosa, attenta nelle scelte di fornitori e nella progettazione di imballi a basso impatto ambientale – riferisce Andrea Cornelli, Presidente dell’Associazione Italiana Scatolifici –. Operare in filiere sostenibili che utilizzano prodotti rinnovabili e la trasparenza in tutte le fasi produttive sono fattori irrinunciabili per l’Associazione CIS e per tutti i suoi membri. Siamo davvero orgogliosi di poter condividere idee, principi e valori con PEFC Italia, una realtà così importante e attiva”.

PEFC Italia promuove la gestione sostenibile delle foreste e la sostenibilità delle filiere bosco-legno-carta. Il marchio garantisce ai consumatori la tracciabilità e legalità delle materie prime utilizzate. “Le foreste certificate sono regolarmente controllate da ispettori indipendenti – dichiara Giovanni Tribbiani, responsabile utilizzo logo PEFC Italia –. L’Associazione Italiana Scatolifici adotta strategie di promozione della tutela delle risorse naturali e siamo contenti di poter diffondere la nostra mission con il loro prezioso supporto”.

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L’accordo di collaborazione prevede un sostegno reciproco e un impegno costante per favorire la certificazione all’interno della filiera della carta e del cartone, oltre a una produzione etica e responsabile che tutela le risorse naturali e promuove un modello sociale rispettoso dei diritti delle persone. Il tutto attraverso attività di media relation, eventi congiunti, diffusione di materiali informativi e occasioni di formazione.

Simone Lucci

PREMI E STILE FUORI E DENTRO IL CAMPO

PREMI E STILE FUORI E DENTRO IL CAMPO

Sono forti, veloci e allenati. Chiacchierati, invidiati, ammirati e contesi. Scendono in campo con la maglia nero-azzurra o con quella da trasferta: bianca con le due strisce centrali nerazzurre.

Sono stilosi ed eleganti invece con le divise istituzionali: abito in tessuto birdseye, giacca monopetto tre bottoni con stemma tono su tono e la classica camicia button down in oxford leggero nella variante bianca, cravatta regimental e scarpe in vitello nero Oxford wingtip realizzate a mano, tutto firmato Brooks Brothers.

Lo storico brand newyorkese di abbigliamento ha un contratto di partnership quadriennale con l’Inter, per il quale realizzerà le divise istituzionali per i giocatori della prima squadra e per i dirigenti del club.

In occasione di Milano Moda Uomo e dell’uscita del CHI E’ CHI del Calcio e dello sport, Cristiana Schieppati ha consegnato a Luca Gastaldi CEO EMEA Brooks Brothers e Javier Zanetti, vice Presidente dell’Inter, il CHI E’ CHI AWARD FASHION & FOOTBALL. Un riconoscimento all’unione tra il mondo della moda e quello del calcio e alle sinergie che nascono da questa collaborazione.

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Dal 2014 a Javier Zanetti è stata conferita la Presidenza onoraria del Premio Gentleman. Il libro nasce per festeggiare i vent’anni dalla nascita del Premio Gentleman Fair Play Awards. Oggi il CHI È CHI AWARD FASHION & FOOTBALL.

Tanti premi e mi fa piacere, vuol dire che qualcosa di buono ho lasciato e mi auguro di poter continuare ancora. 

La stoffa del campione è anche questa di Brooks Brothers?

Per noi è importantissimo, perché siamo sempre eleganti e fa piacere vestire con questo marchio.

Dicono che sei tra i miglior campioni perché metti il cuore nelle cose che fai… 

Sempre cuore, passione. Per me l’Inter vuol dire tanto.

Che cosa vuol dire per lei l’Inter?

Vuol dire la mia vita perché sono arrivato qui in Italia quando ero molto giovane, qui ho costruito la mia famiglia, ho tre bambini italiani tutti interisti. L’Inter è una grande famiglia e per me farne parte è un grande orgoglio. 

Cosa significa avere la fascia di capitano?

È una grande responsabilità. È sicuramente un grande orgoglio e per me rappresentare l’Inter è sempre stata una cosa bella e lo continuo a pensare. Anche se non scendo più in campo cerco di trasmetterlo dal di fuori.

Brooks Brothers foto 1

Voi siete dei modelli di stile, ma anche di vita. Che cosa significa?

Significa che è una bellissima responsabilità, però credo che dobbiamo trasmettere tanti valori in questi momenti.

Nel 2001 con tua moglie Paula costituite la Fondazione P.U.P.I. (Por Un Piberìo Integrado). Create, in Argentina, uno spazio dove i bambini socialmente più svantaggiati e diversamente abili ricevono, fin dalla prima infanzia, l’attenzione e l’istruzione necessarie. E da lì la vostra vita si sviluppa attorno alla beneficienza.

Insieme alla mia famiglia organizziamo tanti eventi, per noi P.U.P.I. significa tantissimo, fa parte della nostra vita. È importante poter aiutare tanti bambini nella loro crescita, per il loro futuro.

L’ultimo successo con P.U.P.I.? 

L’evento che abbiamo condiviso con la fondazione Bocelli, la serata con Bocelli è stato un successo enorme. È sempre un piacere.

C’è un giovane che reputi possa essere Zanetti del futuro?

Mio figlio più piccolo. 

Qual è la squadra che ti piace di più in questi europei?

A me piace tanto la Germania.

Fondata nel 1818, Brooks Brothers è stata la prima azienda a offrire abbigliamento prêt-à-porter e ha continuato a farlo introducendo prodotti diventati iconici, tra cui: i tessuti seersucker e madras, le camicie non-iron con l’originalissimo collo button-down. Quasi due secoli più tardi, Brooks Brothers è orgogliosa di difendere le stesse tradizioni e i valori che la rendono il marchio perfetto per le donne e gli uomini di tutte le generazioni. Dalla sua fondazione a New York, che risale a 198 anni fa, Brooks Brothers è diventato un marchio leggendario a livello internazionale, mantenendo comunque il suo impegno costante per proporre un servizio, una qualità, uno stile e un valore di livello eccezionale.